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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
admin
Inserito il - 01/09/2010 : 11:27:57 VITA E MORTE
di autore sconosciuto
Che cos'è la vita?... E' nato un bambino. Potete vedere la sua vitalità, sentire il calore del suo corpo, ascoltare il suo pianto. Tutte le sue funzioni vitali sono a posto. A volte é sveglio, a volte è addormentato; beve il latte di sua madre e lo digerisce. Negli ultimi nove mesi é stato nel grembo di sua madre sviluppando il suo piccolo corpo e adesso è nato e continuerà a crescere giorno dopo giorno. Diventerà più grande e più pesante e i suoi lineamenti cambieranno. Crescerà più forte, più proporzionato e più coordinato e un giorno sua madre dirà: "Come é diventato grande! Non è più un bambino".
Gli esseri viventi nascono e muoiono e nel frattempo crescono, si fermano per un po' di tempo, generano dei figli, poi declinano e l'intero processo termina con la morte. E che cos'è la morte? ... L'altra notte alle 23.31 è morto il sig. Gerald Smith. Il polso e il battito cardiaco si sono fermati, i polmoni si sono chiusi e la temperatura corporea é precipitata. Il dottore di guardia ha fatto tutto quello che poteva e, rendendosi conto che le funzioni vitali del paziente erano cessate, ha dichiarato morto il sig. Smith. "Gli esseri viventi nascono e muoiono". Quale potrebbe essere un'asserzione filosofica più profonda? Undici anni fa ero uno studente universitario che seguiva un corso di introduzione alla filosofia. Quando udii questa asserzione dal mio professore, fui colpito dalla sua gravità e dalla sua verità. Per la prima volta nella mia vita, mi resi conto chiaramente: io sono un essere vivente e morirò presto.
In quel momento mi vennero in mente alcune domande importanti, domande sulla morte e sullo scopo della vita. Ora, dopo aver studiato la Bhagavad-gita (il corso di filosofia impartito dall 'insegnante originale, Sri Krishna), sto trovando le risposte a queste grandi domande. Queste domande e le loro risposte devono essere importanti per voi quanto lo sono per me perché trattano di qualcosa che abbiamo in comune. Noi siamo tutti esseri viventi destinati a morire. Desidero presentarvi qui le verità essenziali riguardanti la vita e la morte che ho appreso dalla Bhagavad-gita, sotto la guida del mio maestro spirituale, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Naturalmente ci sono state ricerche scientifiche e indagini filosofiche sulla vita e la morte ma a quanto pare in realtà nessuno ne sa molto.
Immaginiamo di aprire un dizionario per cercare che cos'é la "vita". Secondo il Webster, é "il principio o la forza per mezzo del quale gli animali e le piante vengono mantenuti per compiere le loro funzioni e che distingue con la sua presenza l'animato dalla materia inanimata". Già ma che cosa sono il "principio o la forza"? Le enciclopedie offrono tutti i tipi di definizioni erudite ma la maggior parte di esse riconoscono semplicemente che é difficile definire la vita. "La composizione chimica del protoplasma è nota" sottolinea un'enciclopedia "ma non si sa che cosa gli fornisca le qualità vitali". A volte le enciclopedie cercano di definire la vita elencando i suoi sintomi esteriori: se una cosa cresce, si riproduce e così via, é viva.
Ma di nuovo che cos'é quel principio che determina caratteristiche come la crescita e la riproduzione? Cos'é quella forza senza la quale un essere vivente diventa cadavere? Questa é la cosa che gli esperti non possono assolutamente identificare, non riescono a capire che cosa sia. E se voi o io lo chiedessimo a un professore universitario, con ogni probabilità otterremmo lo stesso tipo di risposta, una risposta che elude il vero problema. E ci immergeremmo forse nello studio della biochimica, del metabolismo, della termodinamica o del linguaggio della genetica.
A volte gli scienziati sostengono che la vita é un "fenomeno che si presenta in natura quando i componenti chimici adatti si combinano con precisione in condizioni adatte e stabilite". In effetti questo é il succo di gran parte delle teorie scientifiche sulla vita: ma quanto sono scientifiche? La metodologia propria agli scienziati richiede che ogni teoria venga supportata dalla sperimentazione e dall'osservazione. Nessuno scienziato però ha mai osservato la vita generarsi spontaneamente dai componenti chimici. Non conoscere qualcosa é una questione, ma non conoscere e far credere di sapere, è tutt'altra questione: ingannano. Queste pseudo autorità scientifiche imbrogliano quando sostengono che la vita trae origine dalla materia.
