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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
admin
Inserito il - 25/08/2010 : 11:11:05 Corso di gravidanza 4
(di Bianca)
(parte quarta)
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IL SUONO E LA MUSICA
“...tutto è suono, null’altro che suono. Sono suoni gli astri, i loro pianeti e il loro contenuto. Gli elementi appartengono al suono come pure ciò che formano, dai corpi più semplici a quelli più complessi: il mondo vegetale e il regno animale. L’essere umano è suono, anche se non lo sa o lo ha dimenticato” (Alfred Tomatis)
- Il suono -
Fin dal primo momento, l’embrione comincia a essere immerso in un universo sonoro che lo accompagna durante i nove mesi di gestazione. Comincia così un massaggio sonoro che lo aiuterà a crescere. Il primo tentativo di ‘udito’ che compie l’embrione a poche settimane di vita altro non è che una “carezza vibratoria”.
Nel corpo della madre si propagano tante sonorità da creare un vero e proprio concerto ritmico, avvolgente e vitale. Innanzi tutto il battito cardiaco che “culla” l’embrione con la sua presenza costante e rassicurante; poi il flusso sanguigno, il suono della respirazione e dei movimenti diaframmatici, i borborigmi intestinali, il rumore delle articolazioni e lo svuotamento dello stomaco sono tutte fonti sonore che costituiscono una stimolazione per il feto.
E poi la voce materna che giunge all’embrione dall’interno stesso del corpo, primo grande generatore della relazione mamma/bambino. Non appare strano, quindi, che il suono abbia un effetto così stimolante sullo sviluppo dell’embrione e del suo sistema nervoso.
Al sesto mese di gestazione il feto è realmente in grado di udire i suoni, ma non tutte le frequenze giungono al suo orecchio. Il liquido amniotico agisce da filtro che trasmette solamente determinate frequenze provenienti dall’esterno. Tra i suoni udibili dal feto vi sono quelli molto gravi e alcuni suoni acuti. I suoni troppo forti non sono graditi dal bambino in utero. Ci sono testimonianze di madri che si sono dovute allontanare da fonti sonore troppo forti, obbligate dalle scalcianti proteste del loro bimbo.
Il momento in cui la madre comincia ad avvertire i movimenti del bambino segna un notevole cambiamento nella loro relazione. Essa comincia a parlargli in una forma più profonda e diretta. E il suono che gli arriva è di conseguenza senza dubbio più intenso. Il mondo sonoro della mamma
Abbiamo visto come i suoni materni riempiono l’universo vitale del feto. Ognuno di questi suoni è, per il bambino, portatore del messaggio della presenza della madre, presenza che non ha solo un valore fisiologico e funzionale, ma si carica anche di valenze emotive ed affettive molto profonde.
L’attività fisica della madre, i suoi pensieri, le sensazioni che prova e le emozioni che vive si rispecchiano all’interno del suo corpo con sonorità variabili. L’accelerazione del battito cardiaco e del flusso sanguigno, la velocità respiratoria e le contrazioni muscolari modificano le vibrazioni ritmico-sonore in cui è avvolto il bambino, con le quali empaticamente entra in risonanza e ne percepisce le variazioni. Lo stato d’animo della madre e il suo tono vibratorio sono percepiti perfettamente dal bambino, cosicché vibrando la mamma di gioia, fa vibrare anche il bambino di gioia, mentre calmandosi e rassicurandosi dopo una forte emozione, rassicura anche lui.
Ecco perché è così importante parlare e cantare al bambino, perché si instaura una vera e propria consonanza, in cui il suono è l’oggetto intermediario che permette e facilita la relazione, il dialogo e l’empatia.
Il suono è il veicolo privilegiato del contatto d’amore tra madre e bambino.
Nell’ultimo trimestre di gestazione, quando i movimenti del bambino sono maggiormente evidenti, l’ascolto di se stessa come madre si trasforma sempre più in ascolto del bimbo e nel suo dialogo con lui.
Per la madre diventa sempre più facile rendersi conto che il proprio bambino realmente percepisce, sente, ode. Egli riceve il suono materno ma anche gran parte dei suoni del mondo esterno. E’ in questo periodo che l’orecchio del bambino mette in funzione processi cognitivi di riconoscimento e di memorizzazione. Infatti, si è dimostrato che egli sa riconoscere determinate voci alle quali offre precise risposte motorie e fisiologiche (frequenza del battito cardiaco) e sembra prediligere alcune musiche piuttosto che altre.
