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 Il Mobbing: che cosè?
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Inserito il - 08/10/2003 : 14:38:21  Mostra Profilo
Il Mobbing: che cosè?

di Anonimo



... che cos'è? Lo conoscete certamente tutti se avete lavorato in una
struttura pubblica, o privata almeno una volta nella vita

Lo conoscete per averlo subito sulla vostra pelle, o per averlo agito su
quella degli altri (magari inconsapevolmente), oppure "solamente" perché nel
privato dei vostri pensieri vi siete sorpresi a compatire e/o ad accusare
il/la collega, che è in perenne conflitto con il "capo", che non si allinea
(per incapacità o ribellione!) agli standard produttivi, comportamentali e
relazionali del vostro luogo di lavoro. Lo conosciamo e collaboriamo tutti
alla sua esistenza in modo attivo o passivo, complici o illusoriamente
assolti da una colpevole neutralità, proprio come accade per tutti quei
fenomeni fisici che si abbattono sulla nostra salute, dove la componente
materiale visibile è assente e il mandante indefinibile e inafferrabile, ma
i cui effetti risultano devastanti e tangibilissimi come il cancro! (es.:
piogge acide, radiazioni atomiche, inquinamento dell'aria da monossido di
carbonio, il buco dell'ozono etc, etc).

Ma, finalmente (ed è un fatto veramente recente rispetto al nord Europa) si
comincia a delineare l'identità di questo affatto nuovo fenomeno di violenza
sorda e invisibile; questa guerra psicologica messa in atto da capi e
colleghi contro un sottoposto, o il vicino di scrivania, che spesso
s'innesca con un conflitto non risolto degenerando poi in un circolo vizioso
inarrestabile, adesso ha un nome: "Mobbing".

Il termine anglosassone è mutuato dall'etologia ed indica il comportamento
aggressivo messo in atto da alcune specie d'uccelli nei confronti dei
contendenti intenzionati ad invadere il loro nido; tra i volatili l'estraneo
viene accerchiato, intimorito, aggredito e respinto; tra gli umani il
collega "estraneo" viene lentamente avvolto da una implacabile cortina di
disapprovazione indiretta, ambigua, fatta di chiacchiere, isolamento,
derisioni, svalutazioni, sabotaggi, dinieghi arbitrari dei più elementari
diritti, ben celati da fantomatiche ed insindacabili "cause di servizio",
(ad esempio differimenti di ferie e permessi), attribuzione di mansioni
dequalificate rispetto alla posizione raggiunta; un atmosfera velenosa di
cui nessuno si prende la responsabilità e che anzi viene fortemente negata
se la vittima tenta di slatentizzarla.

E' forse superfluo precisare che ogni essere ha il suo personale modo di
reagire al disagio interiore creato da un tale paradosso esistenziale e
attiva risorse difensive - reattive diverse in base alla sua struttura di
personalità, ma non è certamente superfluo dire che in caso di mobbing c'è
chi fonda associazione di studio e supporto per lavoratori colpiti da
vessazioni sul luogo di lavoro, c'è chi si trascina in una vita di lamenti
con familiari e amici convinto sempre più della sua inadeguatezza, chi si
abitua al malessere da "impotenza cronica", c'è chi si ammala nel corpo, chi
nell'anima e chi si suicida.

Vi sembra esagerato? Francia e Svezia considerano il mobbing la causa
scatenante del 10% dei suicidi e omicidi; dalle prime ricerche in Italia, si
calcola che siano coinvolti direttamente almeno un milione e mezzo di
lavoratori, ma va considerato che il fenomeno è ancora sommerso nel silenzio
delle persone colpite che, appesantite da sensi di colpa e dalla difficoltà
oggettiva di dimostrare ciò che viene impunemente perpetrato a loro carico,
non riescono a trovare la forza di venire allo scoperto.

