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Inserito il - 31/08/2023 : 10:03:59 Il trattamento psicologico dei tuoi pensieri
Che cos'e' la terapia cognitiva?
del Dr. Prof. Robert Westermeyer
Il termine "cognitivo" e' correlato al concetto di "conoscere", "pensare". La terapia cognitiva viene percio' definita come "trattamento psicologico dei pensieri".
In estrema sintesi, la terapia cognitiva si basa sull'assunto che i nostri pensieri, cio' che crediamo, i nostri atteggiamenti e la percezione che abbiamo degli eventi determinano in larga misura il tipo e l'intensita' delle nostre emozioni. La terapia cognitiva e' stata introdotta alla fine degli anni cinquanta dal Prof. Aaron Beck, come metodo di cura per la depressione. Il Prof. Beck ed altri ricercatori hanno sviluppato metodi per applicare la terapia cognitiva ad altri problemi psichiatrici, come il disturbo da attacchi di panico, i problemi di controllo dell'aggressivita' e l'abuso di sostanze stupefacenti. Questa forma di terapia ha ricevuto conferme considerevoli dalla ricerca clinica, specialmente riguardo alla depressione.
L'idea che i nostri pensieri possano influenzare le nostre emozioni non e' nuova. In effetti, l'origine di questa teoria si puo' far risalire ai filosofi Stoici, in particolare Epitteto, che scriveva "Gli uomini sono disturbati non dagli eventi, ma dalla percezione che hanno di essi".
Facciamo un esempio banale, giusto per dare un'idea di quello di cui stiamo parlando. Siete a letto e di colpo venite svegliati da un rumore in un'altra stanza. Come vi sentite se il primo penisero e' "un ladro e' entrato nell'appartamento"? Ansiosi, certamente, magari sull'orlo del panico. Ora immaginate che, svegliati di soprassalto, vi ricordate che avete appena portato a casa un gattino, che fa cadere tutto quello che c'e in casa. Come vi sentireste in questo caso? Irritati, magari, ma non cerno ansiosi.
La natura delle nostre emozioni e' determinata in larga misura dal modo in cui pensiamo. Nell'esempio appena citato, l'emozione (paura o iritazione) era unicamente conseguenza di come l'evento (rumore nell'altra stanza) veniva interpretato.
La depressione e' una condizione che puo' essere generata da un'interpretazione eccessivamente negativa degli eventi. Per esempio, immaginiamo che due persone diverse si trovino confrontate alla fine di una relazione sentimentale. La prima concettualizza la relazione come la "prova" del suo valore di esere umano, e di conseguenza interpreta la fine della relazione come la "prova" del fatto che non vale nulla come persona e che, come ha sempre creduto, non e' "amabile". In piu', pensa che la fine della relazione sia dovuta alle sue caratteristiche "non amabili". La seconda persona vede la relazione come parte molto importante della propria vita, ma non ritiene che un rapporto sentimentale rappresenti il simbolo e la prova del suo valore e della sua amabilita'. Essa pensa che la fine della relazione sia dovuta ad incompatibilita'. Quale di queste due persone ha piu' probabilita' di avere un serio episodio di depressione come conseguenza della fine del rapporto?
La prima, giusto? La separazione veniva interpretata come conseguenza di un difetto essenziale nel carattere, nella personalita', e siccome il suo valore come persona era contingente al fatto di avere una relazione, la separazione non faceva che confermare la sua convinzione di non valere nulla, non essere amabile ne' desiderabile.
Pensieri di questo genere portano ad emozioni negative. come la depressione e l'ansia. La seconda persona non pensava che la relazione non fosse importante. Sicuramente si sara' sentita triste e frustrata, ma molto probabilmente non sprofondera' nella depressione clinica. Questo perche' la sua interpretazione della separazione era realistica e non autopunitiva.
La depressione, clinicamente parlando, ha molte cause. Cambiamenti nei processi biochimici del cervello possono causeare depressione, cosi' come fattori ereditari/genetici o gravi eventi traumatici nella vita di un individuo. Ma la ricerca ha dimostrato che, una volta instaurata la depressione, qualunque sia la sua causa essenziale, tutti coloro che ne soffrono hanno una carattersitica in comune: pensieri negativi. I depressi vedono il mondo, se stessi in relazione al mondo e se stessi in relazione al futuro in maniera negativa. La terapia cognitiva e' un trattamento concepito per aiutare le persone prima ad identificare e monitorare i loro pensieri negativi, e poi a modificare queste distrorsioni sistematiche, cosi' da pensare in maniera piu' realistica.
