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 Corso di gravidanza 6
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Inserito il - 27/08/2010 : 10:56:20  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Corso di gravidanza 6

(di Bianca)

(parte sesta)

°°°

L’ALLATTAMENTO

L’allattamento materno è una funzione che esalta in maniera completa i valori femminili. Le conseguenze che ne derivano arricchiscono non soltanto mamma e bambino in prima persona, ma al tempo stesso tutta la società.

L’allattamento al seno offre una meravigliosa opportunità affinché madre e figlio imparino a conoscersi sin dalle prime ore dopo la nascita.

La produzione del latte materno e l’allattamento rappresentano il proseguimento naturale della gravidanza e del parto. Infatti la lattazione rappresenta un momento salutare nella sequenza della riproduzione, sequenza che comprende gravidanza, nascita e allattamento.

Le madri che allattano trovano in tale funzione un intimo appagamento.

Il latte materno è l’alimento più naturale e più sicuro per il bambino e l’allattamento è per molte madri il completamento della loro natura di donna.

La gravidanza, la nascita del bambino e l’allattamento caratterizzano una fase particolare della vita di una donna, una fase che porta con sé una serie di straordinarie emozioni. Nel primo periodo della vita, il latte materno rappresenta per il neonato un alimento insostituibile. Esso presenta, infatti, caratteristiche specifiche che si differenziano non solo da specie a specie, ma anche da bambino a bambino.

Il latte delle donne che hanno partorito un bambino pre-termine, per esempio, ha un contenuto proteico maggiore rispetto a quello di donne il cui parto è avvenuto a termine. Inoltre, è stato dimostrato che i neonati non disturbati nel rapporto con la madre dall’uso del succhiotto e dall’aggiunta di acqua o di altri alimenti, riescono a far produrre dalla mamma quella quantità di latte che di volta in volta è loro necessaria. La letteratura medica e psicologica contemporanea è in pieno accordo sulla superiorità dell’allattamento al seno rispetto a ogni altra forma di alimentazione del neonato e del bambino nelle prime fasi evolutive.

A mano a mano che si approfondiscono le ricerche sulla composizione del latte materno, ci si rende conto di quanto perfetto sia tale alimento. Diviene quinti sempre più illusorio pensare che altri prodotti possano sostituirlo. Infatti, il latte di donna è adatto per il cucciolo umano, mentre il latte vaccino è adatto per le esigenze del vitello. Il contenuto di proteine si differenzia notevolmente.

La qualità nutritiva superiore non è l’unico vantaggio; attaccare il neonato al seno dopo pochi minuti dalla nascita aiuta a prevenire il pericolo di emorragia, stimola la montata lattea e fa della madre un’amorevole nutrice. Inoltre la suzione praticata dal neonato stimola la contrazione dell’utero e riduce il flusso sanguigno. Ciò provoca il rapido ritorno dell’utero a dimensione e forma normali.

Quando la bocca succhia avidamente il latte dal capezzolo, il bambino pratica un esercizio che gli servirà per sviluppare adeguatamente la mandibola e la struttura facciale, il che influirà sulla capacità di sorridere e, in seguito, sull’abilità di parlare chiaramente, evitando al tempo stesso problemi ortodonziali.

Inoltre, l’allattamento al seno predispone all’acquisizione di un peso normale, garanzia questa contro la futura tendenza all’obesità.

Grazie agli ultimi progressi scientifici e medici, è stato confermato che l’allattamento al seno offre al bambino importanti vantaggi. Infatti, il latte materno è l’unica fonte di elementi importanti che aiutano a proteggere il sistema immunologico del neonato durante il suo sviluppo. Infatti, col latte materno vengono trasmessi al bambino gli anticorpi specifici per l’ambiente in cui il bambino vive.

Un altro dei grandi vantaggi che il bambino riceve dal latte materno, proprio grazie agli anticorpi, è la protezione contro le allergie.

Crescere è un compito impegnativo per il bambino e il latte ne è il mezzo ideale. Poiché è l’unico alimento adatto al neonato durante il periodo più delicato della sua crescita, il latte deve possedere due requisiti: essere un alimento completo e contenere tutte le sostanze necessarie nelle proporzioni ideali. Nessun latte artificiale potrebbe rispondere a tali requisiti.

