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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
admin
Inserito il - 03/05/2010 : 12:17:35 E' facile smettere di fumare, se sai come farlo! 3
(di Alle Carr)
(terza parte)
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Capitolo 2
- Il metodo facile -
Al contrario di altri metodi per smettere di fumare, che ci fanno sentire come se stessimo per scalare l'Everest e ci fanno passare settimane desiderando una sigaretta e invidiando gli altri fumatori, questo libro ha lo scopo di portarti a una disposizione mentale che ti farà sentire felice fin dal primo momento, come se fossi guarito da una terribile malattia. Poi, col passare del tempo, più vedrai le sigarette e più ti chiederai come hai mai potuto fumare e guarderai chi lo fa non certo con invidia ma con pietà.
A meno che tu non sia un non fumatore o un ex fumatore, è essenziale che continui a fumare fino alla fine del libro. Questo potrebbe sembrarti una contraddizione, e ancor più te lo parrà quando ti spiegherò che le sigarette non ti danno assolutamente nulla.
Uno dei misteri che circonda il fumo consiste, ad esempio, in questo: quando stiamo fumando guardiamo la sigaretta e ci chiediamo perché fumiamo; per contro, quando non lo possiamo fare, riteniamo la sigaretta preziosa. Supponiamo comunque che, ti piaccia o no, ti consideri dipendente, nonché convinto di non poterti completamente rilassare o concentrare senza fumare. Quindi non cercare di smettere prima di aver finito il libro. A mano a mano che leggerai ti accorgerai che la voglia di fumare diminuirà. Ma non fermarti a metà strada: sarebbe un gravissimo errore. Ricorda che tutto ciò che devi fare è seguire le istruzioni.
Questo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1985 e, dall'esperienza acquisita in questi anni, l'invito a continuare a fumare fino alla fine della lettura è quello che mi ha creato più problemi, come anche il Capitolo 28 relativo a "Il momento giusto". Quando smisi di fumare, sulla spinta del mio successo, smisero anche parecchi amici e familiari. Pensarono: "Se ce l'ha fatta lui, ce la possono fare tutti". Col passare degli anni, con una parolina qua e là, riuscii a convincere anche quelli che non avevano smesso, che era veramente splendido essere liberi! Regalai una copia del libro ai più irriducibili. Pensavo infatti che, anche se fosse stato il libro più noioso mai dato alle stampe , l'avrebbero letto lo stesso, perché scritto da un amico.
Rimasi quindi stupito e dispiaciuto quando, mesi più tardi, seppi che non si erano neanche presi la briga di finirlo. Anzi, scoprii che una copia firmata, regalata a una persona che allora era un amico carissimo, non solo non era stata letta ma era stata data a qualcun altro. All'epoca ci rimasi molto male, ma avevo sottovalutato la terribile paura che la schiavitù del tabacco instilla nei fumatori; una paura che trascende l'amicizia e che quasi provocò il mio divorzio.
Ricordo infatti mia madre dire a mia moglie: "Perché non minacci di lasciarlo se non smette di fumare?"; la risposta fu: "Perché se lo facessi mi lascerebbe!". Mi vergogno a confessarlo, ma credo avesse ragione: tale è la paura generata dal fumo.
Mi sono reso conto ora che molti non finiscono il libro perché avvertono che, se lo facessero, smetterebbero. Alcuni ne leggono quotidianamente una riga, cercando di posporre il più possibile il "terribile giorno". So anche che molte persone vengono costrette dai loro cari a leggerlo. Ma rifletti un attimo. Cosa perdi se lo leggi? Non hai assolutamente nulla da perdere ma tutto da guadagnare! Una precisazione: se per caso non fumi da qualche giorno o settimana e non sai se ritenerti un non fumatore, un ex fumatore o un fumatore, continua a non fumare mentre leggi poiché sei già un non fumatore. Tutto quello che dobbiamo fare è sincronizzare il tuo cervello con il tuo corpo e vedrai che alla fine del libro sarai un felicissimo non fumatore.
Il mio metodo è diametralmente l'opposto di quelli usuali, che consistono generalmente nell'elencare i grandi svantaggi del fumare e arrivare a dirsi: "Se riesco a stare senza sigarette per un periodo abbastanza lungo, poi il desiderio sparirà e io potrò tornare a godermi la vita, libero da questa schiavitù".
