[AmadeuX BiblioForum]
Clicca qui per andare al sito di Audioterapia, Musica ed elementi subliminali benefici
16/03/2025 - 00:07:46
    [AmadeuX BiblioForum]                                     Ip: 18.216.188.48 - Sid: 757981729 - Visite oggi: 17600 - Visite totali: 76.176.379

Home | Forum | Calendario | Registrati | Nuovi | Recenti | Segnalibro | Sondaggi | Utenti | Downloads | Ricerche | Aiuto

Nome Utente:
Password:
Salva Password
Password Dimenticata?

 Tutti i Forum
 Forums e Archivi PUBBLICI
 ALTREVISTE BiblioForum
 LA PSYCHEDELIA E LA CONTROCULTURA

Nota: Devi essere registrato per poter inserire un messaggio.
Per registrarti, clicca qui. La Registrazione è semplice e gratuita!

Larghezza finestra:
Nome Utente:
Password:
Modo:
Formato: GrassettoCorsivoSottolineatoBarrato Aggiungi Spoiler Allinea a  SinistraCentraAllinea a Destra Riga Orizzontale Inserisci linkInserisci EmailInserisci FlashInserisci Immagine Inserisci CodiceInserisci CitazioneInserisci Lista Inserisci Faccine
   
Icona Messaggio:              
             
Messaggio:

  * Il codice HTML è OFF
* Il Codice Forum è ON

Faccine
Felice [:)] Davvero Felice [:D] Caldo [8D] Imbarazzato [:I]
Goloso [:P] Diavoletto [):] Occhiolino [;)] Clown [:o)]
Occhio Nero [B)] Palla Otto [8] Infelice [:(] Compiaciuto [8)]
Scioccato [:0] Arrabbiato [:(!] Morto [xx(] Assonnato [|)]
Bacio [:X] Approvazione [^] Disapprovazione [V] Domanda [?]

   Allega file
  Clicca qui per inserire la tua firma nel messaggio.
    

V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 10/09/2009 : 11:14:19
LA PSYCHEDELIA E LA CONTROCULTURA

di Ferdinando Santonicola

fonte: http://ferdybeat.altervista.org

Da un punto di vista storico-musicale la psychedelia è un genere molto più complesso di quanto si creda.

Cominciamo dalla parola. Il termine nasce dal lemma greco psyche (coscienza, anima) e dal verbo deléin (rivelare, mostrare). Ma tanto per complicarci le cose possiamo cominciare col dire che la psychedelia (dal lato teorico) è un processo “filosofico-mentale” grazie al quale le nostre più intime sensazioni ed i nostri profondi stati d’ animo vengono alla luce, scaturendo dal pensiero in un’ estasi che pone l’ accento su quel mistico che è in ogni nostra azione ma di cui spesso non ci accorgiamo. Qui è bene fermarsi, si rischia di navigare in un mare di sofismi incontrollati che non permettono di arrivare in porto. Molti si chiederanno: Si, ma tutto questo che cosa c’ entra con la musica? E’ vero, ad una occhiata superficiale questo discorso poco o nulla è coerente con la storia della composizione; ma si sa, questa non può prescindere dalla storia dell’ uomo. E’ giusto allora dare una coordinata temporale alla psichedelia cercando di inquadrarla nel suo contesto storico, nei suoi “usi e costumi”. Possiamo dire, senza correre il rischio di sbagliare, che il suo periodo d’ oro va dal 1967 al 1970. Partiamo dal 1965 però, periodo in cui la musica beat (ricordate i Beatles e gli Who?) sta spopolando in tutto il mondo, ma che si avvia verso una decadenza ormai annunciata; la ricerca di nuove sonorità e nuove soluzioni musicali diventa a dir poco vitale.

La prima tappa del nostro viaggio sono gli U.S.A., più precisamente la California. Qui migliaia di giovani, memori delle lezioni di grandi ribelli della letteratura beat quali Allen Ginzberg e Jack Kerouac (solo per citarne un paio), stanno sperimentando nuove forme di linguaggio, nuovi stili di vita, un nuovo modo di sentire e vedere il mondo. Il palcoscenico di questa travolgente cultura giovanile è la mitica <<Sunset Strip>> della californiana San Francisco. Qui masse di giovani che indossano buffi cappellini, vestono abiti sgargianti e portano i capelli un po’ più lunghi e disordinati rispetto a qualche anno prima, passeggiano praticando una vera e propria “via crucis” nei vari clubs e cantine dove si suona musica dal vivo; qualcuno parla di diritti civili e nuovi mondi. Questi giovani sono dei veri e propri hippies “acerbi” che tra qualche anno matureranno nei trip mistici della grande epoca dei fiori, che faranno esplodere il loro messaggio di “Peace and Love” nei grandi raduni di fine anni ’60.

