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Inserito il - 18/03/2025 : 10:23:58 ll paradosso del riarmo: la vera sicurezza nella prospettiva della Bhagavad-g#299;t#257; e degli Yoga S#363;tra
di Andrea Boni (Anantadeva das)
Nella società contemporanea, assistiamo a una crescente retorica che giustifica il riarmo come strumento di pace. La tesi diffusa è che un esercito più forte e armamenti più avanzati possano dissuadere i conflitti e garantire la sicurezza. Tuttavia, questa visione è profondamente fallace: investire nel riarmo è come cercare di spegnere un incendio versandovi sopra benzina. La Bhagavad-g#299;t#257; e gli Yoga S#363;tra di Patañjali ci offrono una prospettiva completamente diversa, fondata sulla centralità del Principio Assoluto (Dio, Ishvara, Bhagavan, Krishna, o comunque vogliamo chiamare un Principio Causa di tutte le cause) e sulla pratica della non-violenza (ahi#7747;s#257;) come via per una pace autentica e duratura.
La Bhagavad-g#299;t#257; e la pace Vera: Il principio Assoluto al Centro Nel capitolo 5, verso 29 della Bhagavad-g#299;t#257;, #346;r#299; K#7771;#7779;#7751;a afferma:
bhokt#257;ra#7745; yajña-tapas#257;#7745; sarva-loka-mahe#347;varam suh#7771;da#7745; sarva-bh#363;t#257;n#257;#7745; jñ#257;tv#257; m#257;#7745; #347;#257;ntim #7771;cchati
“Colui che Mi riconosce come il beneficiario ultimo di tutti i sacrifici e le austerità, il Signore supremo di tutti i pianeti, e l’amico più sincero di tutti gli esseri, ottiene la pace.” (Bhagavad-g#299;t#257; 5.29)
In questo verso, #346;r#299; K#7771;#7779;#7751;a indica chiaramente la via per la vera pace (#347;#257;nti): riconoscere il Principio Assoluto come centro della nostra esistenza. La pace non può essere costruita con la paura o con la minaccia, ma solo riconoscendo la relazione armonica tra l'essere umano e la realtà trascendentale.
Il riarmo, invece, parte da un presupposto opposto: la diffidenza reciproca, la paura e la competizione per il dominio materiale. Accumulare armi non risolve i conflitti, ma li intensifica, perché rinforza l’immagine del nemico, alimenta la sfiducia e rende il dialogo impossibile. Quando le nazioni si armano, la tensione cresce, e il rischio di guerra diventa un’inevitabile conseguenza del clima di sospetto e rivalità.
Si potrebbe obiettare: ma come mi citi la Bhagavad-Gita facendo riferimento ad un tema di riarmo e di guerra? Chi dovesse sostenere che la Bhagavad-g#299;t#257; giustifichi la guerra spesso si basa su una lettura superficiale del testo. È vero che il dialogo tra #346;r#299; K#7771;#7779;#7751;a e Arjuna avviene sul campo di battaglia di Kuruk#7779;etra, ma il messaggio della G#299;t#257; non è un invito alla violenza, tutt'altro! È un insegnamento sul Dharma, sullaCompassione, sulla Giustizia e il dovere interiore.
La "guerra" descritta nella Bhagavad-g#299;t#257;, ritenuta storica secondo molti studi, oltre ad essere totalmente diversa dalle guerre di potere attuali, è altresì altamente simbolica e rappresenta il conflitto tra il dharma (rettitudine, giustizia) e l’adharma (ingiustizia). Arjuna non vuole combattere non perché sia pacifista, ma perché è sopraffatto da attaccamenti emotivi e dubbi morali. #346;r#299; K#7771;#7779;#7751;a non gli dice di combattere per brama di potere o per vendetta, ma perché è suo dovere resistere all’oppressione e proteggere il dharma.
Tuttavia, questo insegnamento non si applica in modo generico a qualsiasi guerra umana moderna. La Bhagavad-g#299;t#257; non legittima il riarmo né la competizione per il dominio materiale (egemonia finanziaria, sfruttamento di territori e di risorse, distruzione di città e villaggi, sopraffazione della popolazione, ecc.). Anzi, il suo messaggio profondo è che la vera pace non si ottiene con la violenza, ma con la realizzazione spirituale. Il verso 5.29, che poniamo al centro di questa riflessione, ci insegna che solo riconoscendo il Principio Assoluto, Bhagavan Shri Krishna, come fondamento della nostra vita possiamo raggiungere la Pace - #347;#257;nti - , la pace autentica.