Questo è l'approccio logico al problema e migliaia di fumatori smettono ogni giorno usando una delle sue variazioni. È difficile però ottenere pieno successo in questo modo, e le ragioni sono le seguenti:
1. Il vero problema non è smettere di fumare; tutte le volte che si spegne una sigaretta lo si fa. Il primo giorno le motivazioni possono essere così forti da farti dire: "Basta, non voglio più fumare'' (tutti i fumatori se lo ripetono continuamente) e le ragioni per farlo sono molto più valide di quanto ora tu possa immaginare. Il vero problema è il secondo giorno, il decimo, il millesimo, quando in un momento di debolezza o di gioia o di sicurezza ti accendi una sigaretta e dopo questa, poiché fumare è in parte una tossicodipendenza, ne vuoi un'altra e ti ritrovi ad aver ricominciato.
2. I pericoli per la salute dovrebbero farci smettere e razionalmente ci diciamo: "Basta. Sei folle!" ma, paradossalmente, è proprio la consapevolezza di questi perìcoli a renderci più difficile farlo. Fumiamo, per esempio, quando siamo nervosi. Dì a un fumatore che le sigarette lo uccidono e la prima cosa che farà... sarà accenderne una. Ci sono più mozziconi nei cortili dell'Istituto dei Tumori che in qualunque altro ospedale.
3. Tutte le ragioni per cui vorremmo smettere in effetti ce lo rendono più difficile, e ciò per due motivi:
a. creano un senso di sacrificio, di perdita. Ci sentiamo sempre costretti a rinunciare al nostro amico, sostegno, vizio, piacere, comunque il fumatore veda la cosa;
b. creano una specie di "cecità". Noi non fumiamo per le ragioni per cui dovremmo smettere.
La vera domanda da porci è allora: "Perché vogliamo o dobbiamo fumare?". EASYWAY consiste nell'ignorare inizialmente le ragioni per cui vorremmo smettere, confrontarci con il problema del fumo e chiederci:
1. cosa mi dà?
2. mi piace veramente?
3. è davvero necessario che io passi la mia vita a sborsare una fortuna per ficcarmi questa roba in bocca e soffocarmi?
La splendida verità è che fumare non ti dà assolutamente nulla e non offre alcun vantaggio. E non sto dicendoti che gli svantaggi del farlo sono superiori a quelli del non farlo; tutti i fumatori lo sanno. No, no. Sto proprio dicendoti che non vi è alcun vantaggio nel fumare. E se una volta veniva considerato almeno come un "di più" in occasioni sociali, oggi sono addirittura gli stessi fumatori a ritenerlo socialmente disdicevole.
Ogni fumatore cerca di giustificare razionalmente perché fuma, ma ogni ragione che espone è falsa e/o illusoria.
Il primo passo è quindi smantellare queste false illusioni; capirai allora che non rinunci assolutamente a nulla poiché, non solo non c'è nulla a cui rinunciare, ma ci sono fantastici guadagni da ottenere non fumando, e che salute e soldi sono solo due di questi guadagni. Una volta smantellata la convinzione che la vita sarà meno piacevole senza le sigarette, e capito che invece lo sarà enormemente di più, una volta eliminata la sensazione di perdita e di sacrificio, allora potrai riprendere in considerazione la salute, il danaro e le altre ragioni per cui hai voluto smettere. Aver capito tutto questo ti aiuterà a ottenere quello che veramente vuoi: goderti la vita libero dalla schiavitù del tabacco.
Capitolo 3
- Perché è così difficile smettere? -
Come già sai, il mio interesse per l'argomento viene dal fatto che io stesso sono stato un accanito fumatore. Quando smisi mi sembrò una magia, perché i miei precedenti tentativi erano stati caratterizzati da settimane passate nella più nera depressione; ogni tanto avevo una giornata serena, che però spariva velocemente, inghiottita dalla disperazione. Era come cercare di uscire da un pozzo dalle pareti viscide e scivolose; usando unghie e denti sembra ogni tanto di essere arrivati vicino all'uscita; si vede un po' di luce e poco dopo ci si ritrova a scivolare nel buio. E, prima o poi, si riaccende una sigaretta, se ne constata il sapore schifoso e si ricomincia a chiedersi perché lo si deve fare.
Una delle domande che rivolgo ai fumatori che vengono alle sessioni è: "Vuole smettere di fumare?". In un certo senso è una domanda stupida: tutti i fumatori vorrebbero smettere. Se si chiede a un fumatore accanito: "Se potessi tornare indietro a quando non fumavi, con tutto quel che sai adesso, cominceresti a fumare?". La risposta è sempre: "Assolutamente no!".
