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 IL COVER-UP DELLE STELLE DOPPIE
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Inserito il - 31/08/2003 : 09:48:55  Mostra Profilo
IL COVER-UP DELLE STELLE DOPPIE

Lo sapevate che la stragrande maggioranza delle stelle sono doppie o
addirittura triple e quadruple? Perchè i mezzi di comunicazione non ne
parlano? Ecco la storia di uno tra i più incredibili insabbiamenti
scientifici.

Si parla tanto oggi di astrofisica e di astronomia: gli occhi sono puntati
al cielo e sono all'ordine del giorno resoconti televisivi e giornalistici
delle nuove scoperte, ad opera in particolare delle sonde lanciate ad
esplorare i confini del sistema solare e di telescopi messi in orbita,
capaci di fotografare in profondità l'Universo.

Ci vengono date informazioni dettagliate, anche se non sempre fondate, su
dati osservativi, su corpi celesti esterni alla nostra galassia, su oggetti
"esotici" di difficile interpretazione: la diffusione delle notizie e delle
immagini relative attraverso i grandi mezzi di comunicazione di massa fa
pensare che si voglia informare la gente comune sulla struttura e la natura
dei fenomeni celesti, per lo meno per quanto riguarda gli aspetti più
importanti e meno tecnici.

Stranamente non si sente però mai dire da nessuno che le stelle sono per lo
più doppie.

Di recente Piero Angela ha curato per la televisione di stato una
megatrasmissione a puntate, del costo di svariati miliardi, simulando un
"Viaggio nel Cosmo", contemporaneamente riprodotto in una altrettanto
voluminosa enciclopedia a fascicoli, inserita in un quotidiano: ebbene, non
vi si trova nemmeno UNA parola sulle stelle doppie.

Si ritiene, o si fa finta, che sulle stelle si sappia già tutto e si
propongono al grande pubblico nuovi oggetti cosmici spettacolari: nebulose
planetarie dalle forme più stravaganti, irraggiungibili Quasars, misteriose
Pulsar, orrendi quanto invisibili Buchi Neri, eccetera.

La cosa più banale e più facile da capire per chiunque viene però tenuta
nascosta.

Quanta gente sa che le stelle sono per lo più in compagnia di altre stelle?

Lo sanno gli astronomi, gli astrofili, qualcuno che legge per curiosità le
loro riviste, o qualcun'altro che per caso è incappato nella notizia.

In ogni caso, anche se magari a chiunque sarà capitato di averlo trovato da
qualche parte o sentito dire, resta il fatto che la cosa non è certo
strombazzata come dovrebbe.

Ha una grossissima rilevanza il fatto di essere in due anziché da soli:
sarebbe come parlare dell'<<occhio>> invece di due occhi, della gamba invece
che di due gambe.

La differenza tra uno e due è seconda per importanza solo alla differenza
tra lo zero e l'uno, essere e non-essere. Una volta stabilito che si esiste,
cioè, si rileva immediatamente il rapporto con l'altro, cioè la domanda:
sono solo?

Le stelle per lo più non sono affatto sole: il nostro Sole è
(presumibilmente) solo, ma fa eccezione.

Secondo le più aggiornate stime, tra l'altro piuttosto caute (1), le stelle
doppie (triple, quadruple, ecc.) dovrebbero aggirarsi infatti intorno al
60-85%. Rispetto al totale delle stelle non singole, inoltre, quelle
semplicemente doppie sono tra l'altro una minoranza, poiché sono molto più
abbondanti i gruppi di più di due, composti di un numero di stelle che
arriva a dieci o più.

Quando guardiamo il cielo e vediamo tutti quei puntolini luminosi nelle
notti serene non pensiamo che ad ognuno di essi corrispondono, nella
maggioranza dei casi, a due o più stelle che, data la loro lontananza da noi
e la vicinanza tra loro, il nostro occhio non può distinguere, separare o,
come si dice in gergo tecnico, "risolvere".

Non lo pensiamo perchè non ce l'hanno mai detto: in ogni caso è un dato che
non appartiene alla nostra cultura generale.

Quando guardiamo il sole, siamo consapevoli del fatto che sta fermo,
rispetto alla Terra, anche se sembra che si muova, da oriente ad occidente.
Non ci facciamo più ingannare dall'apparenza, poiché questa cosa ce l'hanno
insegnata fin dalle elementari. Perchè non ci hanno insegnato a scuola anche
che le stelle sono quasi sempre doppie? Se l'avessimo appreso e facesse
parte del nostro bagaglio di certezze sarebbe probabilmente diverso anche il
nostro rapporto con l'Universo e con il cielo stellato. Quest'ultimo è molto
importante, può essere assunto a paradigma di uno dei due grandi comparti
della coscienza umana. Diceva il grande filosofo Immanuel Kant: "Due sono le
cose fondamentali: la Legge Morale dentro di me e il Cielo Stellato sopra di
me".

