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Inserito il - 04/09/2003 : 11:24:24
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Come imparai ad amare l'effetto serra
Di Paolo Cortesi per Nexus
Non so voi, amici lettori di Nexus, ma io vivo con grande inquietudine questa estate straordinariamente siccitosa. Anzi, devo confessarvi che questa sensazione si sta trasformando in vera e propria paura col passare dei giorni, dei mesi, col susseguirsi delle temperature troppo oltre la media stagionale, con il grottesco carosello delle previsioni meteorologiche regolarmente sbagliate, dei disastri nelle coltivazioni agricole, dei nonnini schiantati dall’afa, insomma: ho paura di questo cielo allucinato, mostruosamente luminoso, continuamente folgorante, senza nubi, senza gradazione di colore e di luce ma perennemente abbacinante. E, purtroppo, non sono l’unico a vivere con angoscia questo momento; conosco altre persone che si domandano “ma è tutto normale? ma fino a quando durerà?” Molti scienziati sono del parere che questa mostruosa estate sia una delle conseguenze del riscaldamento globale, di quel fenomeno – cioè – di aumento della temperatura planetaria dovuto alla massiccia e inarrestabile immissione di gas (primo dei quali l’anidride carbonica) nell’atmosfera. Si tratterebbe, insomma, dell’ultima e della più devastante conseguenza dell’inquinamento, che è il principale prodotto dell’industrializzazione e del capitalismo.
Se così è (e migliaia di scienziati indipendenti autorevoli lo ritengono), l’effetto serra non sarebbe una variabile impazzita di madre natura, ma una scellerata azione criminale ben identificabile e quindi potrebbe/dovrebbe essere fermata. Oggi vagavo tra siti Internet in cerca di una parola di conforto, di speranza: cercavo soprattutto una associazione, o un qualsiasi gruppo organizzato, che avesse qualche idea operativa su come fermare lo scempio della nostra cara, preziosa, unica, vitale atmosfera. Ma (bizzarria della rete!) ho trovato di più e meglio!! Ho trovato l’antidoto ad ogni mia preoccupazione! Ho scoperto che i miei timori sono infondati, che l’effetto serra non c’è e se anche ci fosse sarebbe benefico. Ho scoperto che arrestare o solo limitare l’avvelenamento dell’atmosfera butterebbe sul lastrico milioni di famiglie ora prospere e felici. Ho scoperto che le responsabilità umane nel processo del riscaldamento globale sono meno che minime e che, alla fine, la terra non è affatto più calda di quanto dovrebbe essere. In una parola: va tutto bene così e non si deve cambiare nulla!! Qual è questa mirabile fonte di informazioni, mi chiedete?? Udite udite! È il magico sito capitalism magazine, ed il solo nome è tutto un programma, anzi una promessa. In questa rivista c’è un nutrito archivio di articoli sul global warming. Ve ne do un rapido sunto. Le teste pensanti della rivista seguono questo aureo sillogismo:
a) gli scienziati non hanno accettato all’unanimità che l’effetto serra abbia origini umane
b) il capitalismo non tollera limiti di nessun tipo (morale, economico, ambientale, ecc.)
c) perché bloccare il capitalismo per un problema su cui gli scienziati non sono tutti d’accordo?
Geniale, vero? Il giochetto poi ha validità illimitata, perché non ci potrà mai essere unanimità fra gli scienziati, poiché ci sarà sempre qualche scienziato che avrà interesse a negare l’effetto serra. Offrite denaro (molto), cattedra e privilegi ad uno scienziato, e questo vi scriverà una dettagliata relazione in cui dimostra che la terra è piatta e immobile al centro dell’universo.