Tuttavia gli scienziati continuano a raccontare la loro storia: "Un tempo, molto tempo fa, la vita nacque da un brodo chimico casuale" e si suppone che gli crediamo. Ma chiedete loro di andare in laboratorio e di uscirne con qualche prova clinica; vi diranno che la vita nacque molte, molte ere fa, per caso. Hmmm. Questo é certamente singolare ma almeno si concilia bene con le loro teorie. Oggi ovviamente le cose non vanno in questo modo. Chiunque sa (almeno ai nostri giorni) che gli esseri viventi nascono da altri esseri viventi e ciò nonostante i nostri scienziati eruditi persistono nel tentativo di dimostrarci che la vita cosciente proviene dalla materia inanimata. Quando però creano una riproduzione delle condizioni che possono essere esistite sulla terra x milioni di anni fa e cercano di creare la vita falliscono. A volte sostengono di aver sintetizzato determinati amminoacidi, "i pilastri della vita", ma questa non é la vita. C'é una grossa differenza tra un amminoacido e un essere vivente cosciente. "Presto un giorno", giurano ostinatamente, "Creeremo la vita chimicamente", ma ciò che vediamo ogni giorno è che la vita viene dalla vita. Due insetti creano più insetti, lo scienziato e sua moglie hanno dei bambini e così via. Ma dove vediamo la vita nascere dai componenti chimici?
Come possono gli scienziati anche solo tentare di provare con esperimenti che la vita é nata spontaneamente dalla materia? Riflettete: essi stessi sono vita, sono esseri viventi, così tutti i loro tentativi di dimostrare che la vita viene spontaneamente dalla materia sono contraddittori perché sono gli stessi scienziati che conducono gli esperimenti.
CHI PIANTA IL SEME?
Non tenendo conto di come la vita possa essere iniziata nell'universo, l'evidenza scientifica mette in chiaro una cosa: la vita non può nascere per caso, da una combinazione chimica; deve essere entrato nel quadro un essere vivente dotato di intelligenza per condurre l'esperimento o per combinare i componenti chimici, per piantare il seme o per far schiudere l'uovo. Quindi anche se degli scienziati che vogliono provare che la vita viene dalla materia, dovessero riuscire a creare la vita (ovviamente è impossibile, ma se, tanto per dire, qualcuno lo facesse) dovrebbero in realtà affermare che la vita viene creata da un essere molto intelligente in condizioni controllate. In altre parole proverebbero che la vita viene dalla vita non dalla materia. Ed è proprio ciò che la Bhagavad-gita va dicendo da migliaia di anni.
Come spiega la Bhagavad-gita, l'origine della vita é la vita: la vita suprema, Krishna: "Io sono la sorgente di ogni cosa, materiale e spirituale", dice Sri Krishna, "L'energia spirituale vivente e quella inanimata, l'energia materiale, sono emanate entrambe da Me". Gli scienziati materialisti vorrebbero che noi accettassimo il concetto privo di fondamento che la vita provenga dalla materia (sebbene non sappiano dire da dove venga la materia). Ma la Bhagavad-gita ci dice che "Sri Krishna é la vita originale, la sorgente di ogni cosa sia animata che inanimata". In altre parole tutto (animato o inanimato) viene da un'unica sorgente vivente. La vita e la materia sono solo due energie differenti di Dio, la Persona Suprema, proprio come la luce e il calore sono due energie del sole.
QUAL E' LA DIFFERENZA
Nel 1968 il mio maestro spirituale Srila Prabhupada parlò ad una riunione di docenti e studenti al M.I.T.: "Sebbene voi abbiate tante branche di sapere", sottolineò, "Non avete ancora scoperto cosa rende differente un corpo vivente da un cadavere". Come tutti sanno, a un cadavere manca qualcosa di essenziale, qualcosa che lo distingua da un corpo vivente. "Qual é la facoltà di insegnamento che studia questa cosa essenziale?", Srila Prabhupada sfidava. Sfortunatamente malgrado la loro conoscenza del corpo fisico e dei suoi meccanismi, i nostri scienziati moderni non conoscono l'anima vivente. Invece é l'anima che dà vita al corpo. Senza l'anima il meraviglioso corpo materiale è inutile, pronto per essere bruciato o sotterrato.
Nonostante le loro pretese e le loro promesse gli scienziati di oggi non sembrano essere in grado di dirci niente sulla vita, sulla nascita o sulla morte. Ma le Scritture Vediche dell'India non sono così deludenti; al contrario sono perfettamente scientifiche. Riflettete, per esempio, sulla spiegazione Vedica della nascita: "Sotto la supervisione di Dio, la Persona Suprema, un'anima spirituale vivente entra in una particella di seme che viene poi iniettato all'interno dell'utero della madre durante il rapporto sessuale". Se le condizioni all'interno dell'utero sono favorevoli, l'anima rimane e il seme si unisce all'ovulo. Poi, per la presenza dell'anima, si sviluppa l'embrione. Quando il corpo si è pienamente sviluppato (dopo circa nove mesi), il bambino esce dall'utero materno: questa è la nascita.
