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Inserito il - 21/05/2019 : 09:55:02
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La verità e' una terra priva di sentieri
Jiddu Krishnamurti
Il nucleo dell'insegnamento
Traduzione dall'inglese curata da Aetos
Il nocciolo dell'insegnamento di Krishnamurti è contenuto nell'affermazione, risalente al 1929, secondo cui: "La verità è una terra priva di sentieri". Essa non può essere raggiunta dall'uomo che utilizzi come tramite un'organizzazione, un credo, un dogma, un prete, un rituale, una conoscenza filosofica, o una tecnica psicologica.
L'uomo deve andarle incontro con lo specchio del rapporto, penetrando e comprendendo i contenuti della sua stessa mente, mediante l'osservazione, e non tramite l'analisi intellettuale, o la dissezione interiore.
L'essere umano, per bisogno di sicurezza, ha edificato dentro di sé immagini di ordine religioso, politico, sociale, personale. Tali immagini vengono espresse sotto forma di simboli, idee, convinzioni, il cui fardello domina il nostro pensiero, i nostri rapporti, la nostra vita quotidiana.. Esse sono la prima causa dei nostri problemi, poiché separano gli uomini l'uno dall'altro.
La sua percezione della vita è quella modellata da concetti precostituiti nella propria mente. Il contenuto della sua coscienza è la sua intera esistenza. Tale contenuto è comune a tutta l'umanità. L'individualità è nel nome, nella forma e nella cultura superficiale che l'uomo acquisisce dalle tradizioni e dal proprio particolare contesto.
Tuttavia l'unicità dell'individuo non risiede nella forma superficiale; ma, nella totale libertà dai contenuti della propria coscienza, che è comune a tutto il genere umano. Cosicché egli non è un individuo.
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Questa sintesi dell'insegnamento fu scritta dallo stesso Krishnamurti per soddisfare una richiesta di Mary Lutyens, sua amica sin dall'infanzia, nonché autrice della bellissima (biografia) "La vita e la morte di Krishnamurti"; biografia che, peraltro, egli stesso le chiese di scrivere per evitare eventuali equivoci nel futuro e per soddisfare un desiderio: lasciare per iscritto un sufficiente numero di impressioni circa la propria condotta e le esperienze da lui vissute, da mettere poi a disposizione di chi avesse voluto sapere com'era Krishnamurti, durante la sua esistenza in vita; per aiutare chi avesse desiderato conoscere le impressioni più intime di chi gli visse vicino, o, anche, per avere maggiori informazioni sul suo "modus operandi" e conoscere il sentiero che gradualmente lo portò a quello straordinario livello di comprensione di tutte le cose.
La stessa Mary Lutyens, destinataria del cosiddetto "nocciolo dell'insegnamento", redatto dallo stesso Krishnaji, così si espresse in proposito:
«...non è una breve esposizione, ma si potevano esporre le stesse cose in maniera più concisa, o più chiara? Forse, nella sintesi, Krishnamurti non ha sottolineato a sufficienza il suo concetto di creazione delle immagini [su cui, invero, si espresse copiosamente]. Noi tutti creiamo immagini su noi stessi e sugli altri e sono queste immagini che si incontrano, reagiscono e restano ferite. Sono queste immagini che interferiscono coi veri rapporti fra gli esseri umani, anche i rapporti più stretti...».
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