Ma torniamo alle sapide pagine della bibbia del capitalismo made in Usa; che vi leggiamo? Joseph Bast, un tale che è presidente e direttore del The Heartland Institute (sic!), scrive che il riscaldamento globale potrebbe essere benefico per la civiltà umana; l’articoletto in cui elargisce questa sublime verità è, en passant, una raffica di mitragliatrice contro Al Gore, il candidato anti-Bush alle presidenziali Usa che mise l’impegno ambientalista nel suo programma politico. Sallie Baliunas e Willie Soon ci esortano a non impicciarci di cose così importanti, ma di lasciar fare agli esperti e seguirne docilmente le indicazioni. Già, bella roba! Come se gli esperti fossero divinità super partes…..Invece sono proprio gli esperti i responsabili di alcune fra le più atroci tragedie dell’età tecnocratica, dal talidomide alle centrali atomiche!
E poi di quali esperti parlano i due estensori, visto che ci sono migliaia di esperti che ritengono l’effetto serra una drammatica conseguenza dell’immissione di gas prodotti dalla combustione di combustibili fossili. Allora, perché dovremmo dar retta solo ad alcuni esperti e non altri? Steven Brockerman (che non è uno scienziato, ma sulla scienza ha idee titaniche) si scaglia contro il mito del riscaldamento globale, che definisce una Big Lie, una Grande Bugia. Il riscaldamento non c’è – strilla Brockerman -, se c’è è poco pochino, e comunque ci sono già stati nella storia della terra epoche di relativo riscaldamento. Ragionamento un po’ confuso, perché prima nega poi ammette una stessa realtà….. Ma forse i capitalisti, ed i loro araldi, hanno processi mentali molto più raffinati di noi, miserabili proletari. E termino questa squallida rassegna con il signor Fred Singer (fondatore e presidente del Science & Environmental Policy Project) che ci ammannisce un decalogo sulle Dieci cose che ciascuno dovrebbe sapere sul riscaldamento globale. Cosa sono queste dieci cose? Oh, bazzecole!! Il riscaldamento è una idea fissa di pochi esaltati, la terra gode ottima salute e il capitalismo è la ciliegina sulla torta dell’universo. Vi cito, tradotto, integralmente solo un passaggio, una vera perla, uno dei dieci comandamenti che il nuovo Mosè ci offre dall’alto non del Monte Sinai, ma di un monte di dollari.
“Cosa possiamo fare per il riscaldamento del clima? Possiamo fare ben poco per il clima in sé, ma possiamo tentare di fermare l’aumento dell’anidride atmosferica. Sebbene questo obiettivo sia scoraggiante, esso esige che tagliamo le emissioni in tutto il mondo dal 60 all’80 per cento. In effetti, questo significa tagliare il consumo di energia per quantità incomparabili, inclusi tutti i trasporti, il riscaldamento, il condizionamento d’aria e l’uso di elettricità. Ciò avrebbe un enorme impatto negativo nel benessere della gente, particolarmente per i paesi poveri e in via di sviluppo.” Sentito?? C’è da ridere o da piangere? Nei paesi poveri e in via di sviluppo quante auto circolano, quante industrie lavorano, quanti hanno il condizionatore d’aria ed il riscaldamento? E, in ogni modo, il ragionamento di Singer non è un ragionamento, ma un delirio; infatti: se il riscaldamento è una reale, tragica minaccia planetaria, che importanza può avere l’auto, il condizionatore o il videoregistratore? Certo: è molto duro dover rinunciare a queste belle comodità, ma se il loro uso porta alla morte del pianeta, ha senso continuare a farlo? Non è più saggio, più morale limitare, ridurre il consumo? Non sarebbe ormai necessario e urgente rivolgersi a nuove fonti di energia, prima delle quali l’idrogeno? Perché restare schiavi del petrolio, cioè schiavi delle lobbies che lo vendono? Le mie comodità devono essere pagate dai miei nipoti, ai quali lascerò un pianeta devastato e inospitale? Ha senso ammazzare la terra pur di non mettere in dubbio un modello socio-economico (il capitalismo) che fa acqua da tutte le parti e ha ampiamente dimostrato, come il comunismo, il male originario di cui è portatore?
Paolo Cortesi
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