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Inserito il - 16/10/2024 : 09:51:03 L'interessante concetto di infanzia in Walter Kohan
Walter Kohan sostiene che l'infanzia è una forma di coscienza che può mantenersi viva nel tempo. Approfondiamo questo concetto e altre idee sollevate dal filosofo.
Walter Kohan è un filosofo specializzato in questioni educative. Ha affrontato il concetto di infanzia come pochi altri, fornendo una serie di spunti interessanti e innovativi. Oggi questo pensatore lavora come “educatore dei bambini” dai 6 ai 7 anni nella città di Rio de Janeiro (Brasile).
Per Kohan l’infanzia non è una fase della vita, ma una forma di coscienza. Pensare che, sebbene sia il primo momento che ogni persona sperimenta, è anche uno stato che può e deve continuare a coltivare. È convinto che solo così la vita diventi interessante. Inoltre ogni essere umano dovrebbe essere incoraggiato a filosofare.
Questo specialista evidenzia anche i vantaggi del metodo di insegnamento socratico. In particolare, ritiene che l’insegnante non debba imporre ai bambini (di qualsiasi età) la propria visione del mondo, ma piuttosto accompagnarli nella ricerca delle proprie conoscenze e delle proprie verità. Successivamente vedremo più in dettaglio il concetto di infanzia di Kohan e le sue implicazioni per l’istruzione.
«Penso forse che la cosa più importante sia che la filosofia mi ha permesso di ricordare che sono bambino, di ricordare la mia infanzia e di vedere la mia infanzia, non come qualcosa di passato che bisogna superare per essere adulto, anzi, come una possibilità. di essere più adulto come voglio essere di quanto lo fossi.” -Walter Kohan-
La sensibilità dell’infanzia deve essere applicata agli adulti
Kohan si riferisce all’infanzia come a una condizione aperta alla sorpresa.
Walter Kohan e l’infanzia
Walter Kohan pensa che l’infanzia sia soprattutto uno stato. È una condizione di libertà, aperta al sorprendente e curiosa verso l’ignoto. È strettamente associato alla pienezza dell’essere e può rimanere vivo nel tempo. Kohan sottolinea che il concetto di infanzia comprende almeno le seguenti tre connotazioni:
Chronos. Si riferisce alla temporalità dell’infanzia ed è associato al concetto classico di essa. Se ne occupa la scienza. Affronta essenzialmente lo sviluppo biologico e psicosociale che avviene nei primi anni di vita. Aion. Ha a che fare con il passare del tempo, con il futuro. Più precisamente, con tutte quelle esperienze che irrompono in ciò che è costituito e lo alterano. Il tempo della creazione, della scoperta, dell’innovazione. È un modo in cui l’infanzia si esprime durante tutta la vita. Kairos. È un periodo di tempo indeterminato, in cui accade qualcosa di trascendente. Quel “qualcosa” non ha un’utilità o un beneficio immediato, ma crea piuttosto un certo disordine o eccesso che porta alla pienezza. In altre parole, quei momenti in cui l’emozione ci rapisce, le farfalle volano nel nostro stomaco o sentiamo il battito dell’universo nelle nostre vene. La beatitudine in tutta la sua espressione.
Infanzia e scuola
Kohan assicura che la scuola tradizionale non è fatta per trasformare, ma per riprodurre ciò che è accettato in una società. Si parte dall’idea che l’infanzia non ha voce o non ha niente da dire. Chi ha diritto di parola, in fondo, sono gli insegnanti e l’istituzione. Sembra che la sua funzione sia quella di “condurre i bambini fuori dall’ignoranza” o dall'”errore”.
In questa concezione l’ascolto è relegato, salvo ciò che può ostacolare questo processo di trasmissione. Tuttavia, a chiunque presti attenzione, il bambino segnala qualcosa di nuovo, fornendo anche nuovi modi di parlare e nominare le cose. C’è una lucidità infantile che va compresa e non tanto controllata.
Quanto sopra non si applica solo al bambino in quanto tale. Come abbiamo visto, per Kohan, l’infanzia non finisce quando si raggiunge una certa età, ma è sempre presente. In particolare, nei momenti di pienezza emotiva, di creazione e invenzione. Anche in quei casi va ascoltato, più che controllato.
Il filosofo Walter Kohan considera la scuola come un'entità riproduttiva che mira a correggere l'autenticità dei bambini.
Il filosofo suggerisce di ascoltare i bambini, invece di controllarli e far finta che non abbiano voce.
Sensibilità per l’infanzia
Oltre a indicare un metodo o implementare un nuovo concetto, ciò che Kohan intende è promuovere la sensibilità verso l’infanzia. Ciò, ovviamente, deve iniziare dai genitori e dagli insegnanti, dai bambini piccoli. La sua funzione è più quella di lasciarli essere e di accompagnarli che di condizionarli.
La sensibilità per i bambini dovrebbe valere anche per gli adulti. Dobbiamo accogliere e celebrare l’espressione dell’infanzia genuina nell’adulto. L’infanzia non è capricciosità, né manifestazioni di egocentrismo, ma bensì spontaneità, approccio al gioco, esplorazione del possibile e esperienza profonda delle emozioni.
L’infanzia, dice Walter Kohan, è soprattutto fonte di gioia e libertà. Nel bambino piccolo va protetta e nell’adulto vendicata. Forse in questo modo potremmo goderci di più l’avventura di vivere.
Bibliografia
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Espíndola Juárez, M. de la L., & Granillo Macías, R. (2021). Perspectivas de la escuela tradicional, nueva y contemporánea. Ingenio Y Conciencia Boletín Científico De La Escuela Superior Ciudad Sahagún, 8(15), 30-34. https://doi.org/10.29057/escs.v8i15.6458 Gonfiantini, V. (2016). Formación docente y diálogo de saberes en el kairos educativo. Sophia: Colección de Filosofía de la Educación, (21), 229-245. https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=6734433 Kohan, W. (2007). Infancia, política y pensamiento. Buenos Aires: Del Estante Editorial.
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