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Inserito il - 18/10/2007 : 11:33:12
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Dalai Lama, alta tensione Usa-Cina
09.54: Si inaspriscono i rapporti tra Cina e Stati Uniti dopo la consegna della medaglia d'oro del Congresso americano al Dalai Lama. Il governo cinese ha convocato l'ambasciatore statunitense a Pechino, Clark Randt, per 'presentare una formale protesta diplomatica'La Repubblica Popolare considera il Dalai Lama un pericoloso oppositore secessionista, sebbene l'interessato abbia in più occasioni ribadito di puntare soltanto a una maggiore autonomia per la sua terra.
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Ondata di gelo tra Usa e Cina per il Dalai http://www.lastampa.it/ La medaglia del Congresso americano al leader religioso del Tibet incrina i rapporti bilaterali e rischia di allontanare Pechino da delicati colloqui di mediazione con Teheran L’aria gelida dell’altopiano tibetano ieri ha soffiato su Pechino, infliggendo brividi di freddo alle vitali relazioni tra Cina e Usa.
I telegiornali di ieri erano ancora inondati dalle immagini del congresso riunito in seduta plenaria intorno al segretario Hu Jintao che annunciava la nuova linea politica. In segno di unità nazionale tutte le minoranze nazionali partecipavano con il costume tradizionale… compreso un giovane monaco tibetano dalla testa rasata e la toga arancione.
Era il giovane Panchen Lama, la seconda autorità religiosa del Tibet, fedele a Pechino. La Tv voleva dare il segno della lealtà dei tibetani mentre il Dalai Lama, la prima autorità religiosa del Tibet, invece è all’estero da quasi 50 anni. Lui sta per ricevere la medaglia d’oro dal Congresso americano e sarà ricevuto dal presidente Gorge Bush.
Contro questo riconoscimento si sono scagliati ieri alti funzionari cinesi. “Siamo furiosi. Se il Dalai Lama riceve un tale premio non ci può essere giustizia o persone buone a questo mondo – ha detto ai giornalisti Zhang Qingli, segretario del PC in Tibet – Una tale persona che vuole dividere la sua madrepatria e non la ama neppure.”
A rincarare la dose è arrivato il governatore del Tibet, di etnia tibetana, Qiangba Puncog che ha affermato: "Sebbene abbiamo avuto molti contatti e colloqui il Dalai Lama ha sempre sostenuto l’indipendenza del Tibet. A queste condizioni anche se manteniamo la porta dei contatti aperta, non ci possono essere sviluppi importanti fin quando il problema non è risolto.”
Il dalai ha pubblicamente abbandonato la richiesta di indipendenza del Tibet, chiedendo per la regione una larga autonomia entro i confini cinesi. Esistono comunque differenze anche su questo punto perché Pechino considera il Tibet, il territorio dell’attuale regione autonoma, mentre il Dalai pensa al Tibet storico, che comprende un territorio grande circa un quarto della Cina e oggi con la una popolazione in maggioranza non di etnia tibetana.
La gente di etnia tibetana della Cina sono circa 4 milioni su quasi 1,4 miliardi di popolazione cinese.
Inoltre permane una profonda diffidenza di Pechino verso il Dalai. Qiangba Puncog ha detto che la Cina ritiene che il Dalai in realtà sostenga ancora l’indipendenza del Tibet e ha avvertito che si registra un aumento delle attività separatiste.
Il governatore della regione autonoma ha sottolineato che il Dalai dovrebbe con chiarezza prendere le distanze dalle attività separatiste le quali invece “stanno ponendo seri ostacoli a ulteriori progressi.”
La questione tibetana poi ieri ha smesso di essere un aspetto quasi pittoresco della politica dei internazionale dei diritti umani ed ha avuto un riverbero diretto in una zona di grave crisi internazionale.
La Cina questa settimana si è ritirata da un incontro internazionale che avrebbe dovuto discutere del problema dell’Iran. Il portavoce del ministero degli esteri cinese Liu Jianchao ha detto che ciò è dovuto a “ragioni tecniche.”
