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 Onde elettromagnetiche e salute
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Inserito il - 03/11/2003 : 13:07:26  Mostra Profilo
Onde elettromagnetiche e salute

http://www.geocities.com/onde_elettromagnetiche/


Effetti sulla salute

Diffidenza, incredulità, suggestioni, paure. Sono i sentimenti che comunemente si diffondono tra le persone quando si confrontano con le scoperte della scienza e le nuove tecnologie. In passato, furono l'automobile e poi l'aeroplano, l'aspirina e poi la penicillina, a suscitare queste apprensioni. Oggi, è la volta delle onde elettromagnetiche, che sembrano polarizzare l'attenzione e l'ansia della popolazione e di coloro che sono deputati a proteggerne la salute. La telefonia mobile in particolare, ma anche le linee elettriche o i radio ripetitori, sono diventati gli elementi sui quali si concentrano gran parte delle apprensioni. I campi elettromagnetici sono così diventati una delle questioni più controverse.

Fanno male ..... ?

L'universo in cui viviamo è pervaso di onde elettromagnetiche, senza le quali la vita non potrebbe essersi generata. La stessa luce del sole ne è un esempio. Ciò che differenzia i vari tipi di onde elettromagnetiche è la frequenza, cioè il numero di oscillazioni compiute in un secondo e si misura in Herz (Hz). Si va da 0 Hz, che caratterizza un campo magnetico statico, come quello generato dai cavi della batteria di un'automobile, ai 30 miliardi di miliardi di miliardi di Hz (30 seguito da 27 zeri) dei raggi gamma. Le onde elettromagnetiche si possono catalogare in due categorie ben separate: le onde ionizzanti e quelle non ionizzanti, a seconda della loro frequenza.


Sono ionizzanti i raggi gamma, i raggi X ed una parte dei raggi ultravioletti. Questi hanno cioè una energia sufficiente per modificare lo stato della materia che incontrano lungo il loro cammino. Sono NON ionizzanti le onde che non hanno energia sufficiente per modificare la materia, caratterizzate da una frequenza inferiore a 10 milioni di miliardi di Hz: la luce visibile, le onde radio della telefonia cellulare e della TV. Queste onde non modificano la materia ma interagiscono con essa e gli effetti possono essere anche benefici, basti pensare ad esempio all'utilizzo a scopo terapeutico della magnetoterapia o alla stessa luce del sole. Tuttavia, il notevole aumento delle fonti artificiali di campi elettromagnetici degli ultimi anni, ha fatto nascere il sospetto di effetti poco salutari. Per cui telefoni cellulari, radio ripetitori ed elettrodotti sono diventati i principali accusati di una nuova ipotetica fonte di inquinamento. A fronte di tali allarmismi, l'organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha avviato un progetto internazionale per valutare gli effetti sanitari connessi all'esposizione a campi elettrici e magnetici, noto come Progetto CEM.

Tutti gli studi effettuati al momento "non hanno trovato nessuna evidenza convincente di aumenti del rischio di insorgenza del cancro o di alcuna altra malattia in relazione all'uso di telefoni cellulari" (fonte OMS). Resta tuttavia una dubbia correlazione tra la vicinanza a linee di alta tensione (e solo queste) e rischio di leucemia infantile. D'altro canto questi studi non dimostrano neppure che le onde elettromagnetiche sono innoque, infatti la scienza può soltanto dimostrare nessi causali, non può escludere ciò che non dimostra. Mentre il dubbio permane, le ricerche proseguono e le autorità hanno adottato alcune misure cautelative per limitare il proliferare sconsiderato di onde elettromagnetiche.

Da parte nostra, pur essendo una magra consolazione, possiamo constatare che tutto sommato con onde e campi elettromagnetici ci conviviamo da sempre (si veda la tabella riportata) e se da un lato un certo timore può essere comprensibile, dall'altro una preoccupazione eccessiva sarebbe ingiustificata.


Sorgente | cCampo magnetico [V/m] | Campo Elettrico [uT]
A 30m da una linea elettrica 380mila Volt | 5 - 20 | 1000 - 5000
A contatto di un telefono cellulare | 0.1 | 5 - 20
In prossimità di una BTS | 0.1 | 0.2 - 6
A 30cm da un frigorifero | 0.1 - 1 | 60
A 30cm da un televisore | 1 - 5 | 50
A 10cm da un asciugacapelli | 1 - 5 | 100 - 300
A contatto di un rasolio elettrico | 15 - 150 | 60
A contatto con una termocoperta | 2 - 3 | 250
A 30 cm da un ferro da stiro | 2 - 20 | 16
A 30cm da una lampada da tavolo | 0.5 - 2 | 25


------------


Campi elettrici e campi magnetici

Prima che procediate con la lettura, desidero scusarmi con gli specialisti ed i professionisti che conoscono già la materia.
La terminologia che utilizzerò per illustrare i concetti che seguono non sarà sempre rigorosa. Tuttavia, essendo lo scopo di questo sito quello di spiegare con parole semplici ed alla portata di tutti concetti tutt'altro che banali, ritengo che il fine possa giustificare i mezzi e che quindi possiate perdonarmi se il rigore e la precisione scientifica non sono come un'argomentazione di questo tipo richiederebbe.


