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Inserito il - 17/10/2011 : 11:35:06 Paramnesia e Reincarnazione
di Antonio Bruno
Capita, a volte, di imbattersi in un ambiente o di assistere ad una data scena e di provare la profonda e netta sensazione di vivere un'esperienza già vissuta. Si avverte, insomma, il ricordo vivido, quanto improvviso, di un "dejà-vu", o "already seen" nel quale si rimane sconcertati e confusi nell'impossibilità di trovare una spiegazione logica a questa strana esperienza.
Ma non solo: a volte accade anche che, a questi improvvisi ricordi, si associ una memoria dettagliata riguardante fatti e personaggi sconosciuti ma che poi, ad un successivo controllo, risultano esatti. Analogamente, vi sono casi in cui, partendo da un ricordo input, si viene improvvisamente alla consapevolezza di altri ambienti e parti di una zona o edificio non ancora visti quanto, ancora una volta, risultanti in seguito collimanti.
Dal punto di vista parapsicologico, questi casi sono riuniti sotto il termine di "Paramnesia" e sono relativi allo specifico dato di fatto che essi non possono spiegarsi semplicemente come ricordi dimenticati raffioranti per una sorta di affinità casuale o analogia con quanto casualmente sperimentiamo. Se è vero che questi "riaffioramenti" possono spiegare un gran numero di sensazioni similari, è altrettanto provato che esistono esperienze, come le suddette, in cui la soluzione non è così semplice.
La psicologia parla di riaffioramenti di stati d'animo, oppure si avanza la teoria di Bergson, secondo la quale, di norma, ricordo e percezione di un evento, ad un certo punto, si staccano e, di conseguenza, quando questo distacco non avviene, si verifica il caso di un "simil-ricordo". C'è ancora la visione freudiana del fenomeno, ove si consideri che per lo psichiatra austriaco gli ambienti sono solo rappresentazioni del grembo materno e, pertanto, quando tale significato simbolico diviene per qualche ragione particolarmente evidente, si verifica la presunta esperienza paranormale, si crede di "esserci già stati" o di "aver già vissuto quell'esperienza". Freud non esclude, tuttavia, che il fatto conoscitivo, cioè la visualizzazione di ambienti e parti di edifici mai viste prima, siano prodotto di chiaroveggenza o prospezione psichica paranormale di ambienti: un fenomeno che i parapsicologi chiamano "Psicoscopia". In questi casi, in base all'imput freudiano,
il soggetto potrebbe effettivamente venire a conoscenza di dettagli mai visti in precedenza di una data località o, addirittura ricostruirne l'intero complesso o, ancora, storia e vicende. Una variante parapsicologica, inoltre, ipotizza che si possa trattare di "chiaroveggenza viaggiante", cioè di episodi chiaroveggenti vissuti inconsciamente al momento dell'esperienza paranormale ma immagazzinati e latenti nell' inconscio del soggetto. Tali esperienze si "attivano" e risalgono in superficie non appena ci si viene a trovare nei luoghi effettivamente interessati dalla precedente chiaroveggenza.
Ma la più suggestiva, e per molti versi fantasticata ipotesi è quella reincarnazionista, secondo la quale, i ricordi affacciatisi così irruentemente alla coscienza dei soggetti, sono flash-back improvvisi di fatti e località già conosciuti in una precedente esistenza. Personalmente, pur credendo alla reincarnazione, sono del parere che la casistica di Paramnesia sia solo molto limitatamente spiegabile con questa ipotesi. Ciò che secondo me può provenirci dal "magazzino" inconscio delle nostre esperienze karmiche appartiene, piuttosto, alla sfera dell'emotività, della predisposizione e, tuttalpiù, dell'analogia. Per fare un esempio, tutti noi sappiamo bene come i profumi siano in grado di risvegliarci ricordi dettagliati e precisi; infatti noi possediamo nel nostro cervello un'area preposta alla memoria olfattiva molto più sensibile ed estesa di quello che ordinariamente si crede. Altrettanto dicasi per la musica: le melodie sono in grado di richiamare, nel nostro cervello, connessioni che credevamo dimenticate, e di trascinare con sè, per associazione (sinapsi?...), anche i ricordi olfattivi, creando con questo un quadro estremamente coinvolgente ed intimo di episodio mnemonico.
Ora, pur non potendo trovare, almeno finora, i parametri per comprendere quando questo avviene, credo che questi episodi possano occasionalmente superare i limiti temporali della nostra esistenza fisica e, proprio come in una "ipnosi retrospettiva", giungere ad una memoria più profonda o, se si preferisce, a dati più "remoti" registrati nel nostro inconscio. Dei "segnali scatenanti", o "eventi-stimolo", cioè, possono determinare un improvviso collegamento, più o meno limpido, con quanto immagazzinato nel grande serbatoio della nostra memoria globale, ossia quella composta dalla somma delle esperienze accumulate nelle successive esistenze. Dal punto di vista epistemologico, questo ragionamento risulta plausibile, ove si consideri che la teoria reincarnazionista concepisce la ragione stessa delle vite successive come accumulo di esperienze-prova per continui miglioramenti ed affinamenti dello spirito.
Pertanto, se ciò che si è vissuto come esperienza deve insegnarci qualcosa (deve, cioè, essere parte di un percorso), è necessario che le varie tappe esperienziali non spariscano o vengano cancellate ma facciano parte, invece, di un bagaglio specifico di eventi che, per la stessa natura della legge karmica, si trasformino di fatto in una continua mutazione in essere. L'evento, insomma, non si può cancellare: perché assolva alla sua funzione, esso deve continuare ad esistere e, esistendo, restare in qualche modo "accessibile" laddove stimoli od eventualità di varia natura rendano possibile una presa di coscienza più o meno consapevole. In tale senso, ritengo anche che quei casi che possono trovare valida spiegazione nella teoria della reincarnazione, emergano alla coscienza ordinaria solo sporadicamente e del tutto occasionalmente come, appunto, quando si verifica una concomitanza di fattori emotivi come quelli che in alcuni soggetti determinano la Paramnesia.
Ma molti altri casi, che io credo costituire la maggioranza dei comunque esigui episodi di ritorno a vite precedenti, si svolgono tuttavia su piani diversi dalla coscienza ordinaria; vengono, cioè "evacuati" dalla psiche nel corso di funzioni cerebrali automatiche. Alludo, qui, esplicitamente al sonno, con i sogni ai vari livelli, visto che il sonno, in ogni caso, è solo un'altra modalità di funzionamento sia della mente che del cervello. Anzi, per chi crede allo "spirito", cioè a questo quid superiore di individualità avulso dalla dimensione corporale, l'esperienza onirica è un'occasione molto più agevole e probabile di conoscenza extracorporea ed extra-temporale in cui è possibile, eventualmente, accedere anche a ricordi di vite precedenti. Tornando, però, alla Paramnesia che, come abbiamo visto, è inerente lo stato di coscienza ordinario, resta un problema di fondo, qualora si voglia considerare la teoria reincarnazionista: quello, cioè, se se si debba ridurre la paramnesia a reincarnazione o, viceversa, la reincarnazione a paramnesia.
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