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Inserito il - 26/04/2007 : 12:14:50
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I contrassegni Siae davanti alla Corte di Giustizia UE
La controversa questione dei "bollini" presto dovrà affrontare il giudizio di legittimità in Lussemburgo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-04-2007]
Il prossimo 25 aprile si deciderà se la Siae, nell'imporre un contrassegno su tutti i supporti ottici, abbia violato le norme comunitarie in tema di libera circolazione delle merci. La questione è tanto nota quanto controversa, anche perché l'Italia è l'unico paese in Europa a pretendere l'applicazione di contrassegni sui supporti di registrazione.
A seguito delle modifiche introdotte dalla legge 248/2000 all'art. 171/ter comma I/c Legge 22/04/1941 n. 633 che detta norme a protezione della proprietà intellettuale, la vendita o il noleggio di videocassette, musicassette o altro supporto non contrassegnati dalla Siae costituisce fatto penalmente rilevante.
Restringendo la questione ai minimi termini, le convenzioni in merito sono stato oggetto della Direttiva del Consiglio 92/100/CEE, regolarmente recepita dal nostro ordinamento giuridico unitamente all'altra Direttiva 83/189/CEE, e prevedono -visto anche l'art. 3 del Trattato CE- che gli stati membri non possano imporre "dazi doganali" né "restrizioni qualitative all'entrata o uscita delle merci" né ogni altra misura di effetto equivalente, se non sia stata osservata la particolare procedura prevista proprio dalla Direttiva 83 citata.
Il caso concreto riguarda un cittadino tedesco imputato in Italia in un processo penale per aver commercializzato Cd Rom privi di contrassegni Siae; ma è ovvio che il giudicato costituirà un precedente che tutti si augurano positivo nel senso che stabilisca una volta per tutte l'inesistenza giuridica dell'obbligo del contrassegno.
Per la verità, forse altri dubbi ancora avrebbero potuto essere esposti dal Tribunale di Cesena che ha sollevato la questione interpretativa emettendo un'ordinanza di sospensione del procedimento con rinvio al giudice sovranazionale per la questione interpretativa; e cioè se il famoso contrassegno debba essere apposto su tutti i supporti, indipendentemente dal fatto che gli autori delle opere contenute siano o meno associati alla Siae e quindi destinatari o meno di parte dei diritti riscossi mediante la vendita del "bollino".
Inoltre la norma confliggerebbe anche con la famosa tassa sui supporti vergini, in quanto così come interpretata dalla Società degli Autori ed Editori costituisce a tutti gli effetti una duplicazione d'imposta, cioè una doppia tassazione del medesimo evento imponibile, anche se formalmente separato nel tempo: una tassa riscossa al momento dell'acquisto del supporto vergine ed una seconda al momento della sua distribuzione.
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