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 Quando il cibo diventa prasadam?
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Inserito il - 29/07/2023 : 10:05:13  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Quando il cibo diventa prasadam?

Seguendo regole appropriate chiunque può trasformare il cibo comune in una sostanza spirituale

di Sivarama Swami

Questo può sembrare cibo ordinario, ma poiché è stato preparato per Krishna e offerto a Lui con amore, è stato trasformato in energia spirituale.

Il fenomeno di qualcosa che si trasforma da materiale a spirituale è un fatto straordinario, ma è qualcosa con cui noi, come devoti, siamo a contatto quotidianamente, spesso diverse volte al giorno. Questo accade quando la bhoga (cibo non offerto) diventa prasadam o cibo santificato dal Signore.
Quando ero un neo-devoto a Montreal, organizzammo un programma che doveva svolgersi al campus della McGill University. Il volantino che pubblicizzava il programma diceva: “Davanti ai tuoi occhi vedrai la materia trasformata in spirito.” Certamente questo titolo suscitò l’interesse di molte persone.
Durante il programma, il presidente del tempio nella presentazione trattò questo punto. Alla fine disse: “Va bene, ora sta per accadere. Vedrete lo spirito manifestarsi davanti ai vostri occhi.”

Gli studenti sedevano sul bordo dei loro sedili. Fu portato il piatto con il cibo non offerto, che era quello della festa di quel giorno, e fu messo davanti al quadro del Pañca-tattva (Sri Caitanya e i Suoi quattro principali associati). Poi un devoto s’inchinò, suonò la campanella e a bassa voce pronunziò dei mantra. Infine si alzò e dichiarò: “Ecco, abbiamo portato del cibo comune ed ora è stato trasformato in sostanza spirituale.”
E prima che qualcuno potesse metterlo in dubbio, disse: “La prova di questo l’avrete mangiandolo e constatando l’effetto che ha.”

Come Krishna dice, pratyaksavagamam dharmyam: “Il principio della religione si comprende con l’esperienza diretta.” (Bhagavad-gita 9.2), in questo caso, la prova è certamente nel gusto. Coloro che hanno assaggiato il prasadam di Krishna sanno che esso ha un potere straordinario e che mangiarlo costituisce un’esperienza molto diversa dal mangiare cibo che non è stato offerto al Signore con amore e devozione.
Allora quando la bhoga diventa prasadam? Certamente quando viene offerta, ma perché un’offerta abbia successo, deve essere accettata. Quando Krishna accetta quello che Gli offriamo, diventa prasadam. La parola prasadam significa “misericordia” e nella Bhagavad-gita Sri Krishna dice, prasade sarva-duhkhanam hanir asyopajayate: “La misericordia del Signore distrugge tutte le forme di sofferenza.”

Perciò, quando mangiamo, (o, come noi diciamo, onoriamo) il prasadam ci sentiamo entusiasti. Il prasadam distrugge le conseguenze delle nostre attività peccaminose passate. Rupa Gosvami dice che esso ci fa sentire “molto fortunati”. E che cosa in realtà viene accettato? E’ il cibo stesso? Krishna nella Bhagavad-gita (9.26) afferma:

patram puspam phalam toyam
yo me bhaktya prayacchati
tad aham bhakty-upahritam
asnami prayatatmanah

“Se qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un fiore, un frutto o dell’acqua, accetterò la sua offerta.” Egli dice: “Io accetto la bhakti.” Si può offrire una foglia, un fiore, un frutto, del latte o preparazioni cotte nel ghee, ma è la devozione che porta queste preparazioni a Krishna e che Lo rende incline ad accettarle. La Sri Isopanisad (Mantra 5) dice, tad dure tad v antike: sebbene Krishna sia molto lontano, è anche molto vicino. Per cui ovunque noi siamo quando offriamo qualcosa a Krishna, la devozione Lo porta direttamente da noi.
Non tutte le offerte però sono dello stesso livello; esse dipendono dalla natura del devoto. Anche se ci sono molti modi di classificare i devoti, in questo caso possiamo considerarne tre tipi: interessati, puri, pieni d’amore. Ne consegue che le offerte saranno comprese in una di queste tre categorie.

