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Inserito il - 19/08/2010 : 11:51:47  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Corso di gravidanza 2

di Bianca

(parte seconda)

°°°

IL BIMBO PARLA AI SUOI GENITORI DALL’UTERO MATERNO

Parla un bambino dall’utero materno:

“Sono felice che mi abbiate dato la possibilità di comunicare col mondo, perché ho tante cose da dire, anche a nome di tutti i bambini, quelli prossimi alla nascita, ma anche quelli che verranno concepiti in futuro.

Prima di tutto vorrei ringraziare la mia Mamma che, con molta dolcezza, mi fa giungere non solo il nutrimento che serve per la costruzione del mio corpo, ma anche le sue dimostrazioni di tenerezza manifestate in varie forme. Io sento tutte queste cose, sento che mi vuole già molto bene e che attende ansiosamente il giorno di potermi stringere fra le sue braccia. Anch’io non vedo l’ora che giunga quel momento per conoscere il suo volto, il suo profumo, il suo calore ! Ma dobbiamo attendere con pazienza. Intanto mi piace sentire la sua voce, specialmente quando mi parla. E anche se lo fa soltanto col pensiero, io la percepisco, perché in questo lungo periodo di nove mesi noi siamo un essere solo, anche se al tempo stesso siamo due persone distinte, ognuna co proprio destino e col proprio programma di vita.

E, come sento il suo pensiero, recepisco anche i suoi sentimenti e gioisco quando la sento serena e tranquilla. Se è tranquilla lei, lo posso essere anch’io; e, quando sono tranquillo, posso badare meglio alla costruzione delle cellule che devono andare a formare tutte le varie parti del mio corpicino. E’ un grosso lavoro, ma la mia Mamma mi aiuta facendomi giungere tutte le sostanze necessarie più pure e più importanti. Io le sono molto grato, anche perché tutto quello che mi manda è intriso di amore. I suoi pensieri e i suoi sentimenti, tutto è intriso di amore, ed è così che ricevo gli elementi necessari per formare anche la mia psiche. E questa collaborazione è bellissima. Grazie, Mamma !

Quanto mi piace quando canta per me ! Sento che udire delle belle musiche mi fa bene e mi aiuta a crescere. La Mamma conosce tante belle canzoni. Ci sono delle ninnananne dolcissime, e sono sicuro che me le canterà anche dopo, quando sarò nella mia culla. Udendo i canti che già conosco, nei momenti di agitazione certamente mi calmerò, perché capirò che la nascita era soltanto un passaggio dal prima al dopo.

Forse, è proprio per questo che le mie orecchie sono già in grado di udire, per memorizzare tutto sin da ora e per riconoscerlo e apprezzarlo meglio dopo. Infatti, conosco tutti i rumori della mia casa esterna: il telefono, l’aspirapolvere, ma quello che mi piace di più è la voce della mia Mamma, non solo quando mi parla, ma specialmente quando canta.

Sono trascorsi cinque mesi e sono già in grado di partecipare a tutto ciò che accade nel mondo circostante. Non riconosco soltanto la voce della mia Mamma, ma anche quella più grave del Papà. Che bello quando mi accarezza ! In realtà, lui accarezza il pancione della Mamma, ma io sento che è lui. E’ un tocco speciale che mi fa gioire tutte le volte. E, quando giochiamo a ‘calcetto’, come mi diverto ! Anche Mamma e Papà si divertono, perché mi sentono presente, e io sono felice più di loro perché sento di essere atteso e amato. Infatti, per noi piccini, l’amore è un nutrimento fondamentale.

Mi dispiace per tutti i bambini che in passato non hanno potuto vivere questi momenti così gioiosi. Una volta tutti credevano che, prima della nascita, noi piccini fossimo degli esserini insensibili, incapaci di percepire alcunché, nemmeno il dolore fisico. Dicevano che soltanto alla nascita saremmo diventati una persona; prima ci consideravano soltanto una massa di cellule. Solo la nostra Mamma ci portava nel cuore, Purtroppo, a volte nemmeno lei, ma di questo non voglio parlare. E’ troppo doloroso.

Ora tutto è diverso, e ciò lo dobbiamo ai numerosi gli scienziati e ai ricercatori che ormai da tanti anni sondano il nostro mondo che sta nella pancia della Mamma. Lo possono fare perché ora dispongono di apparecchi, che però a noi piccini non piacciono affatto perché sono terribilmente rumorosi. E’ però vero che ora Mamma e Papà possono osservarci su una finestrella, e per loro questa possibilità suscita una forte emozione, in quanto si trovano di fronte a una realtà che prima era in gran parte ancora soltanto un sogno. Così ci possono vedere succhiare il pollice o mentre facciamo la pipì, ci vedono mentre ci muoviamo e, molto spesso, riescono persino a capire se siamo un maschietto o una femminuccia. Di solito è il Papà che vorrebbe sapere, mentre la Mamma dice che per lei non è importante, purché il bambino sia sano e perfetto.

