V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
admin |
Inserito il - 14/07/2022 : 09:34:06 Gli psicofarmaci sono preferibili alla terapia?
Che ruolo hanno i farmaci nell'intervento psicologico? Quali rischi si corrono?
Le diagnosi di disturbi mentali sono in netto aumento negli ultimi anni. Gli psicofarmaci e la terapia sono strumenti fondamentali per i professionisti del settore.
Tuttavia, se non adottati correttamente, si trasformano in una “soluzione palliativa” contro i sintomi invece di rappresentare un intervento veramente efficace contro i fattori che hanno causato il disturbo e che lo mantengono.
Gli psicofarmaci e la psicologia medicalizzata
Gli psicofarmaci agiscono sui sintomi che affliggono le persone. Possono avere un’azione immediata sull’organismo e ridurre (o terminare) il disagio emotivo.
Il pericolo di applicare i fondamenti della medicina alla psicologia, tuttavia, può rendere patologici i disturbi psicologici e trasformarli in entità diagnostiche. È ciò che accade quando si etichettano i “problemi della vita” come “disturbi psicologici”.
In altre parole, ciò che normale viene considerato patologico. Ne troviamo chiari esempi in etichette come: disturbo disforico premestruale, sindrome post-vacanza, ecc. Così, il normale si trasforma facilmente in anomalo, quindi si presenta il bisogno forzato di eliminarlo.
Gli psicofarmaci vs Individui con bisogni individuali
Un intervento ottimale è quello stabilito sulla base della conoscenza clinica di altri pazienti, ma anche sulla base delle circostanze personali.
In questo senso, è di vitale importanza adattare i protocolli d’azione in base a ciascun caso, cosa che gli psicofarmaci non permettono di ottenere da soli. Un fenomeno che può derivare dall’adozione di un medesimo protocollo terapeutico per tutte le persone che condividono la stessa diagnosi.
Con questo non vogliamo negare i contributi degli psicofarmaci. In alcuni casi, la farmacologia è la porta, la finestra di opportunità, per eseguire interventi altrimenti impossibili.
Tuttavia, prescrivere il farmaco senza considerare che in molti casi genera solo uno stato artificiale di miglioramento e ignorare i bisogni del paziente corre il rischio di invalidarne l’esperienza. Se non si considerano le individuali circostanze del paziente, non si possono offrire soluzioni adatte al suo problema.
Classificare le persone in base alla diagnosi di disturbo mentale
Sono diversi i fattori che spingono a propendere per gli psicofarmaci piuttosto che per un percorso psicoterapeutico. Nella società odierna, l’uso delle etichette diagnostiche è diventata una tradizione come se fossero categorie in cui classificare il paziente in base al suo problema.
Si mette in secondo piano la persona per dare maggiore attenzione alle etichette e alle loro caratteristiche. In seguito a ciò, i sintomi diventano bersagli da eliminare, piuttosto che osservare la sfera personale.
La terapia psicologica considera le dinamiche personali, aspetto spesso ignorato quando si prescrivono gli psicofarmaci.
Perché spesso si opta per gli psicofarmaci?
Alcuni fattori per cui gli psicofarmaci possono essere preferiti rispetto alla terapia psicologica possono essere i seguenti:
Il ruolo passivo del paziente: i farmaci liberano il paziente di qualsiasi responsabilità. In altre parole, è visto come un agente passivo che seguirà le raccomandazioni per eliminare il disagio. Al contrario, in terapia la persona deve assumersi la responsabilità dei propri miglioramenti e impegnarsi al di fuori delle sessioni per ottenere dei cambiamenti.
Cambiamenti a breve/lungo termine: con gli farmaci si possono osservare miglioramenti evidenti in breve tempo, a differenza della terapia psicologica. Nel secondo caso, spesso il paziente deve essere esposto situazioni che provocano disagio affinché possa ottenere le risorse necessarie per affrontare i problemi che lo affliggono.
Accessibilità alle risorse per la salute mentale: in una società medicalizzata, l’accesso ai farmaci è generalmente più facile rispetto all’accesso alla terapia psicologica.
Spese: la terapia psicologica è solitamente più costosa degli psicofarmaci. Ciò è in gran parte dovuto alla mancanza di risorse e all’accesso limitato, già menzionati nel punto precedente.
Conclusioni
L’approccio medico nell’ambito della salute mentale è necessario. Tuttavia, se non si considera la sfera privata del paziente, si corre il rischio di trascurare certe difficoltà che non possono essere risolte con i farmaci.
Al contrario, ciò sarà possibile fornendo al paziente le strategie necessarie per imparare ad affrontare il suo disagio.
Bibliografia
Álvarez, M. P. (2007). La activación conductual y la desmedicalización de la depresión. Papeles del psicólogo, 28(2), 97-110. Berenguer, Á. D. (2014). Medicalización de la sociedad y desmedicalización del arte médico. Archivos de Medicina Interna, 36(3), 123-126. López-Mato, A., Illa, G., Boullosa, O., Márquez, C., & Vieitez, A. (2000). Trastorno disfórico premenstrual. Revista chilena de neuro-psiquiatría, 38(3), 187-195.
http://www.scielo.edu.uy/pdf/ami/v36n3/v36n3a06.pdf
https://www.scielo.cl/scielo.php?pid=S0717-92272000000300006&script=sci_arttext
da lista mentem gg
|
|