Ma torniamo alla “nostra” <<Sunset Strip>>; dicevamo dunque che si sperimentavano nuove melodie, una nuova musica che a poco a poco abbandona le cadenze del beat classicamente inteso per sviluppare sonorità più acide e pungenti che ricordassero gli effetti subiti dalla mente durante le esperienze derivanti dall' assunzione di allucinogeni.

Il primo "linguaggio" rock da esaminare è il cosiddetto <<Garage Blues>> (si chiama così perchè per lo più suonato da gruppi di giovani che non possono permettersi una vera sala prove). Questo tipo di musica è fortemente caratterizzato dal suono sporco delle chitarre e dalla semplicità imbarazzante della linea melodica; un blues "rude" ed accattivante, capace di graffiare con i suoi suoni "acidi". Ecco un primo passo verso il nostro <<Acid Rock>>, "soprannome" della psychedelia.
I primi ad accostare questo termine a creazioni musicali sono stati i Blues Magoos ed i 13th Floor Elevators (rispettivamente con gli LP Psychedelic Lollipop [ ‘66] e The Psychedelic Sound Of 13th Floor Elevators [ ‘66]), due bands che emergono dalla scena garage.

Ovviamente la Psichedelia non è un discorso che abbraccia solo il Garage Blues: una band, infatti, che ha portato questo genere a definirsi (un pò involontariamente) è stata The Byrds, gruppo di ispirazione "dylaniana" votato al folk rock elettrico, che nel 1965 fanno uscire sul mercato il singolo Mr. Tambourine Man, successo intriso di sonorità brillanti ed atmosfere vagamente lisergiche, il quale riesce in modo perfetto a trasportare sul pentagramma quella che è l’ esperienza psichedelica.

Che fine hanno fatto la Sunset Strip ed i suoi figli dei fiori ancora in bocciolo? Sono cresciuti e si stanno formando nei cosiddetti <<Acid Tests>>, ovvero dei convegni dove si suona della musica dal vivo (ovviamente molto acida) e si distribuiscono grosse quantità di acidi (ovviamente molto lisergici!), che fino al 1966 saranno legali. Il fautore di questi meetings dello sballo cosmico è Ken Kesey (lo scrittore autore del celeberrimo romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”) che con i suoi appariscenti "pranksters" professa il culto di una psichedelia felicemente confusionaria ed altamente edonistica.

L' indimenticabile Timothy Leary, professore universitario (ex Harvard) che in quegli anni, tramite una serie di seminari, elogia le virtù degli allucinogeni e ne consiglia a tutti l’ uso, rappresenta il profeta dell' esperienza allucinogena come fase introspettiva e riflessiva che permette di mettere a nudo l' inconscio (Leary diventerà poi il “guru” del movimento hippy e conierà il motto che è anche il titolo di questo scritto. Ne combinerà di tutti i colori nel corso della sua avventurosissima vita [approfondire l’argomento su http://www.leary.com/]).

Da questo punto in poi la via verso la grande epopea dei fiori e dei suoi gloriosi figli sarà vicinissima, intensa e breve. Esploderà nella baia di San Francisco nel 1967 ed abbraccerà, nella sua ricca e fremente cultura, svariati aspetti tra cui l' esoterismo, la politica e la spiritualità.Ma torniamo alla musica; come si trasforma il discorso psichedelico? La risposta è fatta di suoni: dal ’67 in poi la psychedelia ha ormai la strada spianata, è pronta ad evolversi e a fare incetta di nuovi sostenitori, amplia il suo respiro blues per poi quasi abbandonarlo, si fa strada tra rumori allucinati e distorsioni visionarie, avvicinandosi in qualche raro caso verso lo sperimentalismo della musica d’ avanguardia (i Grateful Dead su tutti). Siamo ancora nel periodo dove le canzoni sono “imbrigliate” negli spazi angusti dei 45 giri, ma album come Anthem Of The Sun (’68 ) dei Grateful Dead e Surrealistic Pillow (’67 ) dei Jefferson Airplane regalano all’ ascoltatore dei viaggi fonici che approdano verso terre sconosciute, ampliando la durata dei brani che confluiscono l’ uno nell’ altro.
Non bisogna dimenticare ,inoltre, che lo strumento principe di questo genere è la chitarra (è lei nella maggior parte dei casi a creare sonorità corrosive) e non l' organo (lo stile Light My Fire, per intenderci)..

Allora come dimenticare colui che è stato definito <<The king of psychedelia>>? Jimi Hendrix, riprendendo la lezione dei clubs di musica garage, ma soprattutto del blues classico, riporta sulle corde della chitarra i sogni variopinti delle droghe tramutandoli in a soli funambolici mai uditi prima, tramite l’ ausilio di effetti acustici di sua invenzione che conferiscono alla chitarra (nelle sue mani diverrà una strana bacchetta magica) un suono grezzo e al contempo fantastico che sembra ripetersi all’ infinito; cosa non facile per un autore che ha composto perlopiù canzoni della durata di qualche minuto.