Il mobbing non risparmia nessun ambito lavorativo, anche se colpisce
soprattutto il terziario, i quadri e gli impiegati con un buon livello
d'istruzione tra i quaranta e i cinquant'anni, senza distinzione di sesso.
Una lotta a colpi di angherie e ripicche che assumono le forme più varie; ma
che hanno sempre l'obiettivo strategico o "spontaneo" di isolare e man mano
espellere "il diverso", di eliminare "l'elemento disturbante" scomodo che
con il suo stile dissonante minaccia di sovvertire lo status quo di un
sistema lavorativo che fonda la sua stabilità sull'accettazione e il
rispetto di regole informali, non dichiarate, quindi indiscutibili e
potentissime: - compiacenza verso i superiori o colleghi che godono di una
maggiore posizione di potere nel gruppo, - accettazione acritica delle
disposizioni dei superiori anche se palesemente controproducenti per la
buona organizzazione del lavoro o la qualità della vita dei lavoratori, -
omertà verso i piccoli e grandi illeciti quotidiani, - tolleranza per i
privilegi di alcuni a scapito di altri con la segreta speranza di ottenerne
anche per se o di non perdere anche se di minore entità quelli già
acquisiti, - adesione a tutte le convenzioni implicite e alle consuetudini
locali che regolano la quotidianità nel luogo di lavoro.

Chi non si adegua a queste regole informali generali e locali che si
annidano e si nutrono nel grembo di una struttura e si comporta da essere
pensante è certamente candidato all'isolamento prima e all'espulsione poi (a
meno che non si redima!). Il mobbing è in realtà un fenomeno assai
complesso, perché riguarda in senso più ampio le articolate dinamiche
intrapsichiche e relazionali nei piccoli e grandi gruppi umani inserite in
un altrettanto intricato dedalo di codificate regole aziendali,
amministrative, di diritto pubblico e privato, di diritto del lavoro, di
codice civile e penale. Nell'intento di comprendere i fenomeni complessi è
fruttuoso che gli studiosi li suddividano e li classifichino per maneggiarli
più agevolmente, anche se ciò che accade nella nostra esperienza di realtà
rimane e si manifesta di volta in volta come fondamentalmente unico,
complesso e articolato. Così per il mobbing si parla di "verticale" se si
tratta di una strategia aziendale consapevole e predeterminata verso i
dipendenti allo scopo di ridurne il numero quindi i costi, o per
"svecchiare" il personale.

In questo caso la "scomodità" del lavoratore è legata più direttamente a
questioni economiche e di mercato che, diciamo, relazionali, e poiché il
licenziamento diretto è praticabile solo per giusta causa (e queste non lo
sono!) si ricorre a piani persecutori tali che sia lo stesso dipendente (già
fatto fuori) a dimettersi o eliminarsi in qualche modo, come nel caso
incredibile ma assolutamente reale della palazzina LAF dell'ILVA di Taranto.
Parliamo di dipendenti ma come sappiamo un certo tipo di mobbing, detto
bossing (che significa spadroneggiare, comandare, ma non centra niente con
l'On. Bossi!) sono vittime anche i collaboratori e i manager soprattutto
quando sono in atto fusioni di società, grandi o piccole ristrutturazioni
con cambi di management ai vertici aziendali, come nel caso credibilissimo
anche se assolutamente filmico di Lester raccontato in "American beauty". Il
mobbing orizzontale, verticale, bossing (e quant'altro non ancora definito)
spesso si intrecciano; ogni situazione non è mai pura, per così dire da
manuale, ogni storia è unica e specifica e per comprenderla appieno bisogna
penetrarla attentamente, viverla proprio come il mal di denti.

Le "molestie morali", come le definisce M.F. Hirigoyen, autrice francese
dell'omonimo libro (ed. Einaudi), si consumano non solo nel lavoro ma anche
nella famiglia e nella coppia. In un'intervista rilasciata al quotidiano "La
Repubblica" l'autrice afferma che ci sono contesti dai quali non si può
sfuggire, ".al contrario degli psicoanalisti interessati solo alla realtà
intrapsichica, considero fondamentali i condizionamenti esterni dei rapporti
familiari e di lavoro. E se in rapporto alle aggressioni che si subiscono in
questi ambiti gli psichiatri hanno la tendenza a vedere i pazienti come
corresponsabili delle situazioni di cui sono vittime, trovo che ci siano
contesti da cui non si può sfuggire". A mio parere, (al di là delle
contrapposizioni e del delicato problema della corresponsabilità e
dell'individuazione dei professionisti dell'assenteismo che tratterò in un
altro spazio) il contesto da cui non si può veramente sfuggire e sul quale
va canalizzata tutta l'energia ed il lavoro possibile è la nostra condizione
umana, che ci vede ad uno stadio storico evolutivo filogenetico paragonabile
a quello ontogenetico del bambino che si picchia con il suo coetaneo per il
possesso del giocattolo e dove ha la meglio sempre il più "forte".