L’OFFERTA INTERESSATA

Un’offerta è interessata quando qualcosa viene offerto a Krishna con l’idea che se ne riceverà un beneficio materiale come la liberazione dalle sofferenze materiali: “Se io do questo a Krishna, ne riceverò prosperità, salute e i miei figli faranno buoni matrimoni,” e così via. Oppure qualcuno potrebbe desiderare di liberarsi dalle sofferenze o di guarire da una malattia — questa è un’offerta interessata. Ma anche un’offerta interessata può essere fatta in due modi. Se è fatta attraverso la guru-parampara, la successione di guru, Krishna l’accetterà, perché i puri devoti sono sempre molto misericordiosi e per elevare la coscienza dei devoti che hanno motivazioni interessate essi supplicano Krishna di accettare le loro misere offerte. In altre parole, è la purezza dei devoti della guru-parampara che trasforma le offerte impure in offerte pure.

Se però una persona che ha delle motivazioni interessate fa un’offerta a modo suo, non attraverso la guru-parampara, l’offerta non diventa prasadam, ma rimane bhoga. Tuttavia anche questo tipo di offerta ha valore perché la persona pensa: “Almeno offro questo a Krishna.”
Naturalmente, in qualunque modo le persone pensino a Krishna sarà per loro benefico. Akama, sarva-kama, moksa-kama: senza desideri materiali, pieno di desideri materiali o con il desiderio della liberazione. In ciascun caso gradualmente si purificano, ma a meno che Krishna non voglia esercitare una misericordia straordinaria, Egli non accetta cibo offerto con motivazioni di altra natura. Yasyaprasadan na gatiH kuto ’pi: “Senza la grazia di un maestro spirituale non si può fare nessun avanzamento spirituale.” (Gurvastaka 8) Krishna non accetterà niente che non sia offerto attraverso la guru-parampara.

Spesso, a proposito di membri della congregazione o neo-devoti che non sono iniziati ma fanno le offerte, viene posta una domanda interessante: le offerte sono prasadam o bhoga? In questo caso dobbiamo considerare il potere della successione disciplica che non è ristretta ai devoti iniziati. Se qualcuno viene istruito ad offrire il cibo da un Vaisnava autorizzato, Krishna accetterà questa offerta. Krishna non rifiuterà il suo approccio sincero perché in effetti questa persona accetta la guru-parampara anche se non ha ancora seguito il processo diksa.

L’OFFERTA PURA

Il secondo tipo di offerta è l’offerta pura, cioè quando un devoto offre qualcosa a Krishna per farGli cosa gradita. Un devoto non ha motivazioni egoistiche; vuole solo compiacere Krishna. Perciò egli a casa offre il cibo a un quadro, a una divinità o ad una salagrama-sila e nel tempio i pujari dal cuore puro cercano di compiacere Gaura-Nitai e Radha-Krishna. Anche in questa categoria ci sono, però, due tipi di offerta: regolata e spontanea. L’offerta regolata è fatta per dovere seguendo tutte le regole e i principi.
Anche l’altra viene fatta dal devoto seguendo le regole, ma per uno spontaneo attaccamento al Signore. Questo devoto prova un certo grado di affetto e il suo pensiero dominante non è quello dell’obbligo: “Lo farò perché queste sono le istruzioni del guru e degli sastra.”

