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 Barenaked Ladies fanno lezione ai discografici
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admin
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8hertz

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Prov.: Pisa
Città: Capannoli


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Inserito il - 11/12/2006 : 11:43:13  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Barenaked Ladies fanno lezione ai discografici

__Barenaked Ladies: facciamo soldi distribuendo musica senza sistemi
anticopia. Discografici: e noi evochiamo gli zombi__


BoingBoing segnala un bell'esempio di come si può vivere facendo
musica senza dover sottostare alla paranoia delle case discografiche,
alle loro ossessive pretese di pagamento di diritti su ogni e
qualsiasi cosa, e ai loro sistemi anticopia (DRM), che inviperiscono
gli utenti e non fermano comunque la pirateria:

http://www.boingboing.net/2006/12/03/barenaked_ladies_are.html

La band canadese incoraggia i fan a creare video basati sulle loro
canzoni (e li pubblica sul proprio sito)

http://www.bnlmusic.com/

e a scaricare le registrazioni dei concerti:

https://www.werkshop.com/bnllive/index.jsp?tour=795

mentre i discografici invece chiedono a siti come Youtube di pagare i
diritti di sfruttamento anche sui video dei fan (come la celebre Numa
Numa Dance):

http://youtube.com/watch?v=5UCmo31FNpc

I Barenaked Ladies vendono, ai propri concerti, l'intero album
"Barenaked Ladies Are Me" su una chiavetta USB da 256 MB, in formato
MP3, con l'aggiunta di versioni dal vivo, videoclip, suonerie e molto
altro, liberamente copiabili. Prezzo: 25 dollari. E una volta copiati
i file al proprio computer e/o lettore musicale, si resta con una
chiavetta USB perfettamente riutilizzabile.

Per chi non ha la fortuna di andare ai loro concerti, i BNL vendono
sul proprio sito album e tracce singole, in formato MP3 a 196 kbps o
FLAC (alta fedeltà), senza alcuna protezione anticopia. Chi preferisce
il CD tradizionale può comunque acquistarlo via Internet, sempre senza
protezione anticopia:

https://www.werkshop.com/bnllive/customerservice.jsp

Funziona? I BNL hanno piazzato singoli e album nelle top ten, hanno
album d'oro e di platino, due nomination per i Grammy, e molti altri
riconoscimenti.

Il successo dei Barenaked Ladies li ha portati a fondare
un'associazione di musicisti canadesi che ha generato l'esodo in massa
delle etichette discografiche di quel paese dalla CRIA (Canadian
Recording Industry Association), grosso modo l'equivalente della RIAA
statunitense o della FIMI italiana. Un vero terremoto: la CRIA ora si
trova nella posizione imbarazzante di rappresentare soltanto etichette
non canadesi (in pratica, le multinazionali statunitensi del disco),
che hanno una politica pro-DRM che è in totale contrasto con i
desideri degli artisti nazionali.

I discograficosauri potrebbero imparare qualche lezione da casi come
quello dei Barenaked Ladies, ma preferiscono far rivivere i morti
affinché firmino le petizioni per prolungare la durata dei diritti
d'autore sulle registrazioni esistenti.

Ebbene sì: come segnala Lawrence Lessig,

http://www.lessig.org/blog/archives/003628.shtml

oltre 4000 artisti inglesi hanno partecipato a una petizione,
pubblicata sul Financial Times, per protestare contro la probabile
decisione del governo inglese, basata sull'analisi degli esperti di
settore nota come Rapporto Gowers, di non estendere da 50 a 95 anni la
durata dei diritti sulle registrazioni esistenti (diritti ben distinti
da quelli di composizione, che spettano all'autore per 70 anni dopo la
sua morte):

http://www.hm-treasury.gov.uk/independent_reviews/gowers_review_intellectual_property/gowersreview_index.cfm

Il bello è che fra i "firmatari" della petizione risultano anche degli
artisti defunti. Per esempio, nota Lessig, Lonnie Donegan è morto a
novembre del 2002, e Freddie Garrity è deceduto a maggio del 2006.
Come hanno potuto prestare il proprio assenso alla petizione?
L'impressione che se ne ricava è che i disonesti, nell'industria della
musica, non siano i consumatori.

Il problema è di attualità perché le prime registrazioni di alcuni
artisti storici stanno per uscire dal periodo di tutela nel Regno
Unito. Per esempio, "Love Me Do" dei Beatles è stata pubblicata nel
1962, e quindi secondo l'attuale legge britannica quella registrazione
(non la canzone, ma la specifica registrazione) sarà liberamente
copiabile a partire dal 2012. Gli artisti (o meglio, le case
discografiche che possiedono i loro diritti) sono preoccupati di
perdere questa fonte di reddito e spingono per ottenere un'estensione
del periodo di tutela.

Ma il rapporto commissionato dal governo inglese dice che siccome il
vero scopo del diritto d'autore è dare un incentivo agli artisti
affinché creino cultura, non ha senso prolungare quest'incentivo
retroattivamente. Quando gli artisti hanno registrato le proprie
canzoni, erano consapevoli della durata di 50 anni del diritto sulla
registrazione e hanno avuto mezzo secolo per sfruttare quella
registrazione; parrebbe sufficiente. Perché cambiare i patti e portare
ora la durata dello sfruttamento a 95 anni? Qual è il beneficio per la
collettività dei contribuenti?

Chiediamolo agli zombi.

--
---------------------
Paolo Attivissimo
topone@pobox.com
www.attivissimo.net
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