Il latte materno, idoneo all’apparato digerente del bambino in fase di evoluzione, contiene: proteine, grasso, calcio, fosforo, potassio, ferro, rame, zinco e vitamine D, E, C e K, tutto nelle proporzioni utili alla graduale crescita del bambino. La madre deve, quindi, aver cura di alimentarsi nella maniera giusta, adatta al suo compito di nutrice.

Al giorno d’oggi molte donne allattano con relativa facilità, e perché questo avvenga, l’allattamento deve essere precoce, a richiesta e non misto. Inoltre, il taglio del cordone ombelicale non deve essere praticato troppo presto, altrimenti il bambino, essendo in acidosi, ha meno forza di suzione, è debole e non riesce a succhiare. Se, invece, il taglio del cordone non è avvenuto troppo presto, la placenta ha la capacità di correggere l’acidosi iniziale. Ciò significa che la placenta non ha esaurito la sua funzione, ma che continua a inviare le sostanze che correggono l’acidità del bambino. In questo modo diventa più facile l’immediata suzione del colostro materno, importante per il bambino affinché, nelle ore successive alla nascita, non perda quella forza di succhiare, forza che stenterebbe poi a ritrovare.

Per una buona riuscita dell’allattamento al seno, l’unica regola da adottare è che non devono esistere regole rigide. Il fattore che determina la frequenza e la durata della poppata è la fame del neonato, il quale possiede notevoli capacità di autoregolazione.

L’allattamento fa bene al bambino, ma anche alla mamma. Infatti, diminuisce l’osteoporosi, il rischio di tumore alle ovaie, aiuta a perdere l’eccesso di peso accumulato in gravidanza e consolida quel rapporto col piccino che era iniziato già sin dai primi momenti della gravidanza, e forse, in certi casi fortunati, ancor prima del concepimento. Soprattutto, fa bene a lui. Nel bambino allattato al seno, le infezioni respiratorie sono tre volte meno frequenti rispetto ai piccoli nutriti con il biberon; sono meno frequenti anche le infezioni gastrointestinali, le allergie e persino il pericolo di morte in culla. Non va trascurato nemmeno il notevole risparmio mensile, che si aggira attorno a una somma non indifferente.

Nell’allattamento fatto con amore, il latte, caricandosi di emozioni, trasmette al bambino quelle straordinarie particelle eteriche che fanno dell’alimentazione una funzione energetica completa. Infatti, il latte alimenta il corpo del bambino, ma anche la sua psiche, facendo così nascere in lui il bisogno di relazionarsi con la mamma.

Dal punto di vista psicologico, il contatto fisico mamma-bambino porta a rinforzare l’unione fra i due, il che consente alla madre di soddisfare il proprio bisogno di amare e di prestare attenzione al suo piccino, venendo al tempo stesso incontro al suo bisogno di contatto con la sua mamma.

Il neonato ha solo tre esigenze: il calore delle braccia della mamma, il latte del suo seno e la sicurezza che la mamma è presente, esigenze che l’allattamento materno soddisfa in pieno. Libro consigliato:

“Primo cibo, primo amore” – Franca Maffei – Editore Franco Angeli/Le Comete

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IL PUERPERIO

Sebbene la gravidanza e il parto non siano da considerarsi malattie, tuttavia essi assorbono una grande quantità di energie fisiche e psichiche della donna. Il periodo immediatamente successivo al parto detto appunto ‘puerperio’ deve servire a darle la necessaria tranquillità per una completa ripresa.

Ora è invalso l’uso di far alzare la puerpera poche ore dopo il parto. Tale sistema si è rivelato valido, e anche la secrezione lattea non ne risulta compromessa. Questo non significa però che la madre debba essere privata della possibilità di dormire e di riposare, soprattutto dopo le poppate.

Il movimento, una ginnastica adatta e i massaggi favoriscono l’involuzione dell’utero e il rassodamento della muscolatura addominale. E’ dimostrato che anche l’allattamento contribuisce al processo involutivo dell’utero.

Durante il puerperio, dopo il parto, là dove era inserita la placenta, rimane una lesione che si deve rimarginare. Le forze di autoguarigione della donna, se sono coadiuvate da cure appropriate e da una adeguata alimentazione, raggiungono pienamente lo scopo, tuttavia è necessaria la massima igiene e l’assistenza ostetrica.