Intanto i medici ci osservano, ci controllano, ci misurano e giudicano se tutto procede bene. Per noi, però, la cosa non è tanto gradevole; ho sentito dire che saremo tutti una generazione di giovani amanti degli elicotteri, perché l’apparecchio che ci scruta fa lo stesso rumore, tutto a colpi. A volte entrano nel sacco che ci racchiude con un ago molto lungo per prelevare del liquido, e questa è una cosa che fa paura. So che certi bambini riescono con la manina ad allontanare l’ago per paura che faccia loro del male. Sono tutte cose strane, però dicono che siano importanti.

Comunque, è a tutti i ricercatori che dobbiamo essere grati, perché sono stati loro a metterci nella posizione che meritiamo, facendo sì che anche noi nascituri veniamo presi in considerazione e curati come è giusto fare, perché anche noi abbiamo delle esigenze, non soltanto i bambini già nati. In generale si parla sempre solo di loro, mentre anche noi siamo il futuro di una società in fase di rinnovamento.

Una cosa che mi piace tanto è quando Mamma e Papà vanno a fare una passeggiata in mezzo alla natura. In quelle occasioni sento proprio che mi giunge l’apporto benefico di qualcosa che chiamano ‘ossigeno’. Dicono che sia molto importante per la formazione del nostro cervello. Dicono che quando il cervello è bene sviluppato, ciò vada a beneficio anche di tutti gli altri organi. Infatti, io sento che è proprio così. Spero proprio che Mamma e Papà vadano spesso a fare un giretto in campagna, non soltanto per me, ma anche perché per loro è un momento di incontro molto bello. La maggior parte del loro tempo lo trascorrono sempre al lavoro, per cui queste belle passeggiate sono momenti di riavvicinamento che, includendo anche me – perché i loro discorsi sono sempre rivolti al futuro con il loro bambino, che sarei io – aiutano a consolidare quello che chiamano ‘bonding’ (legame) Mamma/Papà/bambino, che ci terrà vicini e uniti anche in seguito. E questa unione mi dà molta tranquillità e sicurezza, perché sento che avrò in loro sempre dei grandi e sinceri amici.

Ora sono contento di aver potuto dire tutte queste cose. Ce ne sarebbero molte altre da aggiungere, ma lo farò un’altra volta. Ah, no, ho ancora due cose da far sapere: una è che quando dovrò nascere, vorrei che il mio Papà fosse con noi, per assisterci ed esserci vicino, e sono sicuro che anche la Mamma lo vorrebbe. La seconda è che, subito dopo la mia nascita, avrò bisogno di rimanere con la mia Mamma. Il passaggio da feto a bambino è un momento molto delicato, e vicino alla mia Mamma mi sentirò più protetto e al sicuro. Appena nato, è importante che io rimanga accanto alla mia Mamma, anche per incontrare il suo sguardo e ricevere i suoi baci e le sue carezze. Dobbiamo rimanere insieme per far nascere nella realtà tutti quei sentimenti che avevamo sognato nei mesi precedenti. Che gioia grande sarà essere preso fra le sue braccia!

La presenza di Papà sarà pure molto importante. Vorrei che fosse lui a tagliare il cordone ombelicale e a separarmi dalla Mamma per costituire così la nostra famiglia. Sarebbe bello che fosse Papà a farmi il primo bagnetto. Noi piccini siamo molto sensibili a queste amorevoli attenzioni, che ci aiutano a dare un inizio gioioso alla nostra esistenza nel mondo. Si chiederanno tutti: ma come fa a capire, a distinguere le parole, a sentire quello che gli dicono ? Infatti, non sono i significati delle parole che mi giungono, ma quel flusso di sentimenti profondi che superano tutte le barriere, che non ha bisogno di frasi o di concetti, ma che giunge diretto al mio cuoricino, sempre molto sensibile e aperto a ogni sentimento sincero e amorevole.

E’così che vado incontro con tanta fiducia alla mia vita nel mondo, e sento che sarò una creatura che vive in positivo, con tutte le conseguenze del caso, grazie naturalmente alla mia Mamma prima di tutto, ma anche a Papà e a tutti coloro che già mi aspettano con tanto amore. Quello che vorrei aggiungere è che nella Carta dei Diritti dei Bambini sarebbe giusto che venissero contemplati anche i diritti dei bambini che devono ancora nascere. Infatti, vorremmo far valere il nostro diritto di nascere in una famiglia che ci ha concepiti perché ci desiderava veramente, che ci ama già sebbene non ci conosca ancora personalmente e che possa darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno per andare incontro a una vita sana, piena di interessi e utile alla nostra crescita fisica e psichica, alla nostra famiglia e a tutta la società. Si eliminerebbero così tanti guai e dispiaceri che attualmente formano la preoccupazione di tutti.

Noi non abbiamo tante pretese; abbiamo bisogno soltanto di essere amati, perché per noi l’amore è cibo.

E se riceviamo tanto amore oggi, quando saremo grandi lo restituiremo in dose centuplicata, per il bene di tutti.

Con tanta gratitudine

Un bambino prenatale

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Le parole del bambino prenatale rispecchiano i concetti enunciati dai numerosi scienziati e ricercatori di tutto il mondo che esplorano e studiano il mondo intrauterino e tutto ciò che riguarda la formazione fisica e psichica del bambino prima della nascita. L’ignoranza di un tempo non è più tollerata, tanto più se si considera che, quale periodo determinante, la fase prenatale si riflette su tutto il resto dell’esistenza .

