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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
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Inserito il - 13/08/2010 : 11:23:15 Buddha e la cortigiana
di Yoganandaji
A Buddha e ai suoi discepoli capitò un curioso inci- dente che, per un po' di tempo, lasciò i seguaci per- plessi riguardo al carattere del loro Maestro. Il Buddha e i suoi discepoli avevano fatto voto di castità e di ri- nuncia all' amore carnale. Eppure un giorno, mentre il grande Buddha e i suoi discepoli riposavano all'ombra di un albero, si avvicinò una cortigiana, attratta dal corpo e dal viso luminoso del Maestro. Non appena la cortigiana vide il viso celestiale del Buddha se ne inna- morò e corse a braccia aperte verso di Lui per abbrac- ciarlo e baciarlo, esclamando a gran voce: «Oh, mio bellissimo Signore Splendente, io ti arno!».
I casti discepoli rimasero sorpresi quando udirono la risposta di Buddha alla cortigiana: «Mia amata, anch'io ti amo. Però adesso non toccarmi. Non ancora». La cortigiana replicò: «Tu mi chiami amata, e per me sei il mio amato. Perché, allora, non vuoi che io ti tocchi?»,
Il grande Buddha rispose: «Mia amata, te lo ripeto ancora: ti toccherò più tardi, non adesso. Allora ti pro- verò il mio vero amore». I discepoli rimasero sconvol- ti, pensando che il Maestro si fosse innamorato della cortigiana.
Qualche anno più tardi, mentre Buddha meditava con i suoi discepoli, all'improvviso esclamò: «Devo andare! La mia amata, la cortigiana, mi chiama: ha bisogno di me, adesso. Devo mantenere la mia promessa». I di- scepoli corsero dietro al Maestro, sperando in qualche modo di salvarlo, sebbene sembrasse follemente inna- morato della cortigiana.
Il grande Buddha, seguito con ansia dai discepoli preoccupati, andò sotto lo stesso albero dove l'aveva incontrata. Là sotto giaceva la donna, con il bel cor- po ricoperto dalle piaghe maleodoranti e putrescenti del vaiolo. I discepoli provarono orrore e si tennero lontani da lei.
Il Buddha, però, prese il suo corpo in putrefazione e lo abbracciò come fosse un bambino, poggiando la sua testa sul proprio grembo e sussur- randole: «Mia amata, sono venuto a dimostrarti il mio amore per te e per mantenere la promessa di toccar- ti. Ho aspettato a lungo per dimostrarti il mio sincero amore, perché io ti amo quando tutti gli altri hanno smesso di arnarti. lo ti tocco quando tutti i tuoi amici del buontempo hanno paura di toccarti». Così parlan- do, Buddha guarì la cortigiana e la invitò, ormai pu- rifìcata da qualsiasi desiderio carnale, a unirsi al suo gruppo sempre più folto di discepoli.
L'amore personale è egoista e considera soltanto i pro- pri interessi, spesso a costo di tutto il resto. L'amore di- vino è altruista: cerca la felicità dell' oggetto del proprio amore, e non è limitato o parziale. Dio ama allo stesso modo sia i buoni sia i cattivi, perché sono i Suoi fìgli.
Tutti coloro che aspirano a conoscerLo devono pro- varGli che il loro amore, proprio come il Suo amore, è per tutti. Quando un'anima dimostra al Padre Celeste che ama allo stesso modo i suoi fratelli buoni e cat- tivi, allora il Padre dirà: «Mio nobile fìglio, accetto il tuo amore, perché tu ami tutti con il Mio amore, pro- prio come faccio lo». Amare coloro che ti amano è na- turale, ma quello è un amore ispirato dall'ego. Amare coloro che non ti amano, o che addirittura ti odiano, è l'espressione dell' amore soprannaturale: riconoscere Dio in tutti.