Se non ci fosse l'anima vivente, l'embrione non potrebbe crescere e svilupparsi. In poche parole, la materia non può crescere e svilupparsi senza l'energia vivente dell'anima. E per quanto riguarda la morte? ... Quando l'altra notte é morto il sig. Smith alle 23.31 tutte le sue funzioni vitali si sono fermate. Il polso, il battito cardiaco e il respiro si sono fermati, la sua vitalità é improvvisamente svanita. Che cosa é successo? Che cosa succede al momento della morte? "La morte è assenza di vita". Gli scienziati concordano su questo. Ma non hanno neppure una vaga idea di che cosa sia la vita. Quindi un' appropriata definizione "scientifica" di morte potrebbe essere
"Morte é assenza di vita (qualunque cosa essa sia)". Senza dubbio la morte é assenza di vita e la Bhagavad-gita definisce in modo chiaro cosa essa sia: "VITA é l'anima eterna. E quando l'anima lascia il corpo...MORTE, assenza di vita". Come ho già detto, difficilmente qualcuno conosce oggi le verità sulla vita e la morte. Ma se leggiamo la Bhagavad-gita le conosceremo tutte.
UN'IMPROVVISA MANCANZA DI LUMINOSITÀ
Alcuni membri della comunità scientifica accettano l'esistenza dell'anima eterna. Il Dr. Wilfred G. Bigelow per esempio (un cardiochirurgo famoso in tutto il mondo e presidente del reparto di cardiochirurgia vascolare del General Hospital di Toronto) dice: "I miei trentadue anni di chirurgo non mi hanno lasciato nessun dubbio sull'esistenza dell'anima". Parecchi anni fa il Montreal Gazette citò le parole del Dr. Bigelow: "In certi casi capita di essere presente al momento in cui la gente passa dallo stato vivente alla morte e si verificano alcuni strani cambiamenti. Uno dei più evidenti é l'improvvisa mancanza di luminosità degli occhi. Diventano opachi e letteralmente privi di vita. La domanda centrale è: Dov'é l'anima e da dove viene?"
Il mio maestro spirituale apprezzò l'intuito del Dr. Bigelow. In una lettera a lui indirizzata, Srila Prabhupada scriveva: "L'anima é senza dubbio presente nel cuore dell'entità vivente ed é la sorgente di tutte le energie di mantenimento del corpo. L'energia dell'anima pervade l'intero corpo ed è conosciuta come coscienza". "Intraprendere "ricerche sull'anima" sarebbe certamente rimarchevole per il progresso scientifico. Ma il progresso scientifico non sarà in grado di trovare l'anima. La presenza dell'anima può essere accettata semplicemente da una comprensione che la dimensione dell'anima è la decimillesima parte di un punto. Lo scienziato materialista non può misurare la lunghezza e la larghezza di un punto. Quindi non é possibile allo scienziato materialista catturare l'anima. Potete solo accettare l'esistenza dell'anima prendendola dal l'autorità Vedica. Ciò che stanno scoprendo i grandi scienziati é stato da noi spiegato molto tempo fa".
ALTI SACERDOTI
Gli scienziati moderni usano dati circostanziali per sostenere ogni sorta di teorie su cose che non sono in grado di percepire direttamente (vedi per esempio le particelle atomiche e subatomiche). Perché dunque essi non accettano l'evidenza circostanziale dell'esistenza dell'anima? C'é una completa spiegazione sull'esistenza dell'anima nella Bhagavad-gita e una piena verifica nella nostra esperienza quotidiana. Gli pseudo scienziati che sostengono che la vita viene dalla materia, che nacque per caso, e che muore assieme al corpo, sfidano non soltanto l'autorità Vedica ma persino il buonsenso e la loro stessa esperienza pratica.
La Bhagavad-gita definisce la loro filosofia demoniaca: "I demoni dicono che non c'é nessun Dio che dirige, che tutto in questo mondo é un prodotto dell'attrazione fortuita tra i vari corpi materiali" (Bg. 16.8) Questi demoni, mascherati da scienziati, vogliono indebolire il credo in Dio e nell'anima: "Non c'é nessun Dio. Non c'è nessuna anima. La scienza é Dio e noi siamo gli alti sacerdoti". Sulla base di questa filosofia la gente é diventata sempre più materialista e priva di fede. Abbiamo iniziato a pensare: "Dunque non c'é Dio, non c'é anima e non c'é vita dopo la morte. Ciò significa che non ci sono peccati e che non c'é karma. Quando il tuo corpo é finito, é finito tutto. Puoi quindi fare tutto quello che vuoi". Ma, come dice la Bhagavad-gita: "Partendo da tali conclusioni, i demoniaci, smarriti e privi d'intelligenza, si dedicano ad opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo. Credono che godere dei sensi fino all'ultimo istante di vita sia la necessità principale dell'uomo. Così la loro ansietà non trova fine". (Bg. 16.9,11)
Abbiamo naturalmente un'altra possibilità. Possiamo seguire gli insegnamenti della Bhagavad-gita e comprendere il fenomeno della vita e il processo della nascita e della morte. E alla fine ci libereremo dalla nascita e dalla morte ed entreremo nella vita eterna. Dipende da noi se seguire la scienza atea o la scienza dell'anima. Non facciamo perciò la scelta sbagliata. E' una questione di vita o di morte.