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 Dialogo tra Bhagavad-gita e Divina Commedia

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
admin Inserito il - 30/04/2010 : 11:49:37
Conferenze: Dialogo tra Bhagavad-gita e Divina Commedia

Il senso della Vita e della Morte, della Rinascita e dell'Amore

Firenze, 30 Maggio 2010 ore 16.00
Palazzo Vecchio - Piazza della Signoria, Salone dei Cinquecento, Firenze

Relatore: Marco Ferrini, Fondatore e Presidente del Centro Studi Bhaktivedanta

Cara amica, caro amico,
ancora una volta abbiamo il piacere di invitarti il 30 maggio nella prestigiosa cornice storico-artistica del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.

Si affronteranno i temi del senso della Vita e della Morte, della Rinascita e dell'Amore sulla base del dialogo fra due delle più grandi opere letterarie: la Divina Commedia e la Bhagavad-Gita, universali monumenti del pensiero occidentale e orientale che, a distanza di molti secoli, ancora ispirano l’uomo moderno nel suo anelito di evoluzione e realizzazione, sia dal punto di vista laico che religioso.



La Bhagavad-gita è il libro che mi ha illuminato di più in tutta la mia vita
Johann Wolfgang Goethe

INGRESSO GRATUITO SI CONSIGLIA LA PRENOTAZIONE
prenota adesso http://www.c-s-b.org/s/scheda_prenotazione_firenze30maggio2010.php
oppure puoi chiamare: 0587 733730, cell. 320 3264838 e-mail: secretary@c-s-b.org

O voi ch'avete li 'ntelletti sani,
mirate la dottrina che s'asconde
sotto 'l velame de li versi strani.
(IX, 61-63)

locandina


‘L'amor che move il sole e l'altre stelle.’
Nella prestigiosa cornice storico-artistica del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, Marco Ferrini terrà una conferenza nella quale dialogheranno la Divina Commedia e la Bhagavad-Gita, universali monumenti del pensiero occidentale e orientale che, a distanza di molti secoli, ancora ispirano l’uomo moderno nel suo anelito di evoluzione e realizzazione, sia dal punto di vista laico che religioso.
Esplorando le convergenze esistenziali tra queste due opere di filosofia perenne, i partecipanti avranno l’opportunità di fare un viaggio in altre dimensioni che rappresentano differenti livelli di coscienza nella ricerca del senso della vita.
La Commedia e la Gita sono un compendio d’insegnamenti cosmogonici, antropologici ed escatologici, di filosofia, psicologia, etica e spiritualità. L’intreccio di queste tematiche esprime la sostanziale continuità tra i diversi piani dell’essere e la fitta serie di corrispondenze fra micro e macrocosmo.
Se è vero che un’opera è grande nella misura in cui fornisce strumenti teorici e pratici per poter realizzare livelli alti di consapevolezza, e se offre concetti, suggestioni, modelli di vita adatti ad affrontare e risolvere i problemi esistenziali dell’individuo e quelli più complessi della società, allora non è azzardato affermare che la Commedia e la Gita sono scritti di intramontabile valore.



‘La mia vita non è stata che una serie di tragedie esteriori, e se queste non hanno lasciato su di me nessuna traccia visibile, indelebile, è dovuto al’insegnamento della Bhagavad-gita.’
Mahatma Gandhi




Palazzo Vecchio è raggiungibile dalla Stazione dei treni di Firenze, Santa Maria Novella,
in circa dieci minui a piedi.


Informazioni

Segreteria CSB
tel 0587 733730; cell 320 3264838
secretary@c-s-b.org
www.c-s-b.org

1   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
admin Inserito il - 07/06/2010 : 12:57:11
Cara Amica e caro Amico,

Domenica 30 maggio 2010, nello storico e meraviglioso Salone de' Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, Marco Ferrini è tornato a parlare del suggestivo dialogo tra due grandi opere che hanno segnato la storia dell'uomo e della spiritualità d'Oriente e d'Occidente: la Bhagavad-gita e la Divina Commedia. L'evento, che ha fatto seguito a quello in Palazzo Vecchio dello scorso 26 settembre, è stato organizzato dal Centro Studi Bhaktivedanta con il Patrocinio del Comune di Firenze ed ha visto la partecipazione di circa trecento persone provenienti per l'occasione da varie regioni d'Italia.



Il tema approfondito è stato il seguente: il senso della Vita e della Morte, della Rinascita e dell'Amore nella Gita e nella Commedia.

Così ha esordito Ferrini: “La Bhagavad-gita e la Divina Commedia provengono da contesti culturali, religiosi, politici, economici, sociali distanti nel tempo e differenti tra loro, eppure entrambe le opere descrivono con tratti sorprendentemente simili il viaggio impervio, a volte tormentato, ma al tempo stesso affascinante, che l'uomo compie alla ricerca di se stesso e della propria realizzazione spirituale, non intesa in modo astratto ma come realtà dell'essere che si può esperire vivendo ed agendo nel mondo. Entrambe le opere cantano lo stesso inno alla Vita, che sempre più si trasforma in un inno d'Amore e di Gioia. Quest'inno dà voce ai sentimenti dell'anima e ai desideri spirituali più elevati, che altrimenti rimarrebbero tesori smarriti, obliati e celati nello scrigno del cuore. Vicini ma inaccessibili”.



La Gita e la Commedia sono opere eccelse per la concretezza dell'aiuto che offrono ad ogni individuo che sinceramente si ponga in ascolto. Non parlano vagamente di valori e spiritualità; esse offrono una visione elevata e al contempo risposte a problemi contingenti, insegnando ad operare nel mondo senza rimanerne irretiti, assolvendo ai propri compiti e alle proprie responsabilità per un superiore fine evolutivo.

Questi due grandi testi ci svelano i collegamenti tra realtà immanente e realtà trascendente, trasmettono esperienza dei mondi invisibili, descrivono cosa avviene dalla nascita alla morte e dalla morte alla rinascita, ci prestano le ali per volare oltre i limiti della logica umana e della conoscenza empirica. E soprattutto, ha concluso Ferrini, ci portano un messaggio vibrante di Speranza e d'Amore. Nella misura in cui si è in grado di recepirlo, questo Messaggio trasforma la vita, ponendo in contatto con la propria originaria natura, quella che possiamo sperimentare anche vivendo in un corpo purché si realizzi il proprio sé distinto da ciò che gli è estraneo. Alla meta si può giungere attraverso vari sentieri, ma sia la Gita che la Commedia ci conducono sul Sentiero dell'Amore, descrivendolo come il più elevato e come il fine stesso dell'esistenza.



Nell'ultimo capitolo della Bhagavad-gita XVIII.55
Shri Krishna spiega ad Arjuna:
“Solo grazie a questo divino Amore mi si può conoscere quale realmente sono e scoprire quanto grande io sono. Dopo avermi conosciuto secondo verità, l'essere si unisce a Me in eterno”.

Ed anche la Commedia raggiunge il suo apice e si conclude con la realizzazione dell'Amore universale:
“Ma già volgeva il mio disìo e il velle,
si come rota ch'igualmente è mossa,
l'Amore che move il sole e l'altre stelle”
(Paradiso, XXXIII canto, vv. 143-145)



Dopo l'esposizione di Ferrini, l'evento è proseguito con numerose domande poste dal pubblico che hanno dato l'opportunità di sviluppare affascinanti tematiche, applicando gli insegnamenti delle due opere al nostro contesto esistenziale.





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