Le stelle sono sempre state oggetto di considerazione, contemplazione,
ammirazione, riflessione, preghiera, desiderio, venerazione, auspicio,
immaginazione fantastica e chissà quant'altro da parte dell'uomo comune, in
particolare quando diventa Poeta, Innamorato, Romantico, Artista,
Meditativo.

In altre parole quando dimentica i suoi egoismi per sentirsi in qualche modo
parte integrante del Cosmo.

Egli ha il diritto di sapere che le stelle non sono quasi mai sole.

Così due innamorati abbracciati in una notte serena troveranno più consona
al loro sentimento l'immaginazione che quella stella lassù con la quale si
identificano, li rappresenta entrambi, perchè sono due, e, come loro, si
fanno compagnia.

I punti luminosi che vediamo ad occhio nudo sono lontanissimi in realtà tra
loro: ognuno di essi è separato dal più vicino da una distanza dell'ordine
dell'anno luce.

Ad esempio, la stella più vicina al Sole, Proxima Centauri, è distante da
qui poco più di quattro anni luce. Si pensi all'immensa solitudine che
vivrebbe ciascuna di queste stelle se fossero isolate. Però non è così e
questo in qualche modo ci rassicura, ci fa sentire meno freddo anche dentro.

E le stelle che non sono doppie?

Niente paura, non sono sole nemmeno loro.

Come ci spiega Isaac Asimov (2), è più probabile che una stella isolata,
cioè non facente parte di un sistema binario o multiplo, abbia dei pianeti
che le girano intorno e quindi, come si vede, la compagnia di questa corte
rompe sistematicamente la sua solitudine.

Inoltre, una stella non-doppia come il nostro Sole, può godere anche di un
altro privilegio, quello di essere adorato come un dio: ciò succede quando
in uno di questi pianeti sviluppa la vita. E' infatti più probabile questo
miracolo in un pianeta facente parte di un sistema non multiplo, dato che la
presenza di più soli creerebbe problemi gravitazionali non indifferenti e di
bioritmo, mentre la vita ha bisogno di una semplice ed armonica ciclicità,
in particolare della notte per dormire.

Non è necessario peraltro che si raggiunga la complessità della coscienza
"umana" e delle civiltà con le loro religioni solari o le loro filosofie
ambientaliste, poiché basta guardare un fiore o ascoltare cantare un
fringuello per capire cosa significa essere adoratori del Sole.

La Scienza dovrebbe fornire alla riflessione della gente i dati di cui è in
possesso, anche grezzi, anche se non li ha ancora interpretati. Naturalmente
alcune cose gli scienziati non possono spiegarle al popolo, perchè sono
troppo difficili: ma che le stelle siano doppie è una nozione che si può
rendere comprensibile anche ad un bambino, da quando impara a contare e
nemmeno fino a dieci.

Perchè allora nascondere questo dato alla gente?

La risposta a questa domanda c'è, chiara e drammatica: la Scienza che
governa oggi il Mondo e che, avendo spodestato le Religioni e le
Superstizioni, si è assunta il compito di dare un significato alle cose, non
è in grado di dare una spiegazione dell'esistenza della maggior parte dei
sistemi binari osservati, i quali, secondo le Teorie fisiche e cosmologiche
oggi disponibili, non dovrebbero esistere.

Se circolasse troppo la storia delle stelle doppie, se facesse parte delle
conoscenze di tutta la gente, sarebbero in troppi a voler sapere della loro
dinamica e così via, e la Scienza dovrebbe ammettere di non sapere, perdendo
così tutto il suo prestigio e la sua credibilità anche nelle altre
questioni.

"Delle 70.000 stelle doppie oggi catalogate, solo per circa 700 è conosciuta
l'orbita e di appena 50 sono state determinate anche le masse, mentre la
grandissima maggioranza (99%) delle altre stelle non è rilevabile nessun
movimento" (3).

"Il problema più grosso della Scienza oggi con le stelle doppie è che un
numero incredibile di coppie sono IMMOBILI nel cielo e questa cosa
nell'Universo meccanico di Newton, governato dalla forza di gravità, non
dovrebbe esistere.

Per mantenersi stabilmente a distanza tra loro, due corpi devono
necessariamente ruotare intorno al comune baricentro, in ragione delle
rispettive masse"

Dal brano sopra riportato, tratto da un atlante astronomico, sarebbe
pretestuoso evincere che il 99% delle stelle binarie sono fisse e non in
rotazione: infatti per molti sistemi può essere così lenta da non poter
essere rilevata, essendo iniziata da poco l'osservazione. Questo vale però
per una quota molto ristretta del totale: sistemi binari con lunghissimo
periodo (per esempio migliaia di anni) che siano stati scoperti da pochi
anni o decenni, si sono mossi così poco nel corso del breve periodo in cui
sono stati osservati che non è stato possibile rilevarne strumentalmente la
rotazione.

