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Discussione n. 6642 |
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Inserito il - 28/01/2007 : 19:20:33
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Conferenze: Tradimento, Rancore e Perdono
Analisi del fenomeno, gestione e superamento della crisi.
Milano, Domenica 18 Marzo 2007 ore 16.00
Auditorium Centro Scolastico Gallaratese - Via Natta 11, Milano
Relatore: Marco Ferrini (Ph.D. Psychology). Professore incaricato di Florida Vedic College e The Yorker Intl. University. International Affiliate of the American Psychological Association
Conferenza ad Ingresso Gratuito, è consigliata la prenotazione
Seguirà Seminario di Approfondimento il 21 aprile 2007
locandina
http://www.c-s-b.org/it/images/locandine/milano_18-03-2007.jpg
Informazioni e Prenotazioni
Dott.ssa Daniela Scuderi: 347 9766801 - 031 762184 d.scuderi@c-s-b.org
Segreteria CSB: tel 0587 733730 fax 0587 739898 secretary@c-s-b.org
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Inserito il - 14/03/2007 : 12:44:42
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Esistono più tipi di amore? E il fenomeno del tradimento, in quale relazione sta con quello dell’amore? E' possibile perdonare un tradimento? Risposte soddisfacenti e dettagliate, alla luce della psicologia dell’India classica.
[...] Il tema di cui ci occuperemo oggi è rilevante dal punto di vista psicologico, individuale, collettivo e sopratutto è rilevante perché è un fenomeno che genera molto dolore, sconforto, angoscia, qualche volta disperazione. Comprenderne le dinamiche permette di ripensarci, permette di ristrutturare la realtà, di ridefinirsi e passare da un vissuto drammatico, qualche volto umiliante, attraverso una rete a protezione della realtà, a un vissuto costruttivo, un rinnovo, una sorta di rinascita, di diversa visione della vita, del mondo, delle relazioni. L’essere umano, come lo definiva Aristotele, è un animale sociale, significa che può esplicare le sue funzioni insieme agli altri. Ha necessità di compagnia, non può vivere senza la collettività, perché è insieme all’altro, è con l’altro che può misurare se stesso, può crescere, può fare esperienza. L’uomo non è un essere che può vivere isolato, per cui necessariamente si trova a coltivare relazioni e non c’è relazione che potenzialmente non contenga il tradimento. Per cui il tradimento non come un fenomeno assolutamente raro e imprevedibile, ma come un fenomeno che deve essere messo in conto, che può accadere e probabilmente accade nella vita di tutti. A volte il soggetto si trova nella posizione di traditore, talaltra di tradito.[...]
[...] Il tradito, come prima reazione, pensa di avere delle colpe, pensa di esserselo meritato, pensa di avere commesso degli errori, pensa di non essere stato sufficientemente intelligente, scaltro o scaltra da capire quello che stava avvenendo. Spesso la prima reazione è il tentativo di annullamento dell’altro, di svalutazione della personalità dell’altro, di rimozione dell’altro: “L’altro? Non esiste più”. Tutto quello che abbiamo fatto insieme non esiste più, oppure una svalutazione dell’altro. Tutto ciò che è altro è infimo, cattivo, di bassa qualità, inaffidabile. Anni di vita assieme, di condivisione diventano zero. Una cancellazione della vita, che produce la vera devastazione, che consiste nel rinnegare la propria identità. Vendetta significa tradire in cambio, reciprocare con tradimento, ma neanche questa strada è una strada che porta lontana, perché tradire perché siamo stati traditi significa tradire i valori per i quali abbiamo vissuto. Quindi, non è più tradimento dell’altro, è tradimento di sé stessi, che è il vero tradimento, che è una devastazione del senso d’identità.[...]