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IL PADRE - DIVENTARE GENITORI INSIEME In passato, la maggior parte degli studi sul comportamento dei genitori durante la vita prenatale e il loro effetto sul bambino in utero si focalizzavano sul comportamento delle madri. Quasi nessuno si era soffermato sul comportamento dei padri. Iniziare a introdursi in questo campo rappresenta un passo molto importante.

Attualmente si incontrano giovani padri che denotano un comportamento protettivo e amorevole verso la propria donna in gravidanza; sono quei padri che attendono di dare il benvenuto al loro bambino a braccia aperte.

I padri che manifestano questo comportamento proteggono e amano il loro bambino prenatale, si accertano che esso cresca in buona salute, che sia bene accudito e che riceva tutte le attenzioni necessarie. Essi parlano col bambino, cantano per lui, giocano con lui e lo accarezzano attraverso il pancione della madre, gioiscono quando sentono i colpetti dei suoi piedini e ascoltano il battito del suo cuoricino. Questi sono padri presenti, e, benché non se ne rendano conto, sono in comunicazione col bambino anche quando si dimostrano amorevoli verso la madre. Questi padri dimostrano empatia quando la madre è affaticata o non sta bene, e si danno da fare in casa più del solito.

Essi sono quei padri che accompagnano la madre al corso di preparazione al parto, che imparano a massaggiare la loro donna e che si sentono coinvolti con un interesse sorprendente, come se fossero loro a dover partorire.

La gravidanza non è esclusiva della donna, ed è giusto che la coppia la viva insieme, perché è proprio durante la gravidanza che si instaurano i giusti equilibri all’interno della coppia. Per la donna, il periodo della gestazione può presentare varie difficoltà sia dal punto di vista fisico che psicologico. In questi casi il padre reagisce con molta dolcezza e una buona dose di pazienza e di comprensione.

Durante il parto, il padre rappresenta un importante sostegno per la donna, e nella maggior parte degli uomini la partecipazione viene vissuta positivamente. Gli uomini seguono le contrazioni, respirano insieme alla donna e soprattutto agiscono da continuo e amorevole incoraggiamento. E’ proprio durante questo periodo che si rendono evidenti i ruoli di ognuno, specialmente il ruolo del padre che, già iniziato durante la gravidanza, per troppo tempo gli era stato negato.

Infatti, per infondere in sé una nuova immagine paterna e per assolvere bene a tale funzione, è bene iniziare a creare un saldo legame in seno alla triade sin dal primo momento della gestazione, possibilmente ancor prima, territorio ancora vergine per la maggior parte degli uomini in quanto i padri del passato non avevano mai affrontato questo argomento. Gli uomini non possiedono una chiave di accesso al mondo intrauterino, tuttavia ora sono in grado di attivare un legame profondo e soddisfacente con i loro figli già molto prima della loro nascita, con grande gioia della madre. A nascita del bambino avvenuta, dichiarano di aver vissuto tale esperienza con un’intensità e una felicità che non avevano mai immaginato di essere in grado di provare.

Questi sono i padri della nuova generazione. Nessuna nostalgia, quindi, per la figura autoritaria del passato che non partecipava alla nascita dei bambini e che otteneva obbedienza assoluta dai figli di qualunque età, lasciando per sempre danni impressi nell’anima. Fortunatamente non erano proprio tutti così, ma pur sempre troppi.

Oggi ci vogliono padri che sappiano rispondere nel modo più vero alle necessità dei figli, a qualunque età., che rappresentino un punto di riferimento importante. E non c’è modo migliore di conoscere il proprio figlio per poter svolgere in pieno il proprio ruolo di genitore, come quello di averlo seguito con amore sin dal concepimento.

Il padre rappresenta il terzo polo nel triangolo familiare, cioè l’elemento maschile che favorisce – quando è giunto il momento – il distacco dalla madre proiettando il figlio verso il mondo.

Il ruolo del padre è quello di iniziare il figlio alla vita, di fargli da ponte verso la società, soprattutto a partire dai 7, 8 anni, indicando, attraverso i suoi comportamenti, le norme e i limiti e sostenendolo nelle prove che deve affrontare, a cominciare dalla scuola. Ed è nello spirito del dono, non dello scambio, che il padre svolge la sua funzione educativa, senza aspettarsi alcuna ricompensa. La ricompensa, se ci sarà, verrà quando il figlio sarà cresciuto.

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IL CONCEPIMENTO

Mettere al mondo un figlio non è una decisione che si possa prendere alla leggera. Il ritmo della nostra giornata, le nostre incertezze, le nostre paure, le nostre esigenze, tutto ci impone di riflettere. Ed è giusto. Infatti , la presenza di un bambino assorbe per parecchi anni tutta la nostra attenzione, e si deve essere disposti a rinunciare a tanti momenti della giornata che normalmente ci appagano. Nell’affrontare l’arrivo di un bambino ci si deve preparare a cambiare totalmente il nostro stile di vita per adattarci al nuovo compito. In compenso, però, si va incontro a una gioia così grande, capace di annullare il disagio di ogni rinuncia.