Chiedi a un fumatore convinto - cioè uno di quelli che non credono che il fumo faccia male, a cui non importa l'ostracismo sociale o la spesa (e ce ne sono ormai pochi) - se incoraggia i propri figli a fumare. La risposta è di nuovo: "Assolutamente no!".
Tutti i fumatori sentono di essere caduti in preda a qualcosa di malvagio. Nei primi tempi si pensa: "Prima o poi smetterò. Non oggi, domani!". Poi, lentamente, si arriva a pensare che non si abbia abbastanza forza di volontà o che ci sia qualcosa della sigaretta che dobbiamo avere per poterci godere la vita.
Come ho già detto, il problema non è spiegare perché è facile smettere, bensì spiegare perché è così difficile farlo. In realtà, il vero problema è spiegare perché lo si fa; o come sia stato possibile che, in un certo periodo, più del 60% della popolazione fumasse.
L'intera questione del fumo è un enigma incredibile. L'unica ragione per cui iniziamo a fumare è che vediamo migliaia di persone che già lo fanno. Eppure, ciascuno di loro vorrebbe non aver mai iniziato e afferma che è una perdita di tempo e di soldi. È però difficile credere che non ne traggano piacere. Associamo il fumo con l'età adulta e facciamo una gran fatica per diventarne schiavi noi stessi. Passiamo poi il resto della vita dicendo ai nostri figli di non farlo e cercando mille modi per smettere.
Sborsiamo inoltre una fortuna: una persona che fuma 20 sigarette al giorno spende, nell'arco della sua vita, circa 60.000 euro. Che cosa facciamo con questi soldi? (non sarebbe peggio se li buttassimo semplicemente nella spazzatura). Li usiamo per intasare sistematicamente i polmoni con catrame cancerogeno e ostruire e avvelenare i vasi sanguigni. Ogni giorno che passa priviamo sempre più di ossigeno i muscoli e tutti gli organi del corpo, e la conseguenza è che ci sentiamo sempre più letargici, sempre più carenti di energia.
Ci condanniamo a una vita con alito cattivo, denti neri, abiti bruciacchiati, portacenere disgustosi e una puzza repellente di tabacco stantio: ovvero una vita di schiavitù.
Trascorriamo metà della nostra esistenza, se siamo in posti dove non si può fumare (come cinema, teatri, uffici, ospedali) o se stiamo cercando di smettere o diminuire il numero delle sigarette, sentendoci tristi, convinti che ci manchi qualcosa. L'altra metà invece viene trascorsa in situazioni dove si può fumare, ma vorremmo non doverlo fare. Che assurdo hobby è mai questo che, quando lo fai, vorresti non farlo e solo quando non lo puoi fare vorresti una sigaretta? E una vita passata a farsi trattare da gran parte della società come una specie di lebbroso, ma - quel che è peggio - è una vita che persone intelligenti e razionali spendono a disprezzare se stessi. Il fumatore si disprezza: ogni volta che legge l'avviso del Ministero della Sanità sul pacchetto delle sigarette, ogni volta che ha la tosse o un dolore al torace, a ogni ricorrenza della "Giornata contro il Fumo", a ogni aumento del prezzo delle sigarette, a ogni articolo sul cancro, ogni volta che vede una pubblicità contro l'alito pesante, ogni volta che è in compagnia di gente che non fuma. E che cosa ricava dal vivere con queste inquietudini, con questo peso? Niente, assolutamente niente!"
Piacere? Gioia? Rilassamento? Sostegno? Carica? Tutte illusioni, a meno che tu non consideri come un piacere indossare un paio di scarpe strette per godere quando le togli!
Devo ripeterlo: il vero problema non è solo spiegare perché si trovi difficile smettere di fumare, ma perché lo si faccia.
Probabilmente stai pensando: "Va bene. So tutto, ma una volta che si incomincia è molto difficile smettere". Ma perché è così difficile e perché lo facciamo? I fumatori passano la vita a cercare queste risposte. Alcuni dicono che la risposta sta nelle crisi d'astinenza da nicotina. In verità questi sintomi sono così lievi (vedi Capitolo 6) che la maggior parte dei fumatori vive e muore senza neanche accorgersi di essere tossicodipendente.
