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Inserito il - 24/02/2014 : 11:19:15
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La consapevolezza nella vita quotidiana
da "Mindfulness" - di Zindel, Segal, Teasdale
- Prendersi un momento ili respiro -
(La consapevolezza non è né difficile né complessa; la parte più difficile è ricordarsi ili essere consapevoli.)
di Cristina Feldmann
Chi tra noi tenta di coltivare una maggiore consapevolezza prima o poi sjopre che è più difficile essere consapevoli proprio nei momenti in cui sarebbe più utile. Quando siamo sotto pressione, quando ci sentiamo male, quando sembra che. non ci sia un momento libero, questi sono i momenti in cui essere presenti e consapevoli può costituire una grande sfida. Sono anche i momenti in cui ne abbiamo più bisogno.
Praticare la consapevolezza non significa solo trovare qualche momento di pace per la pratica formale, ma anche farla diventare parte della nostra vita quotidiana. Anzi, potremmo dire che in ultima analisi la pratica è la vita stessa. Non c'è nessun momento di veglia in cui non potremmo essere più vivi e più in contatto con la realtà grazie alla consapevolezza. Quindi il vero lavoro della consapevolezza comincia con la vita stessa, con tutti i suoi cambiamenti e colpi di scena, con tutte le sue facce e sfaccettatura diverse. Questo vale soprattutto quando la vita è particolarmente difficile, quando la mente vaga qua e là. È proprio in quei momenti che abbiamo più bisogno della stabilità, della chiarezza e dell'intuizione e della comprensione che la consapevolezza ci offre. In questo capitolo congiungeremo i fili di ciò che abbiamo imparato finora, per vedere come possiamo integrare le nostre scoperte nel tessuto della nostra vita quotidiana.
Sia il programma per la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza, sia il programma di terapia cognitiva basata sulla consapevolezza sottolineano fin dall'inizio quanto sia importante portare la consapevolezza nella vita quotidiana. Ci invitano a prestare attenzione ad attività di routine come lavarsi i denti, dare da mangiare al gatto e portare fuori la spazzatura; a camminare in modo consapevolezza ; a utilizzare le sensazioni fisiche come modo per rimanere consapevoli e presenti in ogni momento e a sostenere la consapevolezza di qualsiasi esperienza "respirando con" essa. Il programma MBCT offre anche uno strumento speciale che è stato ideato appositamente per portare la consapevolezza nella nostra vita quotidiana, in particolare nei momenti di svolta, quando l'umore comincia a scendere. Questo strumento è una "mini meditazione chiamata "un momento di respiro" o "Tre minuti di respiro". Nell'ambito del programma MBCT viene utilizzato sempre come primo passo per affrontare situazioni e sentimenti difficili.
Nell'ambito di questa pratica, l'intero insegnamento del programma MBCT viene concentrato in tre fasi. Molti di coloro che hanno partecipato al programma hanno definito questa pratica la caratteristica più utile dell'intero corso. Quando sembra che così tante delle nostre attività quotidiane richiedano il pensiero critico della modalità del fare, questa pratica offre un modo rapido e sorprendentemente efficace per passare alla modalità dell'essere quando ne abbiamo maggiormente bisogno.
Per cominciare a sperimentarla potete leggere interamente le istruzioni riportate di seguito, per poi tuffarvi subito nella pratica, prendendovi Tre minuti di respiro proprio ora. Forse troverete utile dedicare circa un minuto a ciascuna delle fasi, forse preferirete variare i tempi (per esempio dedicando un periodo leggermente più lungo alla seconda fase).
All'inizio pratichiamo questo "momento di respiro" per tre minuti a orari prestabiliti, tre volte al giorno, in un modo piuttosto formale. Ma una volta che ci siamo impratichiti possiamo usarlo in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, anche solo per un respiro o due oppure fino a cinque-dieci minuti, a seconda delle condizioni. Ben presto ci potremo ritrovare a ricorrervi in molte situazioni, per esempio quando notiamo sentimenti sgradevoli o un senso di "tensione" nel corpo oppure ci sentiamo sopraffatti dagli eventi. In tali situazioni, quando l'umore depresso minaccia di sopraffarci, prenderci "un momento di respiro" ci permette di ritrovare la stabilità. Ci permette di vedere chiaramente che cosa sta succedendo tramite la conoscenza diretta ed esperienziale. Ci olire un punto di partenza dal quale possiamo scegliere con consapevolezza i passi successivi richiesti dalla situazione in cui ci troviamo.