Per poter fare una valutazione corretta e imparziale, i potenziali futuri genitori dovrebbero essere adeguatamente informati su tutti gli aspetti positivi e gioiosi, ma anche su quelli più impegnativi dell’avere un figlio e la relazione con lui non solo dopo la nascita ma anche prima, vale a dire durante la gestazione intesa quale periodo determinante della vita di ogni individuo nel quale si rispecchia tutta l’esistenza futura.

Al giorno d’oggi sono ormai molte le coppie che, per affrontare un compito così determinante come quello di diventare genitori, cercano di affinare la loro sensibilità e accrescere le loro competenze preparandosi per tempo all’impresa.

Fra tante altre cose, è utile che sappiano che, come ci insegna la fisica, ogni cellula che possiede determinate caratteristiche, moltiplicandosi, trasmette alle nuove cellule le medesime qualità. Quindi, se la cellula iniziale è impregnata di forti vibrazioni d’Amore, lo saranno anche tutte le altre. Nascerà così un bambino concepito nell’Amore. Infatti, l’Amore è cibo, è vita per il bambino in formazione. Ogni bambino dovrebbe nascere all’insegna dell’Amore, solamente se veramente desiderato. Non dovrebbero più venire al mondo bambini non voluti.

Inoltre, come il contadino che, per ottenere un buon raccolto, ara la terra del suo campo, la ripulisce da sassi e da erbacce, poi la concima e, quando tutto è pronto, prima di gettare il seme, cura che questo sia fresco e sano, così dovrebbero fare anche i futuri genitori : preparare il terreno migliore sul quale far nascere una nuova vita. Ciò vuol dire: non soltanto controllare il proprio stato di salute, ma anche risolvere tensioni e vecchi rancori nei confronti di genitori, parenti e amici, per andare incontro alla genitorialità senza vecchie zavorre che spesso appesantiscono l’esistenza. Un figlio ? Sì, ma quando si è sicuri di potergli dare tutto ciò di cui ha bisogno. La stabilità affettiva, la sicurezza economica, il tempo e lo spazio sono certezze che oggi si cerca di raggiungere prima di mettere al mondo un figlio. Ed è proprio questo il fattore che contribuisce a dar luogo a una maternità e a una paternità più consapevoli.

Oggi è sempre più raro che un bambino sia figlio della fatalità, del caso. Sempre più spesso invece, è figlio del desiderio. La contraccezione, diffusa dagli anni settanta, ha cambiato il modo di diventare genitori. Un figlio dovrebbe comunque essere concepito quando fra i due partners si è stabilita una forte e profonda intesa. Infatti, un figlio dovrebbe nascere quando lo si vuole davvero, non quando “arriva”, come succedeva in passato.

Ma il desiderio di un figlio non può sottostare sempre alla logica della ragione. E’ qualcosa di molto forte, istintivo, “passionale”, che proviene anche dalle regioni dell’inconscio, che a volte fa irruzione nel legame di coppia magari proprio nel momento meno opportuno.

E’ importante, comunque, riuscire a dare spazio anche all’imprevisto e accettare che accada qualcosa di non completamente programmato. Una volta avvenuto il concepimento, vivere la gravidanza solo nell’ansiosa attesa di conoscere finalmente il proprio bambino sarebbe perdere l’occasione unica e irrepetibile di assaporare il periodo di nove mesi come uno dei momenti più ricchi e belli in termini di dialogo e di affettività non solo nella relazione con il bambino ma anche fra i futuri genitori.

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LA GENITORIALITA’

Sia la madre che il padre intrecciano fantasie attorno al bambino che verrà, ancora tutto da inventare, processo interiore questo molto importante per diventare genitori. Si prepara così anche uno spazio mentale, affettivo, nel quale accogliere il piccolo ospite.

L’uomo, prima ancora che egli nasca, proietta sul figlio una futura realtà, con contorni precisi, come i comportamenti e i progetti che lo legheranno al figlio. E’ quindi un modo molto attivo e concreto di immaginare il figlio e la relazione con lui basata sul ‘fare insieme’. La donna, invece, tende a immaginare il bambino ancora come parte di sé, all’interno del suo corpo e della sua mente. E, se lo immagina già nato, è un bambino ancora molto piccolo, da stringere fra le braccia, da nutrire, coprire, riscaldare, coccolare……………

Comunque, durante l’attesa, è bene non consolidare il proprio desiderio che nasca un maschietto piuttosto che una femminuccia. Se nasce una bambina mentre i genitori desideravano tanto un maschietto, la bambina percepisce di non essere quel figlio che i genitori volevano, e questa sensazione le potrebbe turbare l’esistenza.

Finché la fantasia dei genitori si esprime in un ventaglio molto ampio di possibilità, l’avvenire del bambino rimane aperto, non pregiudicato dai loro desideri. Se gli si lascia spazio, sarà poi il bambino stesso a pretendere, a poco a poco, di essere accettato per ciò che è e non per ciò che avrebbe potuto essere: un maschietto o una femminuccia.

