La musica rappresenta da sempre uno strumento di grande espressione artistica che rileva le innate capacità dell’esecutore materiale del pezzo ma soprattutto la più intima natura del compositore; per molti è infatti facile distinguere un brano composto da Mozart o da Vivaldi.
Le differenze non sono solo quelle dovute alle caratteristiche "tecniche" della musica, che dipendono dal modo di fare musica di un particolare periodo storico, di una certa scuola o dal potere utilizzare certi strumenti invece di altri, ma soprattutto dall’estro creativo e vitale e dalla situazione esistenziale dell’autore; la composizione di un brano musicale è talmente complicata e vasta da risultare unica. La capacità di contenere e di testimoniare le informazioni vitali dell’artista nella musica è enorme; dall’ascolto si possono quindi ricavare preziose informazioni sul compositore.
Molti ricercatori si sono negli anni cimentati in questa ricerca con svariati mezzi di analisi; la recente tecnologia permette di verificare le variazioni istantanee di onde cerebrali di chi sta ascoltando musica. Uno studio fatto dal Prof. Helmut Petsche dell’Università di Vienna ha analizzato gli interessanti effetti della musica classica su un gruppo di ascoltatori. Con una particolare tecnica matematica è possibile infatti vedere dove si trova "il baricentro dell’attenzione" musicale nel nostro cervello che continuamente si sposta e fluttua da un emisfero all’altro ed inoltre si trova quali sono le frequenze cerebrali che più si armonizzano tra di loro. Questo ultimo parametro è molto importante in quanto attraverso la Riflessologia delle Onde Cerebrali, che mette in relazione ogni singola frequenza con una parte del corpo e con la sua capacità di rappresentare la gestione di un livello di informazione della vita, si comprende la capacità che ha un brano musicale di equilibrare al livello energetico una persona. Si viene così a scoprire che la musica di Mozart stimola la creatività e l’emisfero cerebrale destro legato alle emozioni, armonizza le onde alfa che descrivono il quarto livello d’informazione legato al senso di identità; Mozart, che ha raggiunto la maturità artistica da fanciullo, rappresenta un lato gioioso della musica classica e le sue composizioni "di cuore" sono un po' la panacea per tutte le disarmonie energetiche.
Da un punto di vista energetico il cuore è infatti un regolatore tra il basso e l’alto, ovvero tra istinti e mente. Bach invece è cinetico ovvero regola le onde theta dell’emisfero sinistro con le beta: da un punto di vista informativo energetico stimola la volontà e l’azione. Beethoven darebbe inoltre armonia nei processi mentali (onde beta) e aiuta la concentrazione e l’analisi unita all’intuizione; questo potrebbe essere spiegato dal fatto che, essendo diventato praticamente sordo, Beethoven componeva la musica a rigor di logica secondo uno stile melodico molto preciso. Per concludere citiamo un altro interessante esperimento voluto dal grande direttore d’orchestra Herbert Von Karajan, grande appassionato di psicologia e tecnologia. Sono state analizzate e comparate tra loro le onde cerebrali di Von Karajan e di tutti i componenti della sua amata Berliner Philarmoniker durante un’esecuzione; il risultato è stata una perfetta armonia su tutte le frequenze, tutti erano diventati un unico grande organismo. E tutto questo senza tecniche di meditazione ma semplicemente agendo insieme la stessa musica. È da notare inoltre che tutti i componenti della Berliner diretta da Karajan avevano con essa un contratto di lavoro a vita, il che indica quanto fosse realmente unito il gruppo, al contrario della maggior parte delle orchestre.
(Dalla rivista mensile Nuova Era e meditazione n. 34, edita da New Sounds Multimedia Vimercate - Milano - Proprietà letteraria riservata)