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Inserito il - 13/03/2012 : 11:33:02
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La conferenza su “Il Viaggio dell’Anima” che Marco Ferrini (Matsyavatara dasa) ha tenuto sabato 10 marzo presso la sede di Ponsacco del Centro Studi Bhaktivedanta è stata l’occasione per riflettere approfonditamente sul tema della morte e della nostra relazione con essa. Quest’incontro è stato condotto sulla scorta di immagini simboliche e di narrazioni storiche e mitologiche della tradizione greco-latina e tradizionale indiana: strumenti che ci hanno permesso di riconsiderare quest’evento con occhi nuovi.
Abbiamo riscoperto la morte come un’occasione straordinaria che le leggi dell’Universo ci offrono per riconsiderare le scelte compiute nella nostra vita e per reimpostare la coscienza in maniera evolutiva, in vista dell’opportunità della nostra prossima esistenza incarnata. Come vive, così l’essere umano muore (si veda Bhagavad-gita VIII.6). Ed entrambi questi fenomeni dipendono dal livello di coscienza e dalla qualità della visione che ciascuno ha sviluppato. Marco Ferrini ha spiegato che questa visione non è il frutto di un destino capriccioso o di un Dio nevrotico, che attribuiscono talenti e potenzialità in maniera arbitraria. È vero piuttosto che ogni donna e ogni uomo sono responsabili della propria realtà interiore: di pensieri, emozioni e sentimenti che si vengono a costituire in conseguenza delle scelte e delle motivazione che guidano il nostro agire. È in virtù di queste scelte che l’ordine o il caos finiscono per dominare il nostro campo coscienziale, con i loro frutti di gioia e di sofferenza nell’esperienza di questa vita e della morte. I corpi di materia, che abbiamo ricevuto in prestito, sono preziosissimi strumenti per fare esperienza in questo mondo e acquisire una sempre maggiore consapevolezza della nostra immortalità. Il senso dell’esistenza è quello di permetterci di evolvere attraverso un processo di purificazione dagli errori, che ha nell’Amore la sua meta suprema. Possiamo apprezzare la materia relazionandoci ad essa senza brame di possesso, consapevoli di una realtà superiore che si esprime in un Amore puro e disinteressato. L’Amore è conquista, perché ci libera dai legami patologici con la materia; perché quel che abbiamo amato e che amiamo è nostro per sempre. La parte dedicata a domande e risposte è stata particolarmente vivace e interessante, con persone che hanno raccontato loro esperienze di vita e di morte, alle quali Marco Ferrini ha risposto offrendo riflessioni di grande valore. Le potremmo così sintetizzare: “La realizzazione dell'Amore è la conquista sulla morte.” |
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