1- Il campo elettrico

Per capire cos'è un campo elettrico partiamo dall'esperimento che tutti, da bambini o da adulti, abbiamo sicuramente fatto. Si prende un pezzo di plastica (ad esempio una penna) e lo si strofina su della lana (ad esempio un maglione) per qualche secondo. Avvicinando la penna ad alcuni pezzetti di carta questi verranno attratti già quando sono a 4-5 centimetri di distanza dalla penna. E' come se attorno alla plastica che è stata strofinata si fosse creata una "zona" per cui se un qualsiasi pezzetto di carta entra in questa zona viene attratto. Questa zona prende il nome di Campo Elettrostatico o semplicemente campo elettrico.


2- Il campo magnetico

Per introdurre il concetto di campo magnetico facciamo anche in questo caso un esperimento simile al precedente utilizzando però una calamita al posto della penna ed alcuni trucioli di ferro al posto dei pezzetti di carta. Stavolta la calamita non ha bisogno di essere strofinata per attirare i pezzetti di ferro. Analogamente al primo esperimento, i trucioli di ferro sono attratti dalla calamita quando entrano in una "zona" che sta attorno alla calamita. Questa "zona" è tanto più ampia quanto più la calamita è potente e prende il nome di Campo Magnetico.


3- Quali le diversità tra i due fenomeni ?

Benchè apparentemente simili, i due esperimenti presentano delle diversità sostanziali.
Innanzi tutto la penna strofinata sulla lana, benchè attiri i pezzetti di carta non attira di certo i trucioli di ferro. Viceversa la calamita attira i trucioli di ferro ma non la carta.
Ma l'elemento che distingue maggiormente il fenomeno elettrostatico da quello magnetico è l'impossibilità per quest'ultimo di creare il cosiddetto monopolo magnetico. Cioè mentre è possibile avere un materiale carico elettrostaticamente con segno positivo o con segno negativo, il magnete esiste sempre con entrambe le polarità.
Per provarlo provate a prendere una calamita, constatate che da un lato vi è presente il polo N e dall'altro vi è il polo S. Se ora provate a spezzare la calamita per dividere il polo N da quello S non ci riuscite in quanto otterrete due calamite più piccole, ciascuna con i poli N ed S.


4- Le onde elettromagnetiche

Il legame tra campo elettrico e campo magnetico è frutto di scoperte scientifiche fatte durante il 1800.
Le ricerche hanno portato a constatare che tra campo elettrico e campo magnetico vi è un profondo legame:
Un campo elettrico variabile genera un campo magnetico e viceversa.
Cosa significa questo ? Al solito facciamo un esempio considerando un esperimento.
Al posto della penna dell'esperimento precedente, caricata strofinandola con un panno di lana, prendiamo stavolta un disco di plastica che fissiamo con un perno centrale così che possa ruotare.
Ora strofiniamo il disco con il solito panno di lana, così da caricarlo come per la penna.
Il disco carico genera un campo elettrico, come abbiamo visto in precedenza. Adesso però facciamo ruotare il disco in modo da mettere in movimento le cariche che generano il campo elettrico e produrre quindi un campo elettrico variabile.
Avvicinando al disco in rotazione l'ago di una bussola, quest'ultimo tenderà ad orientarsi verso il disco.
Questa è la prova che il campo elettrico variabile che abbiamo creato ha generato un campo magnetico il quale è rilevabile tramite l'ago di una bussola.

Per provare il viceversa, cioè che un campo magnetico variabile genera un campo elettrico, andiamo a descrivere un apparecchio che tutti, più o meno frequentemente, abbiamo utilizzato: la dinamo della bicicletta.
La dinamo è composta essenzialmente da un magnete che può ruotare all'interno di un avvolgimento di filo di rame. La rotazione del magnete produce un campo magnetico variabile il quale genera un campo elettrico. Vi ricordate cosa fa il campo elettrico ? Attira le cariche elettriche che, nel caso specifico, sono gli elettroni presenti nel rame. Questi muovendosi generano una corrente elettrica che fa accendere la lampadina collegata alla dinamo.
Quindi un campo magnetico variabile genera un campo elettrico che nel caso particolare della dinamo viene utilizzato per muovere gli elettroni e generare quindi una corrente elettrica.

Fu un tale di nome Maxwell che riuscì a descrivere matematicamente questi fenomeni e a sciogliere così ogni dubbio sulle leggi fisiche che regolano i campi elettrici e magnetici.
La deduzione più brillante di queste ricerche, che è oggi alla base delle moderne telecomunicazioni cellulari è che un campo elettrico variabile genera (si dice anche "induce") un campo magnetico variabile il quale a sua volta induce un campo elettrico variabile che induce un campo magnetico variabile e così via ... il risultato è un'onda, detta onda elettromagnetica, che si propaga nello spazio ed è composta da un campo elettrico e da un campo magnetico.

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