Il puerperio è un periodo in cui basta un raffreddore, una banale influenza, una bronchite o un’infiammazione alla gola per minacciare la salute della donna

La puerpera dovrà misurare la temperatura due volte al giorno: mattino e pomeriggio. Questa non deve superare i 37,5°. Se dovesse andare oltre, bisognerà consultare il medico. Fortunatamente, la febbre puerperale è divenuta molto rara.

Il puerperio è per la donna una fase molto particolare della sua vita. Generalmente, dopo il parto, subentra un periodo di spossatezza che genera una leggera depressione chiamata ‘post partum’ , durante la quale la donna è molto soggetta al pianto. Trovandosi a dover affrontare tante situazioni insolite per le quali teme di non essere all’altezza, la donna si lascia andare a un periodo malinconico, che però dura un tempo limitato. In questo periodo, saranno le persone che la circondano a doverle dare appoggio e un amorevole sostegno.

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LA DEPRESSIONE

Per troppo tempo non si è preso in considerazione lo stato di depressione che colpisce la donna dopo la nascita del suo bambino, stato che può manifestarsi in varie forme:

- crisi puerperale - depressione dopo parto - psicosi puerperale.

La ‘crisi puerperale’ forma leggera che può iniziare il terzo giorno dopo il parto e durare fino a circa due settimane. Durante questo periodo la donna si sente triste, spossata e facile al pianto. Questi sono sintomi che durano poco e sono dovuti al cambiamento ormonale ed emozionale causato dal recente parto.

La ‘depressione dopo parto’ colpisce molte donne ed è una malattia spesso non riconosciuta, sottovalutata, trascurata, inattesa e sovente ignorata dai membri della famiglia e persino dagli operatori stessi.

Tale depressione può iniziare subito dopo il parto, ma la maggioranza delle donne comincia a manifestare questi sintomi dalla sesta settimana dal parto in poi.

Molte donne esitano a esprimere il loro malessere o lo fanno dopo diverso tempo, anche se si sentono strane, ma senza sapere che cosa fare e con chi parlarne.

Ancora oggi, donne che vivono tali sintomi non vengono prese in considerazione e si sentono imbarazzate e terribilmente in colpa: dovrebbero sentirsi felici ma non lo sono affatto. Molto raramente queste donne raccontano alla loro ostetrica, al ginecologo o al pediatra in quale stato di malessere si trovano.

Quando il parto si è svolto nel migliore dei modi, quando c’è felicità per l’evento e quando madre e bambino stanno bene, la comparsa di uno stato di depressione appare fuori luogo. Generalmente, quando si manifestano strane sensazioni, pensieri tristi e forti emozioni, chi assiste definisce questo stato semplicemente ‘stress’.

Così scrive una donna dopo aver felicemente superato il disagevole stato:

”Dopo la nascita del mio bambino ho capito che in me c’era qualcosa che non andava. Mi sentivo distaccata da tutto e avevo strani e bizzarri pensieri e sintomi fisici, come: freddo, tremore, insensibilità, sintomi che, stando sola a casa, aumentavano. Piangevo spesso, specialmente quando qualcuno mi parlava. Non avevo appetito e non riuscivo a dormire. Soffrivo di attacchi di panico, ero terrorizzata dallo stato di ansia, mi sentivo fuori controllo e temevo di impazzire.”

A volte, la depressione non si manifesta chiaramente, camuffandosi da altro. Le donne dichiarano di sentirsi stanche, irritate, tristi e piagnucolose. Fanno qualunque cosa con fatica, con poca energia e sono prive di motivazione. Non si sentono in grado di rispondere ai nuovi bisogni. Un sintomo comunissimo è l’ansia. Sono particolarmente ansiose verso il bambino, la sua salute e il suo comportamento. Si sentono confuse, perché non provano alcun sentimento di affetto per il piccino. A volte provano persino rabbia, continuando a dibattersi nel circolo vizioso dell’autocolpevolizzazione.

Hanno bisogno di essere rassicurate per far sì che i pensieri non si traducano in azioni. I pensieri possono essere di voler gettare il bambino dalla finestra o di scaraventarlo sul letto…. Anche se non lo fanno, lo pensavano; comunque è importante che possano parlare con qualcuno e anche sapere che molte altre donne hanno pensato e provato le stesse cose. Hanno incubi e allucinazioni. Dicono spesso: “mi sembra di impazzire”.