Tuttavia facendo queste offerte secondo le indicazioni del guru e degli sastra, nei devoti si risveglia la naturale attrazione per Krishna e per l’esecuzione di spontanei atti di devozione dettati dall’affetto. Questo affetto è un po’ diverso dall’amore maturo, l’amore spirituale, ma è sincero. Tuttavia, entrambi questi tipi di offerta pura devono essere fatti attraverso la guru-parampara. A questo livello anche il prasadam è diverso. Quando si offre qualcosa a Krishna per dovere, Egli l’accetta per dovere. Egli si sente legato dal dovere. Nella Bhagavad-gita (3.24) Krishna dice: “Se Mi astenessi dal compiere i Miei doveri prescritti, tutti questi mondi cadrebbero in rovina.” Krishna agisce per dovere. Krishna però considera che, fra tutti i devoti che si arrendono a Lui, colui che Gli offre qualcosa con affetto Gli è più caro di tutti. Perciò Krishna ricambia la gentilezza e corrisponde con grande affetto verso quel devoto.

Sorge naturale la domanda: ci sono differenti tipi di prasadam? E la risposta è sì. Krishna dice, ye yatha mam prapadyante tams tathaiva bhajami aham: “Nella misura in cui si abbandonano a Me, Io li ricompenso.” (Bg. 4.11) Secondo la quantità e la qualità della devozione con cui si fa l’offerta a Krishna, in proporzione questa offerta diventa prasadam. E’ interessante notare che la capacità di un devoto a gustare il prasadam sarà in proporzione alla sua capacità di offrire il prasadam. In altre parole, i devoti gusteranno la natura spirituale del prasadam nella stessa misura in cui manifesteranno devozione nell’offerta.

L’OFFERTA FATTA CON AMORE PURO

Il terzo tipo d’offerta è quella fatta con amore puro. Quando un devoto raggiunge il livello dell’amore devozionale, Krishna accetta direttamente l’offerta dalle sue mani e contraccambia la sua gentilezza. L’amore devozionale è quello espresso dagli eterni associati di Krishna nel mondo spirituale, dove Egli è direttamente impegnato a gustare tutti i tipi d’amore che i Suoi devoti Gli offrono.
Allora cosa c’è di diverso e come fa il prasadam a diventare spirituale? Il cibo appare uguale prima e dopo l’offerta, ma ciò che accade in realtà è che Krishna risponde alla devozione del devoto manifestando la Sua svarupa-sakti o la Sua daivi-prakriti, la Sua potenza spirituale interna nel grado in cui il devoto Glielo permette. Con la parola “permette” intendo il grado che il devoto vuole o il grado con cui manifesta la qualità e la quantità di servizio devozionale.

Quando Caitanya Mahaprabhu era a Jagannatha Puri e onorò il prasadam di Jagannatha fu sopraffatto dal gusto estatico del prasadam. Egli glorificò il prasadam e potè gustare direttamente la saliva delle labbra di loto di Krishna mista al cibo. Egli continuò a glorificare l’effetto del tocco delle labbra di Krishna.
Questo è ciò che accade quando qualcuno che prova amore devozionale assaggia il cibo offerto a Krishna. E, in questo caso, senza dubbio, la capacità di Caitanya Mahaprabhu di gustare la potenza del prasadam supera quella dei brahmana che lo avevano offerto al Signore Jagannatha. Tuttavia quel prasadam è potenza interna di Krishna, non differente da Krishna e dinamico. Un devoto che ha amore per Krishna può gustare la potenza spirituale presente nel prasadam più di quanto essa si sia manifestata al pujari che aveva fatto l’offerta.

Possiamo considerare anche gli esempi di Prahlada Maharaja e di Mirabai: ad ambedue era stato dato da bere del veleno, ma, grazie al loro grande amore devozionale, il veleno si trasformò in nettare e non ebbe alcun effetto. Perché questo? Perché sia il veleno sia i cibi nutrienti fanno parte della relatività di questo mondo materiale. Ma quando con amore offriamo qualcosa a Krishna, la potenza sac-cit-ananda di Krishna si manifesta in quel cibo. In questo modo il veleno diventa prasadam come accade per un pakora.