La ricerca mostra chiaramente che quando i depressi imparano ad identificare i pensieri automatici distorti ed a sostituirli con altri piu' realistici, la depressione puo' essere sosanzialmente ridotta. Altri studi mostrano come, quando le persone si abituano ad alterare i pensieri e le convinzioni negative, la probabilita' che sperimentino nuovi attacchi di depressione diminuisce.
Ad alcuni questi concetti possono sembrare semplicistici. "Ma come - qualcuno potrebbe pensare - sono stato depresso per anni, e voi state cercando di dirmi che tutto quello che devo fare e' pensare positivamente e tutto passera'?"
Questa e' una reazione comune tra le persone che sentono parlare di terapia cognitiva per la prima volta. Ma cerchimao di chiarie alcuni punti fondamentali. In primo luogo, anche se l'idea che siano i pensieri a determinare le emozioni e' semplice, i problemi nell'interpretazione dell'informazione che stanno alla base della depressione sono estremamente complessi. Volumi di ricerca sui difetti nel richiamo dei ricordi, nell'attenzione, nella percezione e nelle strutture che il cervello utilizza per processare le informazioni ci dicono che quello che avviene nella mente di chi soffre di depressione e tutt'altro che semplice.
Una delle cose che i ricercatori hanno scoperto (Franks, Wilson, Kendall & Brownell, 1985) e' che il fatto di semplicemente "pensare positivo" non ha conseguenze durevoli sullo stato depressivo. Anche se i depressi hano pochi pensieri positivi, sono i pensieri, le convinzioni e gli atteggiamenti negativi che perpetuano la depressione. I pensieri negativi insorgono nei depressi in maniera quasi totalmente automatica, spesso senza che le persone se ne rendano conto. Perche' la terapia cognitiva sia efficace, i depressi devono imparare ad identificare i loro pensieri automatici negativi, cosi' come le convinzioni errate che hanno su se stessi, sul mondo e sul futuro. I pazienti depressi devono anche imparare a disputare questi pensieri automatici una volta che sono stati identificati. Quindi, a differenza del "pensiero positivo", la terapia cognitiva insegna a pensare "non-negativamente". Non serve a nulla ripetersi "Sono un fenomeno, sono grande, ho fatto un lavoro eccellente" quando per la maggior parte del giorno i pensieri automatici dicono l'esatto contrario.
Per molti, questo significa acquisire nuove tecniche: osservare il flusso dei propri pensieri, identificare convinzioni ed atteggiamenti, e rivedere il tutto alla luce della ragione. Con la pratica, queste tecniche diventano una seconda natura, ed il rischio di depressione grave diminuisce.
La terapia cognitiva, quindi, e' molto piu' educativa di altre forme non direttive di psicoterapia. Ma la terapia cognitiva non e' una bacchetta magica. Perche' se ne possa beneficiare, bisogna fare parecchio lavoro al di fuori delle sessioni di psicoterapia. In effetti, molti pazienti affetti da depressione lieve o moderata hanno avuto ottimi risultati semplicemente tramite lo studio e l'applicazione in proprio dei principi della terapia ("biblioterapia"). Molti ottimi manuali di "self help" sono disponibili, purtroppo quasi tutti in inglese. Clikka qui per una serie di indicazioni bibiografiche.
Pazienti che soffrono di forme piu' gravi hanno bisogno di supporto da psicoterapeuti specilizzati. La terapia cognitiva e' breve: tipicamente tra ventiquattro e trentasei sedute in tutto. All'inizio, sia tramite il "self help" che tramite sessioni con uno psicoterapeuta, le tecniche di autoosservazione, l'assegnazione di compiti, la disputazione dei pensieri sembrano strani, e possono generare frustrazione perche' non risultano in una scomparsa immediata dei sintomi. Ma i risultati seguono, regolarmente ed in maniera sorprendentemente rapida. Come nell'apprendere una lingua straniera, piu' ci si esercita nelle tecniche cognitive piu' esse sono efficaci, piu' diventano automatiche e piu' imponenti e duraturi sono i risultati.
In molti modi, la terapia cognitiva assomiglia alla scuola: le sedute (o lo studio dei manuali) consistono per lo piu' in presentazioni didattiche, dopo di che vengono assegnati dei "compiti a casa". Tuttavia. e' piu' preciso definire questa forma di psicoterapia come "laboratorio interattivo".
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