Quando le donne sono molto angosciate e senza aiuto, possono verificarsi casi di maltrattamento del bambino, non intenzionali ma come reazione della loro incapacità di risolvere o di migliorare la situazione.

Parlando con i partners, molti confessano di essere impauriti e confusi; sono esauriti e si sentono impotenti, non sanno che cosa fare e non si sentono in grado di risolvere o di migliorare la situazione. Non sono abituati a vedere la loro compagna così imbarazzata. A volte sono terrorizzati che quello stato di depressione possa durare per sempre. Anche gli uomini hanno bisogno di aiuto e di riuscire a capire quali sono le cause dei sintomi della compagna e di sapere che con un adeguato appoggio psicologico la situazione può risolversi.

La nascita di un bambino porta enormi cambiamenti che possono essere vissuti come una perdita, cambiamenti nell’identità personale, nei ruoli e nel fisico, cambiamenti nello stile di vita e nello sviluppo. Questi cambiamenti non vengono presi in considerazione e nemmeno comunicati, perché, durante questo periodo, le aspettative generali sono di felicità, di gioia e di ammirazione per il bambino, mentre il vero vissuto può essere molto diverso e molto conflittuale.

Se una donna esprimesse le difficoltà che sta vivendo, verrebbe considerata una ‘cattiva madre’, per cui ogni parola espressa a questo riguardo genererebbe soltanto ulteriori problemi. Le donne in preda a depressione hanno bisogno di:

- essere ascoltate e di potersi esprimere liberamente;

- rendersi conto di che cosa sta succedendo;

- non sentirsi sole, per poter condividere le stesse sensazioni comuni a molte altre donne; - della possibilità di chiedere aiuto;

- non perdere la stima di sé se alcune aspettative non si sono realizzate, soprattutto durante il parto.

Già questo può aiutare moltissimo, e i cambiamenti si possono notare chiaramente da un incontro all’altro anche a distanza di una sola settimana.

Poi c’è la “psicosi puerperale”. In questo caso si tratta di una grave malattia psicopatica, rarissima. Infatti, colpisce 1 o 2 donne su 1000. Il trattamento deve essere immediato a livello psicofarmacologico, con ospedalizzazione e controllo 24 ore su 24.

Anche per il padre il cambiamento avvenuto nella vita in seguito alla presenza di un bambino può essere vissuto come la perdita della libertà, del tempo a propria disposizione, dell’attività e del riposo. Per il padre, l’arrivo di un bambino può far affiorare conflitti e problemi irrisolti legati al passato, alla relazione con la famiglia di origine, al ruolo genitoriale. E’ solo potendone parlare, potendo far emergere il ‘fantasma’ che si può far innescare il processo creativo di avere un figlio.

Per la coppia c’è la perdita della loro intima e indisturbata relazione. I ritmi cambiano, così come cambiano le abitudini di sonno, sessuali, delle uscite, della gestione della casa, dello stile di vita, degli amici….. Cambiano i ruoli portando cambiamenti, conflitti e risentimenti.

Le aspettative e i valori per la crescita di un bambino possono essere molto diversi all’interno della coppia, portando ulteriore stress.

Quindi, i corsi di preparazione al parto hanno un ruolo essenziale in quanto possono far emergere e discutere questi aspetti. In Inghilterra è stato fatto uno studio interessante: a un gruppo di donne sono state trasmesse ampie informazioni su tutti i cambiamenti della vita quando nasce un bambino, le possibili difficoltà, le sensazioni e su come trovare soluzioni pratiche. Un altro gruppo di donne è stato lasciato senza le informazioni di cui sopra. Nel primo gruppo si è registrata una notevole minoranza di casi si depressione. Quindi, è lecito pensare che i corsi di preparazione alla maternità abbiano una grande importanza in quanto svolgono un ruolo educativo e preventivo. I corsi sono importanti anche per individuare problemi emergenti già in gravidanza; infatti, il 30% delle donne soggette a depressione soffrono già durante la gestazione.

Quindi: sarà bene osservare i sintomi fisici a partire dal 5° mese e capire se la donna nutre sensazioni negative nei confronti del bambino, se lo considera un parassita o altro. Un ulteriore fattore di aiuto è ovviamente la qualità dell’interazione e dell’intesa nell’ambito della coppia e il desiderio di avere un figlio, desiderio maturato da entrambi ancor prima del concepimento.

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