L’OFFERTA DELLE NOSTRE VITE

Comunque non dovremmo pensare che “l’offerta” sia solo la bhoga o il cibo che offriamo a Krishna. I devoti fanno un’offerta di tutta la loro vita:

yat karosi yad asnasi
yaj juhosi dadasi yat
yat tapasyasi kaunteya
tat kurusva mad-arpanam

Krishna dice: “Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi sacrifichi od offra in carità, come pure le austerità che compi — offri tutto a Me, o figlio di Kunti.” (Bg. 9.27) In definitiva ogni respiro di un devoto è un’offerta: quando i devoti dormono per mantenere il loro corpo al servizio di Krishna, quel sonno diventa un’offerta al Signore; quando mangiano per mantenere i loro corpi e si mantengono in salute per servire Krishna, questa è un’offerta al Signore; quando ricevono qualcosa — cibo, sapone, denaro — tutte queste cose vengono offerte a Krishna. A New Vraja Dhama (la fattoria della comunità dei devoti in Ungheria) qualsiasi cosa i devoti acquistino o ricevano viene innanzitutto offerta a Radha-Syamasundara, le divinità che presiedono il tempio, su un vassoio posto davanti all’altare. In questo modo la pratica di offrire tutto a Krishna diventa naturale.

Noi dovremmo imparare ad offrire tutto. Ci alziamo presto al mattino e la prima cosa che facciamo è offrire preghiere al Signore. Cantiamo Hare Krishna non come un divertimento, ma come un’offerta per glorificare Krishna. E quando una persona vive in questo modo, in un certo senso l’atto di fare l’offerta diventa non necessario (sebbene il devoto lo faccia per dare l’esempio), perché questi devoti sono sempre assorti nel fare tutto per Krishna. Perciò, yo me bhaktya prayacchati – la bhakti è già lì e Krishna è molto desideroso di riceverla. Infatti Krishna segue i devoti per accettare il loro amore devozionale in ogni momento del giorno, in ogni movimento dei loro corpi e in ogni pensiero che essi manifestano in relazione al loro servizio devozionale a Lui.

In definitiva è quello a cui aspiriamo e questo è quello che fanno i devoti amorevoli: essi vivono per Krishna per cui tutto quello che fanno diventa cosciente di Krishna — diventa prasadam. I pastorelli si sedevano semplicemente vicino a Krishna e mangiavano il cibo che si erano portati — non facevano nessuna offerta a Krishna. Quando offrivano qualcosa a Krishna, lo prendevano dai loro sacchetti e lo mettevano direttamente in bocca a Krishna. O qualche volta mordevano addirittura metà di una pallina dolce e dicevano: “Krishna, senti che gusto meraviglioso ha questa pallina dolce!” mettendo il resto nella bocca di Krishna. Yo me bhaktya prayacchati: non era altro che il loro amore. Gli atti formali e tecnici dell’offerta non sono più importanti perché quello che in realtà Krishna vuole è l’amore e la devozione. Questo è tutto ciò che Lo interessa veramente. E se Madre Yasoda Gli offre il latte del suo seno, le gopi Gli offrono i loro corpi, le mucche Gli offrono il latte, i pastorelli lottano e saltano sulle spalle di Krishna — tutto diventa prasadam perché tutto è un offerta d’amore.

Il nostro compito in coscienza di Krishna perciò è vivere in questo mondo di prasadam e quindi diventare prasadam noi stessi. Questa è la conclusione di Krishna nella Bhagavad-gita (4.24) quando dice: brahmarpanam brahma havir brahmagnau brahmana hutam ...: “La persona pienamente assorta nella coscienza di Krishna è sicura di raggiungere il regno spirituale grazie al suo pieno contributo alle attività spirituali.” Se pensiamo di offrire tutto a Krishna, se i nostri atti fisici sono un’offerta a Krishna, se le nostre parole sono un’offerta a Krishna, alla fine anche noi diventiamo un’offerta a Krishna. Allora diventiamo prasadam. E Krishna è sempre desideroso di gustare la dolcezza meravigliosa delle nostre offerte piene d’amore.

Sivarama Swami è un guru della ISKCON e anche GBC per l’Ungheria. Questo articolo è stato tratto da una sua lezione.

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