Non va comunque dimenticato che, mentre durante la gravidanza, mamma e bambino formano un corpo unico, al tempo stesso si tratta di due persone distinte, ognuna con un proprio destino e un proprio progetto di vita. Il bambino nasce infatti libero, e costruire limiti per chi nasce libero è un delitto.

Fino che il bambino è piccolo, ingenuo e portato a credere a tutti, è facile che venga a trovarsi nella rete delle costrizioni, ma poi, a mano a mano che prende coscienza, sente che gli manca l’ossigeno, la luce e lo spazio vitale di cui ha bisogno per la sua crescita. Ed è così che nasce l’infelicità e la perdita della stima di sé, che porta all’inversione di marcia. La strada in salita diviene un percorso in discesa, un tragitto di ripiego, un cammino all’inverso, una resa, un’oscura ritirata. Di fronte a una disparità di forze, il bambino si adegua per garantirsi la sopravvivenza. Ma questa accettazione obbligata è il seme della ribellione, della prepotenza e della violenza. Un’incomprensione, infatti, può rallentare una crescita più della mancanza di un pasto. Per crescere ci vuole soprattutto Amore. La mancanza di Amore, di gioia, di armonia con sé e con gli altri porta inevitabilmente alla malattia e alla rottura del proprio equilibrio.

Oggi il desiderio di paternità è più legato a sentimenti, sogni, fantasie, spesso inconsci. Il figlio che l’uomo desidera è un bambino immaginario, come la parte migliore di sé, ciò che avrebbe voluto essere e non è stato, un bambino al quale dare tutto ciò che lui avrebbe voluto avere e che non ha avuto. E questo rende l’uomo più incline a raccogliere i messaggi e le fantasie inconsce, legate a un sogno di paternità più affettivo che sociale.

Ora sta emergendo una nuova figura di padre, un padre che sa scendere dal suo piedestallo per vivere in sintonia con la propria donna e il proprio bambino. Questo nuovo padre è più a contatto con le esperienze quotidiane, anche perché oggi l’uomo è più capace di un tempo di accettare e utilizzare le componenti “femminili” della propria personalità, come la tenerezza. Si tratta di una trasformazione del tutto nuova, ancora in atto.

C’è anche una maggiore capacità da parte dell’uomo di condividere quel misterioso evento che la donna vive dentro di sé con la gravidanza. E lo dimostra in molti modi, anche attraverso la tenerezza del contatto corporeo, della vicinanza fisica e non solo sessuale, come quando accarezza il pancione o vi accosta l’orecchio per sentire il battito cardiaco del bambino Il padre partecipa alla felicità, alla soddisfazione, all’orgoglio della donna per il bambino che cresce dentro di lei. Ma anche alle sue ansie, alle sue preoccupazioni. La accompagna dal ginecologo, ai corsi di preparazione al parto, sceglie con lei il corredino, la culla, il nome. Si sente meno lontano dal bambino anche attraverso la visibilità dell’ecografia. .

Si tratta di un fenomeno di costume che rivela un profondo cambiamento, una partecipazione molto più intensa dell’uomo alla gravidanza su tutti i piani: fisico e affettivo. Se il nuovo Papà segue con tanta partecipazione l’evoluzione del proprio bambino ancor prima della nascita, continuerà indubbiamente a farlo anche dopo, accompagnandolo passo per passo durante l’infanzia, l’adolescenza e oltre, fino che il figlio avrà acquisito in seno alla famiglia basi solide per spiccare il volo, rendersi indipendente, autosufficiente e vivere la propria vita. La famiglia sarà per lui sempre comunque un importante punto di riferimento. Un figlio cresciuto in un ambiente sano non sentirà mai il bisogno di aggregarsi a un “branco” per trovare compagnia. Anche se lontano dai genitori, un figlio cresciuto nell’amore, nell’armonia, nel rispetto e nella comprensione sarà sempre riconoscente per quel prezioso bagaglio di valori che ha ricevuto.

Il poeta Kalil Gibran, nel suo libro : “Il profeta” scrive :

“I vostri figli non vi appartengono. Sono i figli dell’appello che la Vita fa a se stessa. Voi li mettete al mondo ma non li create. Vivono con voi ma non sono cosa vostra. Potete donare loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno le loro proprie idee. Potete dare una dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime, poiché esse abitano nella casa del domani dove voi non potete entrare, neppure in sogno. Potete sforzarvi di essere come loro, ma non tentate di renderli simili a voi, poiché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri. Voi siete gli archi con i quali i vostri figli vengono lanciati nel mondo come frecce viventi.”

Libri raccomandato: “Il papà incinto” – Autore Jack Heinowitz – Bonomi Editored

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ACCOMPAGNAMENTO ALLA GRAVIDANZA E PREPARAZIONE AL PARTO

Normalmente si chiamerebbe “Preparazione al parto”- e questo per la verità è lo scopo finale – ma quello che ogni mercoledì si fa all’ELIOTROPIO www.eliotropio.org è molto di più. E’ un vero e proprio ACCOMPAGNAMENTO ALLA GRAVIDANZA a tutti i livelli. E’ un arricchimento non soltanto di nozioni utili ma anche di aspetti interiori, è un risveglio delle coscienze che rende le Mamme capaci di assaporare la bellezza del compito che si apprestano a svolgere.