Un fatto è certo: che egli, una volta venuto alla luce, sa riconoscere perfettamente le musiche ascoltate frequentemente durante la gestazione, e spesso reagisce rilassandosi e tranquillizzandosi al loro ascolto, come se lo riportassero verso il mondo accogliente e protettivo del ventre materno.
Ricapitolando, possiamo affermare che la madre vibra per il suo bambino come uno strumento musicale, offrendogli così la sua energia e la sua poesia, mentre egli vibra in lei in un dialogo sonoro che rende entrambi “per-sona”, dialogo che rappresenta la culla sonora della vita.
E i papà ?
Anche i papà vibrano profondamente con il loro bambino. I nove mesi costituiscono una gestazione anche per loro, un tempo e un cammino necessari per essere condotti dall’identità di uomo a quella di padre.
Il suono dell’uomo è indispensabile per il buon decorso della gestazione e un pieno equilibrio di crescita del bambino nella pancia della mamma.
Come la madre incorpora il bambino nel vero senso della parola nel proprio essere fisico, così il padre lo “incorpora” nel proprio nucleo psichico e immaginario, avvolgendolo in una sorta di abbraccio mentale e affettivo.
Il pensare e l’amare il bimbo da parte del padre rappresentano una “musica” sottile che sicuramente giunge al feto, preparando per lui la migliore accoglienza che si possa immaginare. Ma se questi pensieri e questo amore si fanno voce, allora l’accoglienza diventa un vero legame precoce in cui padre e bambino possono realmente percepirsi reciprocamente ed entrare in risonanza. Sappiamo che le frequenze basse sono quelle che giungono con maggior facilità al feto attraverso il filtro del liquido amniotico. Le voci maschili entrano bene in questo raggio di frequenze per cui il bambino può udire facilmente la voce del papà. La percezione più chiara è possibile quando la voce risuona a una distanza di 10-20 cm. dalla pancia. Il padre può così parlare vicino al bambino, cantare per lui, e se al suono della voce si aggiunge il contatto della mano sul ventre, la sua presenza sarà ancora più diretta e gradita. Allora le risposte del feto non mancheranno, risposte anche qui di carattere fisiologico e motorio, alcune molto evidenti come i calcetti e le capriole che permettono al bimbo di spostarsi in utero per avvicinarsi al punto di provenienza del suono e del contatto. Questo può essere uno dei primi giochi divertenti da fare con il papà !
Si è riscontrato che le frequenze più gravi vibrano nella parte bassa del corpo e soprattutto a livello osseo e muscolare, così come le frequenze acute vibrano nella parte altra e a livello nervoso. Potremmo dire, quindi, che la voce maschile contribuisce a un consolidamento della struttura corporea del bambino, offrendo così forza e stabilità al fisico in crescita.
Il suono della voce paterna è importante anche perché rappresenta la prima porta verso una realtà esterna. Mentre i suoni uterini e la voce della madre permettono al feto, a poco a poco, di differenziarsi dall’ambiente fluido che lo avvolge e lo aiutano a plasmare una prima identità del sé come essere separato da lei, la voce del padre è il primo suono affettivo e vibrante che gli parla dal mondo esterno che dischiude per lui le porte che separano il dentro dal fuori e che lo accoglie in modo invitante alla vita che lo attende. Una volta nato, il bimbo riconoscerà questa voce fra tutte le altre e saprà che un legame è già esistente.
- Musica e canto in gravidanza -
Durante la gravidanza è consigliabile condurre attività artistiche ed espressive. Data l’importanza del suono nel processo di gestazione, il canto e la musica sono tra le attività più indicate.
Ogni essere umano possiede una propria “identità sonora” che lo caratterizza. Ciò significa che ognuno entra in risonanza con certi stili musicali piuttosto che con altri dando la preferenza alle proprie modalità di espressione. Molte madri sono coscienti di ascoltare determinate musiche non solo perché piacciono loro, ma anche perché piacciono al bambino.
Abituarsi a comunicare con i suoni, con il corpo, con lo sguardo significa ampliare incredibilmente il proprio vocabolario, utilizzare un linguaggio intuitivo e affettivo che sarà poi la base del sistema comunicativo con il neonato.
