admin
Webmaster
Regione: Italy
Prov.: Pisa
Città: Capannoli
24676 Messaggi |
Inserito il - 19/10/2006 : 12:03:13
|
Il video della monaca buddista uccisa dai soldati cinesi
dalla lista risveglio@yahoogroups.com
[...]
Durante la visita del Dalai Lama in Italia, l'ambasciatore americano a Pechino ha consegnato al governo cinese una protesta ufficiale per l'uccisione di una monaca tibetana da parte delle truppe di confine cinesi.
Un gruppo di 70 rifugiati tibetani, che includeva monaci, donne e bambini, si dirigeva a piedi verso il confine con il Nepal il 30 settembre, quando i soldati comunisti hanno aperto il fuoco sui civili inermi.
La versione ufficiale cinese, secondo la quale i rifugiati avrebbero attaccato i militari, è stata confutata da agghiaccianti immagini video girate da un cameraman rumeno e dai racconti di alcuni scalatori danesi e inglesi che hanno potuto testimoniare gli eventi nei pressi del monte Everest. Nel video, trasmesso dal Tg2 la sera del 14 ottobre, si vede una colonna di inermi tibetani in marcia che vengono presi di mira da un militare comunista che, con un colpo di fucile, abbatte un tibetano.
La vittima risulterà essere poi Keisang Namtso, una monaca buddista di 25 anni. Il video trasmesso dal Tg2 è disponibile in rete presso il sito della televisione rumena Protv: www.protv.ro
Sono quasi 2.500 i tibetani che ogni anno percorrono il pericoloso tragitto che attraversa la catena dell'Himalaya per fuggire dal Tibet e raggiungere il Nepal, per poi proseguire verso Dharamsala, la città nel nord dell'India che ospita il governo tibetano in esilio ed il Dalai Lama.
La solidarietà americana nei confronti della lotta pacifica del popolo tibetano non sembra vacillare davanti alle proteste ed i "veti" cinesi. Anzi, il 27 settembre 2006 il presidente Bush ha ratificato una legge con cui il Congresso degli Stati Uniti ha conferito al Dalai Lama la più alta onorificenza civile americana, la medaglia d'oro del congresso, in riconoscimento del suo contributo alla pace, alla non violenza, ai diritti civili e alla tolleranza religiosa.
Tutto questo in barba alle proteste ufficiali dei cinesi. C'è da sperare che Benedetto Della Vedova abbia torto, e che la visita della delegazione italiana in Cina del mese scorso, non abbia generato dei veti cinesi che impedirebbero al governo di Romano Prodi di interessarsi alla questione tibetana.
Tuttavia, al momento sembrerebbe che la ragione sia dalla parte di Della Vedova: a tutt'oggi non c'è traccia alcuna di una protesta ufficiale italiana per l'assassinio della monaca Keisang Namtso, trasmessa "in diretta" dal Tg2.
Un forte intervento da parte del governo a favore della lotta non violenta dei tibetani sarebbe in linea con il sentimento popolare italiano e darebbe così un chiaro messaggio che per l'Italia i diritti civili non sono mai subalterni agli affari commerciali.
|
|