Ma anche gruppi che vengono dalla scena folk americana vogliono dire la loro. E’ il caso dei già citati Byrds che partendo dalla condizione di sperimentatori psichedelici “occasionali” (5D [’66 ] ), ampliano i propri confini musicali rivolgendo lo sguardo ed il cuore a suoni più vaghi e fiabeschi accentuandone i toni spirituali (Younger Than Yesterday [’67] ); oppure di Country Joe And The Fish che passeranno una sgargiante “mano” di vernice psichedelica sulla canzone di protesta e la ballata americana, travolgendo il pubblico (storica la loro partecipazione a Woodstock) con nuove teorie musicali (Electric Music For The Mind And The Body [‘ 67] ).Ma questi non sono che pochissimi esempi nel “mare magnum” della psichedelia americana che, come abbiamo visto, nella sua terra d’ origine rimarrà pressocchè legata agli ambienti del folk e del blues.
Per quanto concerne l’Inghilterra l’acid rock sarà strettamente legato agli ambienti del pop ed una volta affacciatosi verso la via del tramonto si farà largo tra le folle sfociando in un genere che non sarà parente prossima della psychedelia, ma che ne ricorderà le importanti lezioni musicali, ovvero il progressive.

Comunque sia, la <<rivelazione della coscienza>> è presente anche nei musicisti della terra d’ Albione, che pongono l’accento su toni e tematiche fiabesche, “vestendo” la musica di abiti coloratissimi e perlopiù eleganti.

Qui non possiamo far a meno di parlare dei favolosi Beatles che già con l’album Rubber Soul (’65) cominciano a “parlare” in modo diverso alla loro infinita schiera di fans: il discorso giungerà a compimento con gli albums Revolver ed il leggendario Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band (rispettivamente del ’66 e del ’67), dove un tardo beat va a mescolarsi con visioni orientali marcatamente lisergiche, che vengono allo scoperto grazie a lunghe sedute di studio (impareggiabile il lavoro incrociato di John Lennon e del produttore Gorge Martin). Nascono così nuove sonorità generate da manipolazioni di nastri magnetici e numerose sovraincisioni.

Ma sono presenti all’appello lisergico anche formazioni non proprio psichedeliche come gli Yardbirds (45 giri For Your Love) ed i Cream (45 giri Sunshine Of Your Love), che pur rimanendo strettamente legate al loro ambiente R&B, confezioneranno dei piccoli gioiellini psichedelici che faranno scuola qui e là.

La fucina della psychedelia britannica è senza dubbio l’ Ufo Club, dove svettano gli artefici di uno sperimentalismo eclettico, i Pink Floyd e colui che ne è stato il leader fino al 1968, ovvero Syd Barrett, che nonostante i suoi tumultuosi disturbi psichici porterà avanti un personalissimo discorso psichedelico.

Una band che non può non essere menzionata è The Creation, perché ha fotografato in maniera efficace quelle che erano le velleità della musica acida inglese (e perché no, forse anche di quella nordamericana) grazie ad una frase del chitarrista Eddie Phillips: <<Our Music Is Red With Purple Flashes>> (<<La nostra musica è rossa con lampi viola>>).

Come si muovono i giovani britannici su questo scenario?

L’esempio dei ragazzi della Sunset Strip che si stavano scrollando di dosso le piogge esistenziali della beat generation, viene appresa con entusiasmo dai “ragazzi della regina” che la mettono in pratica a modo loro, rendendola più appariscente e “festaiola”: è la nascita della mitica <<Swinging London>> (Qualcosa come la <<Londra che si dimena>>), che sarà sapientemente immortalata da Michelangelo Antonioni nel suo “Blow up”, film che vedrà la partecipazione degli Yardbirds. Poi sarà un incessante incamminarsi (come in America, anche se il fenomeno è più contenuto) verso il pacifismo di stampo hippie e la piena stagione dei fiori, che giungerà nell’ estate del 1967 al suo apice con la leggendaria <<Summer Of Love>> (<<Estate dell’ amore>>) e finirà (in parte in malo modo) con lo storico concerto dell’ isola di Wight (1970).

L’epopea dei fiori americana troverà il suo termine (per unità di giudizi) nel tragico festival di Altamont (Dicembre 1969), dove durante l’esibizione dei Rolling Stones un giovane di colore verrà accoltellato da un membro del temibile gruppo di motociclisti Hell’s Angel, che in quella occasione svolgeva (fortemente voluto da Mick Jagger) il servizio di sorveglianza. Da questo anno in poi il numero di hippies americani va assottigliandosi, resteranno, all’inizio dei settanta, solo pochissimi “reduci” che continueranno a contestare il mondo allontanandosi del tutto da esso, migrando in massa verso le campagne, costruendo delle comuni che vivono tutt’oggi.






Macrolibrarsi


English French German Italian Spanish


[AmadeuX BiblioForum] © 2001-2025 AmadeuX MultiMedia network. All Rights Reserved. Torna all'inizio della Pagina