Note sull'autore: Marco Ferrini, Ph.D. Psychology. Da oltre trent’anni si dedica allo studio e all’insegnamento della cultura vedica, che ha approfondito con viaggi in India e soggiorni di studio nei luoghi sacri dell’Induismo. Ha ideato programmi radio ed è intervenuto in trasmissioni televisive su tematiche inerenti la cultura Vedica. E’ autore di saggi e libri sulla Filosofia, la Scienza, l’Arte e la Religione dell’ India antica. Tiene Lezioni, Corsi, Conferenze e Seminari presso Facoltà universitarie e Istituzioni culturali. Collabora con studiosi e centri di ricerca in Italia, negli Stati Uniti e in India.
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Inserito il - 14/03/2007 : 12:46:31
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Quando ci chiediamo: “Chi ha tradito?” “Chi è stato tradito?” “Che cosa è stato tradito?”, dovremmo interrogarci profondamente, tentare di scoprire chi siamo in realtà, e troveremmo la risposta. E’ stata tradita la maschera con la quale ci siamo identificati; quanto più l’individuo ha investito in quella maschera, in quel transitorio ruolo sociale, tanto più l’effetto del tradimento sarà doloroso. Ma se cambiamo punto di vista ed evitiamo le pericolose trappole del rancore e della vendetta, è possibile riscoprire la nostra autentica natura e trasformare un evento apparentemente traumatico come quello del tradimento in un’occasione di comprensione, crescita ed evoluzione interiore, per poter finalmente approdare, tramite il perdono, alla gioiosa realizzazione e al vero amore.
Estratto da "Tradimento Rancore Perdono"
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[…]
Dopo un’offesa profonda come il tradimento, sembra che niente possa più essere come prima tra due persone. Come se la relazione si fosse irrimediabilmente incrinata. La rivalsa, la vendetta, il rendere “pan per focaccia”, non è proprio il modo con cui si può ripristinare un buon livello di consapevolezza, da cui il nostro benessere dipende. E’ un modo semmai con cui si può perpetuare quel dolore iniziale, perché ad ogni offesa ne corrisponderà inevitabilmente un’altra, innescando una reazione a catena. Il perdono invece è la risposta perfetta, la soluzione del problema; ma per perdonare non è sufficiente essere animati da buone intenzioni: scoprireste, in tal caso, che non ne siete capaci.
Se non avviene una disidentificazione da tutte le maschere, il perdono non sarà possibile. Non a caso sembra che soltanto persone dall’animo grande siano capaci di perdonare. Per essere davvero capaci di farlo si debbono abbandonare le identificazioni: si può essere mariti, mogli o figli, senza rimanere confinati in quei ruoli. Se di fronte alla morte del padre il figlio comprende che padre e figlio sono due ruoli temporanei ma che entrambi gli individui sono immortali, la disgrazia assume immediatamente un altro aspetto e non genera più lo stesso dolore. Nella tragedia Shakespeariana dell’Otello si descrive un’attitudine patologica: Jago versa veleno nelle orecchie di Otello insinuando il sospetto, il dubbio del tradimento, ma lo insinua con successo perché trova in Otello un’inclinazione ad accogliere il sospetto. I virus attaccano con successo quell’organismo la cui difesa immunitaria è bassa, ma gli stessi virus non hanno alcun effetto quando incontrano difese immunitarie adeguate. Siamo esposti ad imprevedibili attacchi anche da parte delle persone più care, che a volte tradiscono inconsapevolmente. Talvolta invece il tradimento viene preparato, cercando addirittura la complicità del coniuge che, come abbiamo visto, finge di non vedere e trascura una serie di indizi che parlano da soli, ma non ha il coraggio o il senso del realismo per prendere posizione e assumersi delle responsabilità. C’è anche un aspetto positivo del tradimento: attraverso il dolore è possibile riconoscere alcune identificazioni, poiché il tradimento colpisce esattamente quelle. Quando arriviamo a comprendere che non siamo noi ad essere colpiti, che non è la nostra essenza che viene messa in discussione ma il nostro ruolo, allora riusciamo a perdonare davvero. Viceversa il cosiddetto perdono è uno svilente tentativo di mantenere ancora un po’ di quell’affetto e non esserne del tutto privati.
[…]
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