Teoricamente, dovrebbe iniziare ancor prima del concepimento, perché va verso la scoperta di un nuovo modo di considerare la nascita di un figlio, verso un mondo nuovo che le Mamme non conoscevano. Lo dimostra la gioia con cui esse prolungano l’incontro del mercoledì a volte persino di ore, tale è il desiderio di chiedere, di voler sapere, di parlare con Evelyne Disseau e con le sue collaboratrici, di non voler andar via, di gustare l’atmosfera amichevole che si crea in quelle occasioni. Per loro è un momento prezioso per attingere a una fonte estremamente amorevole, ma anche dotata di grande competenza.

E che cosa dire dei Papà ? Sono straordinari, immancabilmente presenti, così interessati e coinvolti come se fossero loro a dover partorire. E nelle lettere che scrivono a Evelyne Disseau e alle sue collaboratrici dopo la nascita del figlio esprimono la loro gratitudine per essere stati seguiti, istruiti e accompagnati verso un’esperienza talmente meravigliosa come non l’avrebbero mai immaginata : la nascita del loro figlio.

Basti leggere il programma dell’ELIOTROPIO per capire quanto ricca è la gamma di informazioni che Evelyne Disseau trasmette, e se si pensa che tutto questo coinvolge anche il bambino che è il protagonista principale della situazione, una cosa è certa: Mamma, Papà e bambino beneficiano di questi straordinari momenti di apertura verso una nuova coscienza, una nuova consapevolezza che apre ai veri valori della vita.

Ora Evelyne Disseau, in seguito a varie richieste pervenute da Mamme che non abitano a Milano e che non possono partecipare di presenza, si è resa disponibile a trasmettere loro per corrispondenza o via Internet tutte le informazioni utili affinché ricevano comunque un’adeguata preparazione e si sentano accompagnate e non sole in un periodo in cui la donna, dato il delicato momento che sta vivendo, ha bisogno di essere sostenuta in tutte le sue esigenze.

Le attività che si svolgono all’ELIOTROPIO sono le seguenti :

• Discutere i problemi più importanti vissuti durante la settimana. • Imparare come respirare normalmente nonché durante il travaglio e il parto • Analizzare i sogni della settimana • Alimentazione e igiene in gravidanza • Osservarsi e adattarsi al cambiamento del ritmo della vita • Yoga: esercizi dolci che richiamano alla consapevolezza, alla conoscenza del corpo e della mente, abbinati alla respirazione che permette un autocontrollo. Esercizi che svolgono un’azione benefica sull’elasticità dei tendini e dei legamenti, sulla tonicità dei muscoli in generale e del pavimento pelvico in particolare. • Imparare a rilassarsi. • Conoscere lo sviluppo del bambino dal concepimento alla nascita e oltre. Imparare a conoscere il bambino in utero e a comunicare con lui tramite la voce e l’interiorizzazione. Si utilizzano musica e canto. Imparare a giocare col bambino in pancia. • Ritrovare il proprio corpo attraverso la danza orientale. Ballare col bambino. • Creare, dopo un rilassamento profondo. • Partecipazione del padre a tutte le attività. • Imparare a conoscersi meglio attraverso l’analisi transazionale. • La comunicazione in gravidanza : nella coppia, con la famiglia e la società. • La separazione dalla propria madre. • La preparazione al parto • Shatsu: i punti del parto • Il Post-partum • La preparazione all’allattamento • Il neonato • Educare il figlio • Corso per soli papà un sabato mattina al mese. • Corso per i nonni nel pomeriggio di un sabato del primo mese dopo la nascita. • A titolo sperimentale inizierà l’ “audiopsicofonologia” in gravidanza. • E tante altre cose ancora……..

Per saperne di più clicca su www.eliotropio.org

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LA GRAVIDANZA

“Mille sensazioni e sentimenti ti hanno travolta quando hai saputo di aspettare un bambino. L’avventura della nascita inizia così, tra un turbine di stupore, di gioia e di timore……Ma ora rilassati e gustati, giorno per giorno, la più meravigliosa delle esperienze.

“Non sei tu che dai la vita ma è la vita che entra in te, lavora in te e compie la sua opera. Tu devi essere pronta a riceverla, ad accettarla, a collaborare. Pronta a dare tutto di te: il tuo corpo, la tua mente, le tue emozioni; ma anche a ricevere tanto quando entrerai i contatto visivo con il frutto di questa energia e potrai toccare e abbracciare il tuo piccolo.

“Tuo figlio non è una tua proprietà. Tu gli hai permesso di entrare nel mondo e tu lo crescerai con tutto il tuo amore.