Il canto è vita e nessuna madre è stonata per il proprio bambino. Nell’emissione vocale tutto il corpo entra in vibrazione. Le vibrazioni sonore aiutano il rilassamento dei tessuti e provocano l’autoanalgesia. Ma la voce umana non è solo pura frequenza sonora e vibratoria, ma si carica anche di valenze affettive ed emotive che la rendono preziosa.
Naturalmente questi processi avvengono automaticamente, al di fuori della coscienza, ma è pur sempre interessante conoscerli e sapere che una voce vibrante e piena di amore mette in movimento e in risonanza l’essere intero.
- Per concludere:
- La musica aiuta nello sviluppo di un carattere aperto, socievole, cooperativo, tollerante e ben disposto all’ascolto degli altri.
- La musica è una ricchezza culturale che offrirà al bimbo un’identità sociale e un rassicurante senso di appartenenza e al tempo stesso una possibilità di avvicinamento ad altre culture con apertura e tolleranza.
- Fare musica con il proprio bambino. Ascoltare tanta musica, ma soprattutto cantare con lui, perché nessuna registrazione può sostituire la vitalità e il significato affettivo della voce.
- Giocare, improvvisare, inventare e creare musica.
- Vivere un’intera vita armoniosa e musicale !
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L’IMPORTANZA DEI COLORI
Ogni madre sa di poter parlare e comunicare con il proprio bambino come se fosse già nato. Se lo farà, creerà le condizioni migliori affinché esso nasca equilibrato, sano e pieno di energia. All’importanza che rivestono una buona alimentazione e coccole in abbondanza, praticando gli esercizi descritti in appresso, la madre potrà aggiungere l’influenza dei colori dell’arcobaleno. Infatti, è possibile trasmettere al bambino in gestazione le virtù dei colori stessi. E se la futura mamma manifesterà nella quotidianità tali virtù, queste si imprimeranno nella memoria cellulare del bimbo.
Il mondo dei colori è importante quanto la musica, perché anche ogni colore emana vibrazioni che esercitano un’influenza benefica sull’organismo del bambino in gestazione. Ecco l’elenco completo:
ROSSO Colore della vita, della vitalità, del dinamismo e della volontà.
ARANCIONE Colore della salute, della gioia, della bellezza interiore e della trasformazione.
GIALLO Corrisponde all’intelligenza, alla saggezza e alla ragione.
VERDE E’ collegato alla crescita, alla speranza, all’abbondanza e alla riuscita.
AZZURRO Colore della pace interiore, della musica, della verità e dell’armonia.
INDACO Sviluppa nobiltà di pensiero, lealtà, stabilità e padronanza di sé.
VIOLA Ispira purezza, sviluppa l’immaginazione e l’intuizione, esorta all’altruismo e alla compassione. E’ legato ai valori spirituali dell’essere umano.
Quando hai un momento di tempo, siediti in un luogo tranquillo e rilassati profondamente. Quando sei pronta, apri il tuo cuore e lascia fluire tutto l’amore che provi per il tuo bambino. Se alla fine di ogni esercizio ti metterai in ascolto, percepirai ciò che lui ti vorrà suggerire.
Inspira ed espira lentamente e dolcemente, come se tu volessi sentire il profumo di un fiore. Poi prosegui immaginando un fascio di luce bianca che ti avvolge interamente. Questa luce ti predisporrà a eseguire nel modo migliore gli esercizi che seguono.
Immagina di ammirare un fiore rosso, luminoso e scintillante. Inspira il suo colore. Vivi intensamente questo bellissimo rosso che va ad impregnare anche le cellule del tuo piccino portandogli energia e tanto amore. Immaginalo già nato, mentre corre e gioca felicemente. Sarà un bambino allegro e sicuro di sé.
Ora immergiti assieme al tuo bambino nel colore arancione. Quest’onda di colore sale dal basso fino a ricoprire tutte le parti del tuo corpo. Inspirando questo colore, manda le sue vibrazioni al tuo bambino enumerando tutte le belle doti che gli vorresti trasmettere. Aggiungi anche le più belle espressioni che sgorgano dal tuo cuore per dargli il piacere di partecipare. Sarà questa una preziosa stimolazione per il tuo piccino.
Prosegui con impegno scegliendo ogni giorno un altro colore, quello che in quel momento ti ispira maggiormente e stimola la tua immaginazione per creare uno scenario che ti affascini e che porti alla tua fantasia le immagini più belle. Saranno quelle che piaceranno anche al tuo bambino :
Per i colori :
- giallo - potrai scegliere il sorgere del sole. - Verde - il risveglio della natura in primavera - Azzurro - un cielo terso - Indaco - un tramonto mentre scende la notte - Viola - un fascio di luce pura e vibrante che ti avvolge in un’ampia spirale.