Altri dicono che le sigarette sono molto gradevoli. Non lo sono. Sono oggetti schifosi e disgustosi. Chiedi infatti a qualunque fumatore che dice di fumare perché gli piacciono le sigarette se, nel caso restasse senza la sua marca preferita e ne avesse a disposizione solo una che trova sgradevole, smetterebbe di fumare. I fumatori sono disposti a fumare un pezzo di corda vecchia piuttosto che non fumare. Il piacere non ha nulla a che fare col fumo. A me piacciono le aragoste, ma non sono mai arrivato a dover andare in giro con venti aragoste appese al collo. Nella vita ci sono altre cose che piacciono, ma non per questo ce ne sentiamo privati quando non le abbiamo.
Alcuni cercano profonde motivazioni psicologiche, teorizzando ad esempio sulla sindrome del ritorno al seno materno, il ciuccio. In realtà è vero il contrario, visto che il motivo banale per cui iniziamo fumare è per far vedere che siamo "grandi", maturi. Se dovessimo farci vedere in pubblico con un ciuccio in bocca moriremmo d'imbarazzo!
Altri attribuiscono all'atto di inalare fumo o fuoco nelle narici una valenza simbolica opposta; lo vedono come un gesto di forza, di comando: giustificazione senza alcun fondamento. Una sigaretta accesa messa in un orecchio sembrerebbe ridicola, quindi ancora più ridicolo è metterla in bocca e aspirarne i fumi cancerogeni nei polmoni.
Altri dicono: "È qualcosa da fare con le mani". Allora perché accenderla?
"È una soddisfazione orale". Allora perché accenderla?
"Mi piace la sensazione del fumo che arriva ai polmoni", ma è un'orrenda sensazione e si chiama soffocamento.
Molti credono che il fumo possa alleviare la noia. Anche questo è falso. La noia è uno stato mentale; non vi è nulla di eccitante o interessante in una sigaretta.
Per trentatre anni la mia giustificazione è stata che la sigaretta mi rilassava, mi dava sicurezza e coraggio; eppure sapevo che mi stava ammazzando e mi costava una fortuna. Perché allora non sono andato dal mio medico chiedendogli qualche cosa di sostitutivo che mi rilassasse, mi desse coraggio e sicurezza? Non ci sono andato perché sapevo che mi avrebbe suggerito un sostitutivo. Le motivazioni che io davo per fumare non erano le mie ragioni, erano le mie scuse. Alcuni dicono che fumano perché i loro amici lo fanno. Sei proprio così stupido? Se così fosse prega solo che i tuoi amici non incomincino a tagliarsi la testa per curarsi l'emicrania!
Quasi tutti i fumatori che riflettono sul fumo alla fine arrivano alla conclusione che è un'abitudine.
Questa in effetti non è una spiegazione, ma poiché abbiamo scartato tutte le altre sembra essere la più plausibile. Sfortunatamente anch'essa è priva di logica. Durante tutta la vita cambiamo continuamente abitudini, alcune anche piacevoli. Quello che ci fa pensare che fumare sia un'abitudine, e come tale difficile da perdere, è il lavaggio del cervello.
Le abitudini sono così veramente difficili da togliere? In Gran Bretagna si guida a sinistra ma nel resto dell'Europa e in America la guida è a destra eppure si è immediatamente in grado di adattarsi al cambiamento, senza grandi problemi. Questo, come molti altri esempi, dimostra che è pretestuoso dire che le abitudini sono difficili da spezzare, poiché la realtà è che prendiamo e perdiamo abitudini ogni giorno.
Allora perché troviamo così difficile liberarci da un'abitudine che ha un sapore schifoso, ci uccide, ci costa, è disgustosa e puzzolente e della quale vorremmo comunque liberarci, quando tutto quello che occorre fare è smettere di farlo? La risposta è che non è un'abitudine ma una tossicodipendenza, e questo fa apparire così difficile riuscirci.
Magari ora pensi che quel che ho appena detto spieghi in realtà perché sia così arduo smettere. In effetti spiega solo perché gran parte dei fumatori trova difficoltoso farlo e il motivo è che non capiscono il meccanismo della tossicodipendenza.
La ragione di fondo per cui si fuma è che ci si convince che ci piaccia veramente farlo e/o che se ne ottenga un vero sostegno e che quindi si perderà qualcosa se mai si dovesse smettere.
La fantastica verità è che, una volta compresa la natura della dipendenza dalla nicotina e le vere ragioni per le quali fumi, smetterai di farlo (proprio così!) e, nel giro di tre settimane, l'unico mistero che dovrai risolvere sarà capire come mai l'avevi ritenuto necessario (per tutto il tempo durante il quale hai fumato), e come mai non riesci a convincere altri fumatori di com'è splendido essere un non fumatore.