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Inserito il - 18/04/2007 : 11:03:03
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Estratto dal libro "Dall'Eros all'Amore"
[…] L’Amore non si inventa: o c’è o non c’è. Se non c’è dobbiamo svilupparlo, ma per viverlo è importante conoscerlo, e soprattutto avere la capacità di separarlo dalle sue contraffazioni. Viviamo per dare e per ricevere amore. Tutte le volte che imbrogliamo gli altri, imbrogliamo noi stessi, tutte le volte che tradiamo, ci stiamo tradendo; tutte le volte che mentiamo mentiamo a noi stessi. Un individuo potrebbe possedere il mondo intero, ma se non ha buone relazioni è un miserabile. Può possedere oro, può avere alle spalle un partito politico, può essere a capo di una grande azienda, avere la più prestigiosa cattedra all’università, ma se non è ricco di sentimenti e non ha relazioni soddisfacenti vivrà una vita penosa.
Le relazioni, i buoni sentimenti, il rispetto reciproco, l’affetto, la stima, l’amicizia, la lealtà, rappresentano la vera ricchezza della vita. Oggi gli accenni all’erotismo, velati od espliciti, si sprecano. Troviamo eros ovunque. Dalle pagine delle riviste agli spot in tv, spesso mentre navighiamo in Internet alla ricerca di tutt’altro. La produzione letteraria relativa all’erotismo è pressoché infinita. La grande inflazione derivante dalla sopravvalutazione dell’atteggiamento erotico sta generando numerosi problemi fisiologici, tra cui il più noto è probabilmente l’impotenza, nonché vere e proprie nevrosi, quali ansietà, angoscia e panico. L’82% dei delitti è a sfondo passionale: delitti efferati, omicidi spietati, hanno come propellente l’eros. La società attuale ha una speciale predilezione per l’eros, perché fa vendere, serve alla promozione dei prodotti, eccita, induce. Per un pubblico poco educato e molto condizionato, spinto all’assunzione continua di cariche emotive che poi non è capace di digerire, assimilare, elaborare, tutto questo è causa di stress.
Le persone sono indotte a pensarsi in un modo falsato, a percepirsi artificialmente, a perseguire finalità che non raggiungeranno mai e che quindi avranno come esito certo delusione e depressione. Quando un individuo è portatore di un corpo sano, giovane, magari attraente, l’eros non sembra così male e il corpo può apparire come un giocattolo dal quale trarre piacere. Però la vita umana scorre in fretta, le sue quattro stagioni si avvicendano rapidamente e quel giocattolino che dava tanto piacere diverrà presto fonte di sofferenza, e nel frattempo avrà indotto l’individuo ad una forte identificazione con esso. La psiche a questo punto si troverà incastrata, perché radicata ormai in quella percezione fisica e il soggetto sarà incapace di vedersi nella sua originaria natura spirituale. Il viaggio verso la libertà prevede uno spostamento dell’attenzione dall’eros all’amore. Immaginate di essere i nuovi argonauti, di essere intronauti, coloro che vogliono accingersi alla scoperta di sé: l’eros vi tiene lontani dal successo, vi distoglie continuamente dal mondo interiore, magnetizza la vostra attenzione verso il mondo esteriore, e fa di voi degli ostaggi di cose e persone fuori da voi.
Qualcuno potrebbe fraintendere e pensare che allora questo corpo non vale niente, ma sarebbe una comprensione erronea. I Veda ci spiegano che esistono diverse dimensioni o sfere di esistenza, e noi possiamo vivere diversamente a seconda dell’universo coscienziale che frequentiamo, in base a dove ci portiamo con il nostro livello di coscienza sperimentiamo un mondo, una qualità di vita, on gioie e dolori conseguenti. Se innalziamo il livello di coscienza, e con esso il nostro punto di vista, il dolore diminuisce, le incertezze sfumano, l’ansietà e la paura si dileguano, e se ci innalziamo ancora possiamo avere un darshana, una percezione diretta della nostra immortalità. Di pari passo, il corpo che indossiamo ci apparirà come temporaneo. Questo non sminuirà il suo valore, ma ci aiuterà a considerarlo da un nuovo punto di vista , grazie al quale potremo farne un uso migliore. Migliore è l’uso che riusciamo a farne e minori le illusioni che andremo a scatenare. Le illusioni piacciono molto, le delusioni molto meno. Se un bambino ha un solo giocattolo, quando proverete a toglierglielo, non importa quante buone argomentazioni userete, lui serrerà le dita, digrignerà i denti e non ve lo consegnerà. Ma se gli presenterete un giocattolo più bello, di miglior qualità, sarà pronto a lasciare il precedente. Quindi non è sufficiente dire: basta con l’eros! Il segreto è sublimare questa energia, elevarne la prospettiva intrattenendosi profondamente sul suo reale significato, sui suoi effetti, la sua forza trasformatrice, vivificante e risanante. In verità, come è accaduto per numerosi altri concetti, abbiamo perso le tracce persino dell’originario significato di eros. Per Platone, così come per tutti gli antichi Greci, eros non designava l’istinto carnale che lega due amanti, quanto una forza cosmica di coesione tendente ad elevare l’animo, uno slancio verso tutto ciò che è bello e buono. […]
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