"Il potere su", il potere sulle masse, sull'altro, su gli oggetti, sul
denaro ... su qualcosa e su qualcuno va smascherato e sostituito con il
"potere di", il potere di fare, creare, collaborare, organizzare e gestire
nell'intento di realizzare il benessere di tutti; il potere di ESSERE e
lasciar essere piuttosto che quello fallico di AVERE il comando, il potere
sano dell'autorevolezza, che si fonda sulla saggezza, la competenza e la
coralità, la tolleranza e la comprensione, invece di quello malato
dell'autoritarismo, che si fonda sulla bramosia e il narcisismo e spera di
salvare se stesso dando la morte all'altro. E' evidente che questo è un
punto d'arrivo ambizioso e forse lontano da venire, ma le utopie si possono
realizzare a patto che si inizi a camminare nella direzione corretta. Mi
sembra che il movimento e l'interesse che si sta attualmente concentrando
sul mobbing attraverso le associazioni, i convegni, i disegni di legge (ce
ne sono addirittura quattro), le sentenze già emesse dal tribunale di
Torino, gli articoli, i libri (di cui troverete i riferimenti, indirizzi e
telefoni in fondo a questo scritto) siano i passi verso la trasformazione
"dell'impossibile in possibile".

---------------------------

LIBRI: - "Cattivi capi cattivi colleghi" di A. e R. Giglioli , Ed.
Mondadori - "Il mobbing" di H. Ege, Ed Pitagora - "Il mobbing in Italia" di
H. Ege, Ed. Pitagora - "I numeri del mobbing" di H. Ege, Ed. Pitagora -
"Stress e mobbing" di H. Ege, Ed. Pitagora - "Molestie morali" di M.F.
Hirigoyen, Ed. Einaudi ARTICOLI - "La fabbrica dei mostri" di P.Zanuttini,
da "Il Venerdì" del 19 febbraio 1999 - "Ecco il mobbing, veleni in ufficio"
di B.Ardù, da "La Repubblica" del 24 luglio 1999 - "Mobbing i comportamenti
di vittime e aggressori" da " La Repubblica" del 26 luglio 1999 -
"Persecuzione in ufficio; Torino, corso anti-mobbing" da "La Repubblica" del
25 ottobre 1999 - "Ieri il primo corso di formazione a Torino" di I.Napoli,
da "Il Mattino" del 26 ottobre 1999 - "Italiani bravagente" reportage di
Marrazzo, da "La Repubblica" del 15 gennaio 2000 - "Mobbing:
l'accerchiamento aziendale; ovvero il terrorismo psicologico sul posto di
lavoro dalla Redazione di Torino di "Nuova Unità" - "Le cifre sulle vittime
del mobbing; discriminazioni sul lavoro, colpiti un milione di italiani" da
"Il Messaggero" del 1 febbraio 2000 - "Bossing e salute mentale: un caso
estremo, la palazzina LAF dell'ILVA di Taranto" di M.


Lieti seminario "Ambiente di lavoro e disagio psichico: cause e rimedi";
Regione Puglia Azienda Unità Sanitaria Locale TA/1, D.S.M. Taranto 1 Resp.
Dr.ssa M.Lieti Tel.099/4704824 INTERNET - "La punta dell'iceberg.it" -
"www.solaris.it" ASSOCIAZIONI - "MIMA", Movimento Italiano Mobizzati
Associati, Via Filippo Meda 169, Roma, tel. 064510843 0339-2232038


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