Per accompagnare questo lavoro potrai scegliere dei brani musicali di tuo gradimento, preferibilmente di Mozart o di Vivaldi, comunque sempre in tono maggiore. Anche il tuo abbigliamento dovrà essere sempre ricco di colori. I colori sono vibrazioni, mentre il nero non emette vibrazioni ma assorbe tutto, anche le vibrazioni negative.
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IL TRAVAGLIO E IL PARTO
I lunghi mesi della gravidanza stanno per scadere. Il parto è ormai imminente e negli ultimi giorni di attesa c’è aria di prove generali. Il piccino si appresta a fare il suo ingresso nel mondo ed è lui che, collaborando con la madre, dà il via al travaglio.
A tre o quattro settimane prima della nascita – periodo molto variabile – il bambino si mette a testa in giù avvicinandosi al collo dell’utero.
Ora si muove meno a causa del minor spazio che ha a disposizione ; tuttavia un minimo di movimenti è necessario per segnalare che, in attesa del grande momento, il piccino sta bene. Nell’organismo materno si verifica la secrezione di una serie di ormoni, secrezione alla quale concorre anche il bambino. Gli ormoni in questione sono quelli che andranno a dare il via al travaglio. L’ormone principale è l’ossitocina prodotta sia dalla donna che dal bambino. Questo dimostra che in questa importante fase vi è, fra i due, una perfetta e meravigliosa collaborazione. Per il piccino non si tratta soltanto di prepararsi all’enorme sforzo fisico necessario per superare tutte le difficoltà del passaggio attraverso il canale del parto, ma anche all’incontro con un ambiente totalmente nuovo al quale dovrà adattarsi.
Per la donna, la serie di ormoni dà il via al travaglio, dapprima con doglie leggere e distanziate che gradatamente si intensificano in dolore e in frequenza. Questa fase può avere una durata variabile, ma la donna, facendosi coraggio, sa che deve affrontare e sopportare pazientemente questo processo; comunque, ognuna ha un proprio ritmo e le persone che assistono lo devono rispettare……
A seconda dell’interpretazione che si dà al dolore, si può affermare che quanto più se ne attribuisce un significato, tanto più se ne alza la soglia della tollerabilità. Dare un senso al dolore del parto significa avere buoni motivi per accettare di vivere questa profonda esperienza psichica e insieme fisica che nulla ha di patologico.
L’apparato medico, con la sua regola “evitare il dolore” tende a creare una distanza tra la donna e il suo corpo, fra la donna e le sue sensazioni, impedendole di sentirsi, di conoscersi e di esprimersi. La donna dovrebbe invece sapere che il suo corpo è perfettamente predisposto alla funzione del partorire, come lo è per qualunque altra funzione: respirare, digerire……..
Il modo in cui vivere il travaglio è spesso lo scopo basilare dei corsi di preparazione al parto che, portando la donna a dare una risposta alla sua sofferenza, tendono a debellare paura e tensioni. Dare un’ interpretazione positiva al dolore del parto vuol significare trasformarlo e viverlo attivamente come occasione di crescita, e non subirlo come una condanna.
“……..Ecco, tutto è pronto: luci soffuse, musica in sottofondo, raccoglimento….. Il bambino può arrivare. ……Eccolo ! Esce prima la testolina e poi le braccia….. Il bimbo è nato ! Quale luogo più adatto per deporlo se non il ventre materno ! Il ventre della donna ha la forma, la misura esatta del bambino. Convesso poco fa, ora concavo, sembra in attesa, come un nido. Il suo tepore, la sua elasticità, il fatto che salga e scenda secondo il ritmo della respirazione, la dolcezza, il calore vivo della pelle, tutto lo rende il luogo per eccellenza dove deporre il neonato.” (F.Leboyer – La nascita senza violenza).
Questo è il modo giusto per dare il ‘Benvenuto’ al piccolo essere venuto a far parte della nostra società. Infatti, sarebbe bello se la nascita di ogni nuovo individuo fosse vista come un atto al quale attribuire il senso di sacralità, considerato nel suo pieno valore da tutte le persone coinvolte. Le mani dell’Ostetrica che porta alla luce quel piccolo essere indifeso dovrebbero accoglierlo con amore e tenerezza, rispettando la dignità di quella creatura che, da adulto, dovrà svolgere il compito per il quale è venuto al mondo e…..‘diventare una nota armoniosa nella grande sinfonia universale’.
