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Inserito il - 23/06/2011 : 10:34:39
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Battiato in tour
Al via il 15 luglio dal festival Rock in Roma 22 giugno, 17:34
(ANSA) - ROMA, 22 GIU - In Italia e' il momento di alzarsi in piedi, di reagire, e Franco Battiato lo fa nei live, tornando a un approccio piu' rock con il palco, affiancato da una band e da un quartetto d'archi. Si parte il 15 luglio, dal festival Rock in Roma, e seguiranno oltre 20 date, fino al 15 settembre. In scaletta troveranno posto brani che ripercorrono gli oltre 30 anni di carriera, da Autodafe' a Un'altra vita, a La cura fatta con una ritmica un po' diversa, a Il ballo del potere, a Shock in my Town.
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"Con il rock tecnico farò svegliare l'Italia"
di Paolo Giordano
Franco Battiato lancia la tournée Up patriots to arms!: "Non faccio barricate, Celentano è un’altra cosa. Canterò anche La cura, Shock in my town e Autodafé".
Massì che quegl’occhi sornioni nascondono ancora una bella scintilla polemica. Così colto, così arabo nel parlare, Franco Battiato non le manda a dire neppure oggi che presenta uno dei tour dell’estate, roba da tutto esaurito quasi ovunque. «Però attenzione, non mi piace fare campagne elettorali ». In fondo, meglio l’arte, ovvio. «Sarò sul palco con una band e faremo rock tecnico, mica dark», spiega a tavola parlando a modo suo, con voce potente quando gli fa comodo ( bellissima la barzelletta su Berlusconi e Bersani), o sussurrando se è il caso. Dunque il giretto d’Italia intitolato Up patriots to arms! durerà due mesi esatti (parte il 15 luglio a Rock in Roma, finisce il 15 settembre a Torino) ed è una parentesi terrestre tra i voli pindarici e artistici di questo che, a sessantasei anni suonati, è ancora un’artista senza confini, qualità rarissima capirete. Però spiazza subito tutti: «Il pubblico non mi manca proprio», e beccatevi questa.
Addirittura, caro Franco Battiato. «Nel senso che non sono fatto per stare sul palco. Ma stavolta ci sarò con una band vera e propria, roba del tipo basso chitarra e batteria, e faremo molti pezzi famosi del mio repertorio».
Come minimo Up patriots to arms!: quel brano compie trentun anni, nella versione su disco era introdotto dall’ouverture del Tannhäuser di Wagner. Capirai, Wagner: per molti una provocazione. «Ma oltre a quello canterò anche Shock in my town , Autodafè , Un’altra vita e La cura, quest’ultima con un arrangiamento ritmico diverso. E poi Il ballo del potere e Summer on a solitary beach.
Scusi, e Povera patria? «Anche quella sarà in lista».
Si dirà come sempre che è attuale. «Sono uno che ha studiato un po’ e so che è attuale oggi come lo sarebbe stato ai tempi dell’Antica Grecia o nella Roma del Basso Impero».
Ci sono segnali di cambiamento? «Avevo previsto la vittoria di Pisapia a Milano perché, oltretutto la Moratti era stata di una scorrettezza che meritava l’espulsione dall’Italia. Vedo manifestazioni in Spagna, in Francia e anche in Italia alle quali mi sento vicino. Mi pare che ci sia un’aria nuova, due signore sono venute separatamente a dirmi che ”ci stiamo svegliando“».
Lo si ripete ciclicamente. Il problema è che non tutti capiscono bene da che cosa. «Mi viene in mente una battuta dello straordinario Ionesco che nel ’68 a Parigi sentì gli studenti manifestare sotto casa. Si avvicinò alla finestra, era così piccolo che arrivava a stento a vedere di sotto. Si issò sulla punta dei piedi e profetizzò: “Attenzione che voi sarete i servi del potere di domani”».
Detto tutto. «Grandissimo intellettuale».
Tutto si può dire di Battiato tranne che sia docile al potere. «Ma non mi piace fare barricate, non sono un tipo da campagne elettorali».
Si riferisce al Celentano santorizzato? «Lui è forte perché fa sempre se stesso. Dopo avermi visto a La7, la redazione di Annozero mi ha invitato in trasmissione. E io ho risposto: “Vengo solo se non ci sono politici in studio”».
Ottimo modo per svicolare. «Ho detto no anche a Sgarbi ».
Comunque è un gran momento per i cantanti ( autorevoli) in televisione. Anche in un ruolo diverso dal loro. Forse gli spettatori hanno un disperato bisogno di credibilità. Insomma, i controversi talent show non c’entrano. «In ogni caso, in tv secondo me la musica leggera non funziona. Quanto ai talent, c’è troppa competizione. Per tanta gente l’odore del sangue ha un fascino sbalorditivo. Sono sicuro che se aprissero di nuovo il Colosseo a belve e gladiatori, ci sarebbe la fila per comprare i biglietti».
da ilgiornale.it
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