Tre minuti di respiro
Fase 1. Consapevolezza
Cominciate adottando deliberatamente una postura eretta e dignitosa, che siate seduti o in piedi. Se possibile, chiudete gli occhi. Quindi, portate la consapevolezza alla vostra esperienza interiore e chiedetevi: Qual è la mia esperienza in questo momento?
- Quali pensieri mi passano per la mente? Come meglio vi riesce, riconoscete i pensieri come eventi mentali, magari traducendoli in parole.
- Quali sentimenti ci sono? Orientate la vostra attenzione a eventuali disagi emozionali o sentimenti sgradevoli, riconoscendone la presenza.
- Quali sensazioni fisiche ci sono in questo momento? Forse potete passare in rassegna rapidamente il corpo per individuare eventuali sensazioni di tensione.
Fase 2. Raccoglimento
Quindi riorientate l'attenzione, per concentrarvi sulle sensazioni fisiche del respiro che entra ed esce spontaneamente dal corpo. Mettete a fuoco la percezione del respiro nell'addome... percepite le sensazioni della parete addominale che si dilata con l'inspirazione... e si distende con l'espirazione.
Seguite il respiro per tutta l'inspirazione e l'espirazione, utilizzandolo per ancorarvi al presente.
Fase 3. Espansione
Ora estendete la sfera della consapevolezza attorno di respiro, in modo che, in aggiunta alle sensazioni del respiro, essa includa la percezione del corpo nel suo insieme, della vostra postura e dell'espressione facciale.
Se diventate consapevoli di eventuali situazioni di disagio, tensione o resistenza, concentratevi su di esse respirandovi dentro con ogni inspirazione e respirando a partire da esse con ogni espirazione, mentre allentate la tensione e adottate un atteggiamento di maggiore apertura. Se volete, con l'espirazione potete dire a voi stessi: "Va bene... Qualsiasi cosa sia, è già qui; proviamo a sentirla".
Come meglio vi riesce, portate questa consapevolezza più ampia nei momenti successivi della giornata.
Nella prima fase dei Tre minuti di respiro ci viene chiesto di collocarci pienamente nel presente e di disattivare il pilota automatico e la modalità del fare. Sospendiamo intenzionalmente le nostre abitudini di giudizio autocritico; rinunciamo a tentare di arrivare da qualche parte che non sia dove siamo già. Ci esercitiamo a contenere la nostra consueta tendenza ad aggiustare ciò che secondo la modalità del fare deve essere aggiustato. Prendiamo consapevolezza di ciò che già c'è in questo momento e lo riconosciamo semplicemente per quello che è.
Mantenere questo atteggiamento di riconoscimento e attenzione può essere molto difficile. I vecchi schemi di pensiero viaggiano su binari ormai consolidati e possono facilmente trascinarci con sé. Perciò passiamo alla seconda fase, che consiste nel raccogliere la mente e concentrarci su un solo oggetto: le sensazioni del respiro; solo questo respiro che entra, solo questo respiro che esce. In questo modo, diamo a noi stessi l'opportunità di stabilizzare la mente e di restare qui, ora.
Dopo esserci raccolti in questo modo, passiamo alla terza fase. Estendiamo la sfera della consapevolezza fino a includere tutto il corpo. Entriamo nella spaziosità della modalità dell'essere e, come meglio ci riesce, lasciamo che il più ampio dominio dell'essere sia con noi quando ritorniamo a ciò che stavamo facendo. Queste tre fasi ci aiutano a passare senza soluzione di continuità dalla modalità del fare alla modalità dell'essere.
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