Liu ha poi anche spiegato che la Cina è “estremamente insoddisfatta” con gli Stati uniti per la decisione di consegnare il premio al Dalai e ha invitato l’America a ritornare sui suoi passi, altrimenti ci sarebbero “conseguenze molto gravi” sulle relazioni bilaterali.
La Cina sta avendo un ruolo molto importante nel cercare di spingere l’Iran ad abbandonare il suo programma nucleare. Una serie di investimenti cinesi già concordati in Iran non vengono effettuati e sono ormai in ritardo di mesi, perché Pechino in cambio finora ha chiesto a Teheran di fare passi avanti nei colloqui con gli Usa.
“La Cina non vuole investire in impianti e infrastrutture che poi potranno essere distrutte da eventuali bombardamenti americani, ma vorrebbe anche cercare di moderare certe spinte estremiste del regime iraniano, ” ci spiegava un diplomatico asiatico.
La scommessa potrebbe essere del resto quella di cercare di coinvolgere la Cina in una soluzione diplomatica della crisi iraniana secondo un modello simile a quello che è avvenuto con la crisi della Corea del nord.
D’altro canto però si moltiplicano le denunce di organizzazioni umanitarie per la repressione in Tibet. Voci riferiscono di membri del partito espulsi per il loro sostegno al Dalai. Un uomo di etnia tibetana della provincia del Sichuan, Runggye Adak, è stato arrestato con l’accusa di sovversione perché incitava la folla a far ritornare il Dalai in Cina.
Alcuni ragazzi della provincia del Gansu, sono stati arrestati per avere disegnato graffiti inneggianti al Dalai. Quattro di loro, tutti 15enni, sono ancora detenuti e, secondo Amnesty international che ha sollevato la questione, sono stati pesantemente maltrattati dalla polizia.
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il leader tibetano ricevera' anche la medaglia d'oro dal congresso
http://www.corriere.it/
Bush vede il Dalai Lama: la Cina s'infuria
Il governo di Pechino attacca la decisione del presidente Usa: «Grave interferenza nei nostri affari interni»
WASHINGTON (USA) - Ora, a tutti gli effetti, è un caso diplomatico. Aver ricevuto il Dalai Lama, il leader tibetano che vive in esilio dal 1959, è una «grave interferenza» negli affari cinesi da parte del presidente americano George W. Bush. Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri di Pechino, Liu Jianchao in una dichiarazione diffusa dall'agenzia Nuova Cina. «Le parole e le azioni del Dalai Lama negli ultimi decenni mostrano che si tratta di un rifugiato politico impegnato in attività secessioniste sotto la copertura religiosa» ha poi aggiunto il portavoce. In precedenza la Cina aveva protestato con forza contro la decisione del Congresso degli Usa di conferire la medaglia d'oro (la massima onoreficienza concessa ad un civile negli Stati Uniti) al leader tibetano. Bush ha ricevuto il Dalai Lama in quello che la Casa Bianca ha definito un incontro «privato». Oggi lo stesso Bush sarà presente alla cerimonia in onore del leader tibetano. Il Dalai Lama, al quale nel 1979 è stato assegnato il premio Nobel per la pace, chiede per il Tibet una larga autonomia, ma Pechino lo accusa di voler promuovere l'indipendenza del Tibet.
LA RISPOSTA DEL DALAI LAMA - Il Dalai Lama dal canto suo ha liquidato con una battuta e una risata l’ultima crisi diplomatica provocata dal suo arrivo negli Usa. Il leader tibetano ha così commentato la veemente reazione della Cina: «Succede tutte le volte», ha detto ridendo, rispondendo alle domande dei reporter, di fronte al suo albergo, nel centro della capitale americana. «Ci conosciamo, e abbiamo creato, credo, una vera profonda amicizia- ha detto parlando di Bush - è come una riunione di famiglia», ha detto invece il Dalai Lama parlando di Bush.
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http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/dalailama-bush/1.html
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