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Inserito il - 12/04/2008 : 12:09:54
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Cronache dal Tibet
(di Rudi Bressa)
In questi giorni siamo bombardati da immagini che provocano dolore, imbarazzo, rabbia.
Il Tibet come la Birmania, la possibilità di esercitare il diritto alla libertà d'espressione, associazione e riunione, ancora una volta messa in discussione e repressa con arresti e violenza.
Lhasa è quasi una città fantasma, poco è rimasto dei negozi cinesi, le hall degli hotel distrutte, le banche prese d'assalto. Scene di guerra. La sommossa iniziata pacificamente da circa 400 monaci lunedì 10 marzo, che marciavano dal monastero di Drepung verso Lhasa, chiedendo la fine della campagna governativa che costringe i monaci ad abiurare il Dalai Lama e a subire propaganda politica, è sfociata in sommossa violenta.
Un reporter tedesco del 'Die Ziet', racconta di una nuova frangia di giovani tibetani, che venerdì "hanno perso la testa" e che "hanno fatto vedere ai cinesi di cosa sono capaci". Giovani in "giacca a vento e scarpe da ginnastica" che "rappresentano la nuova gioventù a Lhasa: urbana, libera da preconcetti, orientata al benessere e senza paura".
Intanto un giornalista della BBC, da Pechino, mostra come ogni volta che al canale 'BBC world' venga toccato il tema dei disordini in Tibet, il canale televisivo semplicemente scompare, oscurato.
Le truppe cinesi, come mostra invece un video della CNN, passano a setaccio la città, per scovare i dissidenti nascosti. Solo grazie ai reporter e ai fotografi in contatto con la comunità tibetana in esilio in India, si riescono ad intuire le cifre della repressione. Sono i familiari delle vittime che non hanno più contatti con i loro congiunti. Ogni famiglia conta almeno un morto.
Il Dalai Lama in conferenza stampa da Dharamshala, incita alla non-violenza, alla dissidenza pacifica: "Dicono che i miei seguaci bruciano i negozi, uccidono innocenti... Ho già detto molte volte: non usate violenza. Bruciare è violenza, uccidere è violenza". E aggiunge: "Può la gazzella lottare contro la tigre?".
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