“Non solo per lui svolgerai questo lavoro, ma per tutti, poiché tuo figlio è parte integrante di tutto l’universo; e se lo aiuterai a crescere sano e forte nel corpo, libero nella mente e buono nei sentimenti, sarà una nota armoniosa nella grande sinfonia universale”

Francesca Palmegiano

************************* La vita prima della nascita è un tema affascinante che coinvolge aspetti scientifici, sociali e psicologici che mai fino a qualche anno fa si sarebbero immaginati. Infatti, ora si sa che l’essere umano è la somma delle sue esperienze che cominciano molto presto, già all’interno del grembo materno, esperienze che avranno un grande impatto su tutto il resto della sua vita.

Ma da dove pensate che vengano queste influenze ? E’ la madre la principale fonte di tutto ciò che il bambino può ricevere durante la sua formazione. Lo diceva già Leonardo da Vinci quando affermava che: “Un desiderio intenso, una paura, una forte emozione che prova la madre, o una grande pena nel suo spirito, hanno più potere sul bambino che sulla madre.”

Durante il periodo della gestazione, il bambino immerso nel sacco amniotico, è come un registratore acceso sul quale viene inciso tutto ciò che la madre compie, pensa e sente in modo consapevole e non. Quindi tutto ciò che riesce a dare alla madre benessere, serenità ed equilibrio andrà sicuramente a vantaggio anche del bambino.

Oggi la scienza ci presenta il bambino prenatale come un piccolo essere intelligente, socievole, bisognoso di affettività e desideroso di dialogo, di attenzioni e di amore, dotato di sorprendenti capacità di apprendimento. Infatti, a partire dal concepimento, tutto ciò che il bambino vivrà, costituirà la base per la costruzione della sua personalità e per la sua apertura verso la vita.

Sei soprattutto tu, madre, che puoi aiutare il bambino a valorizzare tutte le sue doti innate facendogli giungere tutta una serie di stimolazioni che lo aiuteranno nella sua evoluzione sia fisica che psichica, per giungere alla nascita con un ricco bagaglio di esperienze positive.

Per esempio: accarezzando il pancione e parlando dolcemente al bambino gli farai comprendere quanto è desiderato e amato. Inoltre le tue carezze stimoleranno il suo sistema nervoso. Anche cantare al bambino è molto utile, in quanto le dolci melodie che gli farai sentire non serviranno soltanto a dargli il piacere di udire suoni piacevoli, ma le vibrazioni che giungono al suo orecchio – che al quinto mese avrà raggiunto la sua forma definitiva – saliranno al suo cervello non solo per favorirne lo sviluppo ma anche per far nascere in lui l’amore per la musica. Mozart e Vivaldi sono i compositori preferiti, perché molto melodici.

Nelle tue meditazioni o nelle preghiere immaginalo dentro di te nella posizione del loto. Farà bene anche al tuo piccino sentirsi incluso nei tuoi momenti di elevazione spirituale. In ogni momento della giornata, dagli modo di partecipare ai tuoi pensieri e a tutto quello che fai. Se hai un hobby che ti sta a cuore, questo è il momento di coltivarlo: dipingere, suonare uno strumento musicale o praticare qualunque altra attività che a te piace in modo particolare. Anche il papà potrà collaborare in questo senso accarezzando, parlando, cantando…….

Tutto questo creerà nel bambino un vissuto che egli porterà con sé alla nascita e che emergerà negli anni successivi in forma benefica.

Ora, se la prima fase si svolge in maniera positiva, saranno positive anche tutte le fasi successive. Ed è proprio sulla base di questo principio che deve procedere la gravidanza. Sapendo che il bambino in gestazione partecipa a tutto, verrà spontaneo alla madre l’impegno di trasmettere alla sua creatura tutto il meglio possibile in fatto di nutrimento psichico e fisico per farle comprendere con quanto amore è stata accettata e con quanta gioia e con quanto rispetto mamma e papà la seguiranno giorno per giorno, in attesa di poterla stringere fra le loro braccia.

Tutto questo faciliterà la creazione di un forte legame prenatale fra mamma e bambino: condizione fondamentale che crea i presupposti per la salute di entrambi, presupposti che continueranno anche dopo la nascita.

L’amore e la gioia sono due elementi indispensabili per il benessere del bambino. Ma non deve mancare nemmeno il rispetto del lavorio che sta avvenendo dentro di lui se si pensa con quale rapidità e con quanta saggezza si moltiplicano le cellule del suo corpicino per arrivare alla scadenza dei nove mesi con una struttura completa e funzionante. E’ un compito straordinario al quale non si pensa mai, ma che ha del miracoloso.

Per esempio: è straordinario ciò che avviene al momento della fecondazione, cioè dopo che le due piccolissime cellule, l’ovulo e lo spermatozoo, si sono unite. La cellula così ottenuta, che contiene l’informazione genetica proveniente dal padre e dalla madre, produce due cellule figlie che a loro volta si dividono fino a formare una moltitudine di cellule. La cellule figlie non sono però tutte uguali e a mano a mano che si producono, si raggruppano per andare a formare i vari organi. Come per magia, ogni cellula conosce il proprio destino. Alcune si raggruppano per formare il muscolo cardiaco, altre diventano cellule nervose, e così via. Comunque, i codici genetici fanno sì che ogni organo si sviluppi ‘nel modo giusto’. Altre cellule, nel moltiplicarsi, vanno a costituire la placenta e le membrane che formano attorno al feto il sacco amniotico per proteggerlo e isolarlo. La placenta contiene inoltre cellule derivanti dalla madre, quindi quest’organo appartiene sia alla madre che al figlio.