Gioia e sollievo per tutti, particolarmente per mamma e papà che vivranno i primi istanti alla presenza del loro bambino in un’atmosfera di grande intimità. In quei momenti non mancherà una profonda generale commozione !
E’ importante che l’apporto di ossigeno continui a giungere attraverso il cordone ombelicale fino che il bambino non riuscirà a respirare da solo. Per mettere in moto questa importante funzione, ci saranno le mani della mamma che, con tanta tenerezza, praticheranno un leggero massaggio al torace del bimbo per aiutarlo a mettere in moto l’apparato respiratorio e a renderlo così indipendente dal cordone che ancora lo collega a lei. Questo dovrà essere reciso in una zona chiara che si formerà a qualche centimetro dall’ombelico soltanto quando non pulserà più e quando il bambino respirerà autonomamente. L’ideale sarebbe che il taglio del cordone venisse fatto dal papà che avrà assistito all’intero processo con profonda partecipazione e grande conforto per la partoriente.
Appena reciso il cordone ombelicale, il bimbo non dovrà essere allontanato dalla mamma. Vicino alla mamma, nel momento delicato del grande passaggio da feto a bambino, potrà sentirsi più al sicuro, mentre nel suo cervello avverrà un repentino cambio di tutti i circuiti che governavano le funzioni del suo piccolo organismo per adattarsi alla nuova situazione.
Recentemente è stato reso noto da una ginecologa australiana un modo di procedere secondo cui il cordone non viene reciso ma, assieme alla placenta, lasciato collegato al bambino anche per parecchi giorni affinché il sangue e gli ormoni in essi contenuti non saranno interamente defluiti verso il bambino, per non privarlo di una quantità di sangue e di ormoni importanti, che altrimenti andrebbero persi. Questo nuovo procedimento si chiama “Lotus-Birth”. Quando il cordone si è svuotato e completamente essiccato, si stacca da solo dall’ombelico. Pare che sia molto vantaggioso per il bambino che, così trattato, dia evidenti segni di benessere.
Appena nato, il bambino viene quindi appoggiato sulla pancia della mamma, da dove tende istintivamente verso il suo seno. Pare che il profumo del latte materno sia molto simile a quello del liquido amniotico, per cui il bambino tende istintivamente verso qualcosa che conosce già. A questo punto si avvera il sogno di entrambi: il bambino viene messo fra le braccia della mamma per la prima poppata, ed è questo un momento ricco di emozione in cui gli sguardi di mamma e piccino si incontrano. Finalmente il bimbo vede il viso della sua mamma, e la mamma tiene finalmente fra le braccia il figlioletto portato per tanti mesi nel suo grembo, sul quale poter riversare tutto il suo amore e dare il prezioso nutrimento che lo farà crescere sano e forte.
E’utile che tutte le donne in gravidanza siano informate che, durante lo svolgimento dell’intero processo, godono di una preziosa e saggia collaboratrice e sostenitrice che le segue: LA NATURA. Infatti, la natura ha pensato a tutto fino nei minimi particolari, sia che la donna ne sia cosciente o meno. Ha pensato persino a far secernere al momento del parto vari ormoni come: l’ossitocina = ormone dell’amore, le endorfine = ormoni della gioia e l’adrenalina = l’ormone della forza.
Questi ormoni provvedono a trasformare il momento dell’incontro madre/bambino in quell’esperienza indimenticabile che crea l’impronta iniziale di tutta la loro futura relazione. Nel caso in cui il decorso dovesse essere turbato da qualche lieve complicazione, come a volte può succedere, è pronta un’altra grande sostenitrice: LA MEDICINA. Negli ultimi decenni la Medicina ha creato tecniche veramente eccezionali e apparecchi sofisticati capaci di far fronte anche alle più difficili situazioni: il travaglio indotto, l’anestesia epidurale, il taglio cesareo e altro, tecniche alle quali si dovrebbe però ricorrere solamente in caso di assoluta necessità, in quanto, sebbene preziose al momento opportuno, non sono prive di conseguenze anche dopo parecchio tempo. Sarà quindi necessario giudicare di volta in volta la necessità di ricorrervi.