Il riarmo di oggi non ha nulla a che vedere con la battaglia di Kuruk#7779;etra, perché non nasce da un dovere sacro, ma da paura, diffidenza e desiderio di supremazia e di potere economico-finanziario. Se davvero volessimo applicare gli insegnamenti della Bhagavad-g#299;t#257; al nostro tempo, dovremmo invece impegnarci a costruire una società basata sulla compassione, sulla giustizia, sulla cooperazione e sulla non-violenza consapevole.
La non-violenza (Ahi#7747;s#257;) negli Yoga S#363;tra
Patañjali, negli Yoga S#363;tra, elenca ahi#7747;s#257; (la non-violenza) come il primo e più importante tra i cinque yama (principi etici fondamentali dello yoga). Nel S#363;tra II.35 egli afferma:
ahi#7747;s#257;-prati#7779;#7789;h#257;y#257;#7745; tat-sannidhau vaira-ty#257;ga#7717;
"Quando un individuo è fermamente stabilito nella non-violenza, in sua presenza cessano tutte le ostilità." (Yoga S#363;tra II.35)
Questa è una verità profonda e rivoluzionaria: la pace non si raggiunge con le armi, ma con l’abbandono della violenza in ogni sua forma. La non-violenza non è solo l’assenza di guerra, ma un atteggiamento interiore di rispetto, ascolto e compassione verso tutti gli esseri.
Nel contesto della politica e della sicurezza internazionale, ahi#7747;s#257; non significa passività o sottomissione, ma la costruzione di un ordine basato sulla giustizia, sulla comprensione reciproca e sulla soddisfazione dei bisogni di tutti. Il vero deterrente alla guerra non è il possesso di armi, ma la capacità di creare relazioni fondate su fiducia e valori condivisi.
L’Illusione della sicurezza basata sulle armi
Uno degli argomenti più diffusi a favore del riarmo è il concetto di deterrenza: se un paese è ben armato, i suoi nemici non oseranno attaccarlo. Tuttavia, la storia dimostra che questa teoria è fallace. L’accumulo di armi ha sempre portato a un’escalation delle tensioni, non alla loro riduzione. Durante la Guerra Fredda, ad esempio, l’aumento delle armi nucleari da parte di Stati Uniti e Unione Sovietica non ha garantito la pace, ma ha portato il mondo più volte sull’orlo della distruzione, oltre a creare tensioni e insicurezze economiche.
Il riarmo si basa sulla paura, mentre la pace autentica nasce dalla consapevolezza. La paura genera divisione e aggressività, mentre la consapevolezza porta al dialogo e alla comprensione reciproca. Questo è il punto centrale del messaggio della Bhagavad-g#299;t#257; e degli Yoga S#363;tra: la vera sicurezza si trova solo in una coscienza orientata verso il bene comune e il rispetto dell’altro.
Dal conflitto al dialogo: La Via del Dharma
L’approccio della Bhagavad-g#299;t#257; e dello yoga non è utopico, ma estremamente pratico. La storia mostra che i conflitti si risolvono solo attraverso il dialogo, la negoziazione e il riconoscimento dei bisogni reciproci.
Se si vuole costruire una vera pace, occorre un cambiamento di paradigma:
Dal riarmo alla fiducia reciproca Dalla competizione alla cooperazione Dalla paura alla consapevolezza Dal dominio al rispetto dell’altro Dal materialismo al riconoscimento di un principio spirituale universale
Investire nel riarmo è una strategia miope e distruttiva, che alimenta il ciclo della violenza invece di spegnerlo. La Bhagavad-g#299;t#257; ci insegna che la pace non si ottiene con le armi, ma con la centralità del Principio Assoluto nella nostra esistenza, che porta naturalmente all’equilibrio, alla giustizia e alla soddisfazione dei bisogni di tutti. Gli Yoga S#363;tra ci ricordano che la vera sicurezza nasce dall’ahi#7747;s#257;, dalla rinuncia alla violenza in ogni sua forma.
Per costruire un mondo pacifico, dobbiamo smettere di credere che le armi ci proteggano e iniziare a investire nell’educazione, nella comunicazione empatica e nella creazione di relazioni basate sulla fiducia e sui valori spirituali. Solo allora potremo veramente dire di aver costruito la pace.
da FB
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