Un altro esempio: consideriamo gli occhi, queste due piccole fessure praticate nel visino del bimbo, dotate di una copertura, la palpebra, per proteggere il bulbo oculare che sta dietro. Questo bulbo compie la funzione di ‘fotografare’ le immagini da mandare attraverso il nervo ottico al cervello, il quale le elabora per dare la possibilità di ‘vedere’ le stesse cose che il bulbo oculare aveva ripreso. Non è questa una cosa stupenda ? Subito dopo la nascita, pensate alla meraviglia di questo organo che vi permette di scambiarvi il primo sguardo, di conoscervi, di far nascere in entrambi la gioia di quel primo incontro !

L’aspetto che più colpisce di questo affascinante periodo della vita umana è che madre e feto, sebbene uniti nella più intima delle relazioni fisiche, sono due persone distinte, ognuna con un proprio progetto di vita.

Un altro requisito indispensabile è la serenità, ed è compito del padre, che condivide l’attesa del figlio, creare attorno alla madre un’atmosfera di amore, di sostegno, di protezione e di serenità, per darle la possibilità di vivere la gravidanza nella piena consapevolezza delle sue responsabilità verso il nascituro e di adattare se stessa in tutte le sue manifestazioni alla funzione che sta svolgendo.

Ora non si parla più del legame Madre/Bambino, ma di “bonding” Madre/Padre/Bambino. Infatti, la presenza e il coinvolgimento del padre è di estrema importanza per lo sviluppo del bambino in tutti i sensi. E se anche il padre seguirà consapevolmente tutte le fasi della formazione del figlio, si creerà già in partenza quel legame nella triade Madre/Padre/Bambino che rappresenta per il nuovo essere la prima esperienza d’amore e per la coppia il consolidamento della loro unione. Per il piccino l’assenza di una relazione affettiva con i genitori equivale a paura, ed è questa una fonte di molti traumi che emergono nel corso dell’esistenza dell’individuo generando non poca sofferenza.

Quindi, tieni presente che il bambino in gestazione segue tutto ciò che avviene nell’ambiente circostante. Sarà bene che tu, madre, eviti tutto ciò che può risultare per te spiacevole, fastidioso e sgradevole, impedendo così che giungano al bambino sensazioni che ne potrebbero danneggiare la crescita. In Francia, un tempo, si vietava alle madri persino di andare al circo, per non vivere momenti di tensione o di paura.

Sarà bene, manifestare il tuo amore verso il piccino accarezzando il pancione e accompagnando le carezze con parole affettuose, cantandogli varie volte al giorno delle belle canzoncine, possibilmente sempre le stesse, che il bambino memorizzerà. Dopo la nascita e, nei momenti di agitazione, riudendole e riconoscendole, ritornerà alla calma. Potrai parlargli come se fosse presente. Al mattino, quando vai a fare le provviste, spiegagli tutto quello che comperi9: il pane, le verdure, la frutta, lo zucchero. Spiegagli a che cosa servono e fagli sempre osservare i lati positivi di ogni cosa.

In certi casi in cui tu dovessi vivere dei momenti difficili, è bene che spieghi al bambino che lui non è coinvolto in quanto sta accadendo, e che deve continuare tranquillamente a badare alla sua crescita, protetto dall’amore di mamma e papà che lo vogliono sereno. Spiegagli solamente che nella vita non sempre le cose vanno come si vorrebbe, ma che con la buona volontà tutto si appiana.

Queste parole lo aiuteranno a formarsi un carattere forte, pronto a tutto ma, al tempo stesso, desideroso di pace.

Anche tu, papà , potrai parlare e giocare col tuo bambino. Potrai fare dei leggeri colpetti in un punto del pancione e ricevere la risposta con dei calcetti. Questo è un gioco molto divertente che, se ripetuto, va fatto in ore gradite a mamma e papà, perché il bambino registra l’ora e, dopo la nascita, a quell’ora puntualmente pretende di giocare.

Tutto questo farà nascere un forte legame nella triade, legame che durerà nel tempo e che sarà alla base di un solido rapporto con i genitori quando il figlio sarà cresciuto. I figli, pur avendo bisogno di crescere liberi, hanno bisogno di un solido punto di riferimento, e questo può essere dato soprattutto da una famiglia amorevole, comprensiva e sempre disponibile

Questo, per la donna che va incontro a una gravidanza, è il momento di essere consapevole del suo straordinario potenziale che le dà la capacità di gestire un compito così grande: quello di donare alla famiglia, alla società e al mondo intero un individuo sano di corpo e di mente, capace di portare con sé unicamente principi sani e costruttivi, per migliorare la qualità della vita delle future generazioni.

PS – Per chi volesse saperne di più si consiglia la lettura del libro: “Un tempo per nascere” - Autore : Peter.W.Nathanielsz – Editore: Bollati Boringhieri

(continua)



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