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 Italiani denunciati per mp3, Garante interviene

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 22/05/2007 : 12:43:47
P2P: italiani denunciati per mp3, Garante interviene

venerdì, 18 maggio 2007 8.17

ROMA (Reuters) - Una casa discografica tedesca ha chiesto un risarcimento a migliaia di utenti italiani di internet che si erano scambiati musica attraverso la rete, riuscendo a risalire alla loro identità attraverso l'indirizzo IP dei loro computer, ma il Garante italiano della Privacy si è schierato oggi dalla parte degli utenti, contestando la possibile violazione dei loro dati personali.

La notizia delle denunce è stata diffusa oggi dalla casa discografica stessa, la Peppermint, e dall'associazione Altroconsumo, che ha presentato a sua volta un esposto contro l'azienda tedesca al Garante per il modo con cui questa è riuscita a recuperare le generalità degli utenti.

E nel pomeriggio l'Autorità garante per la protezione dei dati personali ha annunciato di aver "deciso di costituirsi in giudizio presso il Tribunale di Roma nelle cause intentate dalla Peppermint nei confronti di gestori telefonici allo scopo di identificare alcune migliaia di utenti", dice un comunicato.

"La decisione del Garante nasce dalla volontà di verificare se nella vicenda siano stati rispettati tutti i diritti di protezione dei dati personali".

Altroconsumo aveva scritto al Garante denunciando "le modalità illegali, dai contorni orwelliani, attraverso cui la Peppermint Jam Records GmbH ha raccolto circa 4.000 indirizzi IP di utenti italiani in rete, intimando loro di pagare 330 euro per aver condiviso dei file musicali", come è scritto in una nota.

Secondo Altroconsumo, molti consumatori si sarebbero rivolti ai suoi giuristi dichiarando di aver ricevuto una lettera da uno studio legale di Bolzano con la quale si richiede il risarcimento per una presunta violazione della legge sul diritto d'autore ai danni della società discografica tedesca.

"Scaricare musica da Internet ci crea un grave danno economico", ha detto a Reuters Wlolfgang Sick, amministratore delegato di Peppermint, che produce musica dance e pop. "Attraverso queste azioni legali vogliamo solo che la gente si renda conto che quello che scaricare musica è illegale", ha aggiunto Sick.

Per identificare chi si scambia musica, Peppermint si sarebbe affidata ad un'azienda specializzata in grado di identificare l'indirizzo IP di qualsiasi computer appena questo comincia a scaricare qualcosa da internet attraverso i sistemi peer to peer come eMule o Limewire, che permettono di scambiare file fra diversi terminali privati.

L'associazione di consumatori, però, fa notare che la casa discografica non ha appurato se gli scambi sono avvenuti a fini commerciali o personali, che non esiste una correlazione diretta e provata fra l'indirizzo IP e l'identità delle persone a cui è stato chiesto un risarcimento e, infine, che il codice in materia di protezione dei dati personali vieta l'uso di comunicazione elettronica per accedere a informazioni archiviate nell'apparecchio terminale di un utente internet come la sua identità.

© Reuters 2007.





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