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Inserito il - 09/02/2007 : 17:56:49
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Seminari : Il Processo del Morire e il
Viaggio dell'Anima dopo la Morte
Milano, 3 Febbraio 2007 Aula Magna Clinica Mangiagalli - Via della Commenda 12, Milano Relatore: Marco Ferrini (Ph.D. Psychology). Professore incaricato di Florida Vedic College e The Yorker Intl. University. International Affiliate of the American Psychological Association
Sabato 3 febbraio 2007 il professor Marco Ferrini del CSB ha tenuto un seminario dal titolo “Il processo del morire e il viaggio dell’anima dopo la morte” presso l’Aula Magna della Clinica Mangiagalli a Milano. Il relatore ha introdotto l’argomento ponendo a tutti i presenti alcune domande degne di riflessione: “Chi è che muore? Chi è che nasce? Siamo sicuri che tutto finisce dopo la morte?”
Le più grandi Tradizioni affermano che nulla finisce: l’antica letteratura dei Veda informa che noi non siamo il corpo, bensì la vita stessa. La nostra natura è spirituale e, al contrario del corpo psicofisico, non conosce mutamento né decadimento. La vitalità di un seme non può essere percepita dai sensi: solo quando quella vita si sarà oggettivata nella forma di albero, sarà quest’ultimo ad essere percepito dai sensi, non la vita che lo anima. La conoscenza empirica ha a che vedere con le infinite forme della vita che nascono e muoiono, diversamente dalla vita in sé. La morte è quindi la dissoluzione delle percezioni del corpo psicofisico, di tutto ciò che è effimero, dell’io esteriore con tutte le sue maschere e i suoi attaccamenti; la vita è un continuum e la morte è trasformazione nella continuità. Dobbiamo lavorare in vita affinché la morte diventi un passaggio verso una dimensione più elevata. Ogni percorso post-mortem è individuale, poiché ognuno muore così come è vissuto; sorella morte non è allora qualcosa di così estraneo a noi, perché vi confluiscono le nostre dinamiche di vita. Quando usciamo dal corpo, infatti, procediamo lungo una traiettoria che è determinata dai nostri contenuti inconsci. Ogni nostro desiderio, ogni nostro pensiero, ogni nostro gesto è dettato proprio dalle pulsioni inconsce, tanto che nella stragrande maggioranza dei casi l’io esteriore serve a giustificare scelte già avvenute su tale piano. E’ necessario che ognuno si assuma la responsabilità di intraprendere un lavoro sistematico e quotidiano per centrarsi nell’io interiore, praticando la virtù, approfondendo la conoscenza senza pregiudizi, senza sottostare alla legge del “mi piace - non mi piace” e attuando un processo di bonifica delle convinzioni profonde. Dobbiamo misurarci con le nostre ombre attraverso un viaggio di conoscenza, apprendendo da un buon Maestro in compagnia di coloro che praticano tali insegnamenti quotidianamente: pian piano la luce della conoscenza spirituale illuminerà le ombre radicate nel nostro inconscio, integrandole in una personalità armoniosa. Solo allora saremo in grado di gestire l’evento morte, nostro o di altri. La giornata si è conclusa con un’intensa esperienza di visualizzazione meditativa, che per molti dei presenti è stato un vero e proprio viaggio nelle dimensioni più profonde dell’essere.
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