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Inserito il - 19/10/2011 : 10:04:07
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Le Guide Silenziose
(di Anonimo)
Ci sono "intelligenze" che ci accompagnano costantemente, per tutta la vita, come amici sinceri, disinteressati, portatori di quel tipo di amicizia (l'unica, in realtà) che non risente di tutte le tipiche debolezze ed ipocrisie egoiche della natura umana. Queste "intelligenze", che l' accezione ordinaria dell'argomento definisce "guide", hanno un tipo di rapporto con noi molto particolare e discreto, del tutto indifferente dalle nostre impostazioni culturali e, al tempo stesso, profondamente rispettose delle stesse.
Ad esempio, un ateo, un razionalista d'impostazione materialistica o una persona che non ha mai avvertito alcuna necessità di una qualsivoglia forma di trascendente nella sua esistenza, non le percepirà mai, almeno ai livelli ordinari della coscienza. Appartenenti a piani di esistenza intrinsecamente diversi, o meglio, differenziati, da quello materiale, queste "intelligenze" non sono interessate a contrastare la nostra energia di fondo, a modificarla bruscamente; esse sono ben consapevoli della ritmica dell'evoluzione e sanno che le scintille pensanti che dimorano in noi, quelle che chiamiamo ordinariamente "spirito" e che sono avulse ed immanenti il pensiero prodotto dal cervello, sono in grado di fruire di vari livelli istruttivi, quasi mai diretti ma, al contrario, esperienziali, direi quasi "sperimentali".
Per fare un esempio un po' grossolano ma adatto al caso, è come se, invece di imparare la geografia sui banchi di scuola, noi fossimo andati di persona a visitare ogni singolo paese della Terra e se, questi viaggi, li potessimo intraprendere solo quando lo vorremo, quando ce ne sentiremo preparati. Quando avremo visitato quei paesi, comunicato con i loro abitanti nei vari modi possibili, ci sarà consentito, di conseguenza, di riceverne informazioni. Le "guide", le chiameremo così d'ora in poi, potranno senza particolari problemi assumere "connotazioni" inerenti il bagaglio spirituale specifico di ogni individuo, qualora ritenessero opportuno comunicare in modo consapevole con esso.
Ecco, pertanto, che all'Induista, al Maomettano, al Buddista ed al Cristiano, solo per citare alcune fra le forme più diffuse di religiosità organizzata sulla Terra, si manifesteranno in modi svariati, ovvero come "guide" che avranno le caratteristiche dell'uno o dell'altro tipo di credo soggettivo. Ma si tratterà, comunque, solo di manifestazioni "esteriori", in qualche modo tranquillizzanti per chi le percepisce, mai traumatizzanti; manifestazioni che, però, non alterano minimamente la loro vera e sostanziale natura trascendente. Il concetto di "guida", sarà certamente ostico a molti; principalmente a chi fosse indotto all'errata conclusione che, se c'è chi "guida", c'è anche chi viene guidato, e questo, a suo dire, a discapito della libertà e del libero arbitrio individuale.
Prescindiamo, intanto, dalla considerazione di partenza, direi fondamentale, secondo cui ciò che costituisce l'argomento di questa conversazione è inerente la sfera della fede o, comunque, della spiritualità; quella sfera "irrazionale" avulsa in senso passivo ed attivo dal nostro quotidiano materiale, esperienziale o scientifico: o queste cose "si sentono", o le si crede, oppure la questione non si pone nemmeno. Dopo di che, è necessario precisare che le "guide" non sono affatto una qualche sorta di insegnanti nè svolgono opera di condizionamento alcuno. Infatti, il termine stesso "guida" è limitato ed imperfetto; forse sarebbe meglio
dire "accompagnatore" o "istruttore", sebbene portatore di un tipo di istruzione esperienziale, come dicevo poco più sopra. Le "guide" ci accompagnano e ci aiutano soprattutto in senso energetico, morale, e qui il concetto che vorrei esprimere si avvicina di molto a quello della vera amicizia, di cui parlavo in apertura. La loro "amicizia", però, è rafforzata da livelli conoscenziali enormemente più elevati dei nostri e, anche se non siamo in grado di dire esattamente cosa siano, possiamo affermare con una certa sicurezza di verità, che si tratta di intelligenze appartenenti al mondo astratto ma immanente della Conoscenza e della Verità. Oggi si fa un gran parlare di Angeli. Sembrerebbe che l'uomo, pure scremando questo fenomeno da tutte le effimerità delle mode spirituali o pseudo tali, avvertisse un' intima nostalgia verso questi nostri "amici" occulti e discreti. Sembra che qualcosa, dentro di noi, fosse richiamato da una sorta di ricordo primordiale, di consapevolezza profonda. Gli antichi parlavano di "divinità intermedie", ma il concetto di base era, inconsciamente parlando, lo stesso.
Non credo che ci sia possibile, almeno a questo livello della nostra attuale evoluzione, capire profondamente o comprendere la natura più reale di queste intelligenze, di queste "guide", e pertanto dobbiamo solo affidarci e fidarci delle nostre intime e profonde consapevolezze. Si potrà rischiare di farsi trascinare da illusioni più o meno astratte o devianti, ma questa è la tipica situazione, a mio parere, in cui "il gioco vale la candela". Se si riesce ad aprire una "finestra di dialogo" con le nostre "guide", se si riesce a decodificare i loro discreti messaggi o insegnamenti, la nostra vita ne può ricavare vantaggi davvero grandi, insospettabili per la maggior parte delle persone.
Sono loro, le "guide", che hanno la chiave del dialogo fra i regni naturali ed i suoi abitanti, che possiedono il linguaggio universale dell'energia e dell'amore che consente un'immediata e profonda sintonia con ogni essere vivente e che, forse, un tempo erano anche riuscite ad instaurare un qualcosa di similare, sebbene pur sempre riflesso, sul nostro pianeta. Le tentazioni speculative, a questo punto, sono tante, e seguirle potrebbe confondere, anzichè chiarire, i termini di questa argomentazione. Mi piace, però, porre infine l'accento su un aspetto di essa che mi sembra particolarmente interessante: i vantaggi del silenzio. Il silenzio è un dono prezioso, un gioiello che consente di riflettere la luce più pura.
Attraverso il silenzio e le sue "filiazioni metodologiche" come la concentrazione e la meditazione, si accede direttamente al mondo delle Cause Prime, ma non è facile saper fare, davvero, silenzio. Le scuole orientali di spiritualità interiore, a questo proposito, sono molto attente e precise nel descrivere i vantaggi del silenzio e della meditazione. Di certo, usandoli in modo proprio, ci accorgeremmo che quel "silenzio", in realtà, ci parla; ma il suo linguaggio è infinitamente più grande, coinvolgente e meraviglioso di qualsiasi linguaggio terreno, di qualsiasi musica o melodia. E' in quel silenzio che potremmo incontrare, in un'esperienza del tutto naturale e "semplice", i nostri amici invisibili, le nostre "guide". Ed è allora che, probabilmente, rischieremmo di non voler più tornare indietro..."
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