Il fatto però è che sono rari i periodi di rivoluzione così lunghi,
richiesti, secondo le Leggi di Keplero, da un grandissimo raggio orbitale: i
supposti semiassi maggiori delle orbite (tutto ciò che si osserva è però la
distanza tra le due stelle) hanno per lo più dimensioni tra le 10 e le 20
U.A. (Unità Astronomiche - 1 U.A.= distanza media Terra-Sole), vale a dire
pari alla distanza a cui si trovano dal Sole i nostri pianeti Saturno ed
Urano, il che corrisponde a un periodo orbitale dell'ordine delle decine di
anni, supponendo, cosa oggi accettata da tutti, che le masse delle stelle in
questione siano paragonabili a quella del Sole.

Stando così le cose è evidente che, se dopo dieci o vent'anni due stelle
vicine continuano ad apparire immobili..., lo sono veramente.

Se poi sono passati i secoli (la scoperta delle prime binarie risale al XVII
secolo) non se ne parla nemmeno.

Gli strumenti di misurazione degli spostamenti, anche solo di frazioni di
secondi d'arco, sono oggi così raffinati e precisi che si può ricostruire
un'orbita, o rilevare il moto di una stella, anche a partire da una frazione
trascurabilissima di esso.

"Eppur NON si muove".

Nell'atlante d'astronomia già citato e in alcuni testi ufficiali, in
riferimento ad un diagramma grafico che illustra le orbite delle stelle
doppie visuali in rapporto con le dimensioni dei semiassi maggiori, si può
trovare l'affermazione che i periodi orbitali sono così lunghi che per
decenni e secoli le stelle binarie ci appaiono ferme: il dato del diagramma
contraddice, però, nettamente la successiva affermazione, poiché da esso si
evincono periodi brevi, e quindi l'osservabilità dell'eventuale moto
stellare. Ma tale contraddizione non viene rilevata, il dato statistico
fornito dall'osservazione non viene mai aggregato con la previsione teorica.

Al massimo, come fa il compilatore del testo a cui facciamo riferimento, si
problemizza velatamente: "Il fatto, scoperto statisticamente, che i semiassi
maggiori hanno dimensioni per lo più fra 10 e 20 U.A. dev'essere considerato
con attenzione" (4).

Della serie: se volete cacciarvi in un vespaio sono cavoli vostri.

In altri casi si rifiuta l'evidenza assoluta di una dimostrazione.

Si sa, per esempio, che Albireo è una doppia fisica: coincidono infatti le
distanze dalla Terra, misurate indipendentemente, di ciascuna delle due
componenti (390 anni luce per entrambe), esse sono separate da un'inezia, ma
si precisa che non è stato dimostrato che siano legate gravitazionalmente e
che non si tratti invece di una vicinanza solo ottica.

Cos'altro serve per dimostrarlo? Il fatto è che bisogna mettere in pace gli
astrofili che da sempre vedono che la "coppia più bella del mondo" (una
stellina è gialla mentre l'altra è azzurra) è immobile (5).

Nei testi di astronomia dove si parla di stelle doppie o multiple, negli
atlanti, nelle riviste degli astrofili, si descrivono solo le
caratteristiche di quei sistemi binari o multipli (scelti tra quei 700 su
70.000) che, bene o male, obbediscono alle Leggi di Newton: naturalmente
limitandosi a questi ce n'è da dire fin che si vuole.

Sugli altri, invece, assoluto silenzio.

I bollettini degli astrofili a volte invitano i loro associati ad osservare
con i loro telescopi certi oggetti celesti, incluse stelle binarie di
particolare interesse per variabilità di luminosità od altro, ma non
chiedono mai, se la cosa non è accertata e riferita a un sistema senza
problemi, di studiare il moto di quei sistemi.

L'astrofilo che si trovi in presenza di due stelle vicine che egli stesso ha
appurato che da anni non si spostano nemmeno di un secondo d'arco, è indotto
dalla prassi consolidata a pensare che si tratti di un sistema a lunghissimo
periodo. O peggio, non si pone il problema, perchè non fa parte della sua
struttura mentale.

Poiché non si occupa normalmente delle distanze assolute, ma nella
fattispecie solo di quella angolare fra le due stelle, quindi apparente, le
sue eventuali conoscenze delle Leggi di Keplero non possono essere impiegate
per stabilire se è legittimo interpretare l'apparente immobilità come reale
lentezza.

Capita di leggere in riviste di astronomia (6): "Sfortunatamente ai giorni
nostri le osservazioni delle doppie visuali non compaiono tra i lavori più
in voga della ricerca astronomica... Gli osservatori di stelle doppie stanno
diventando sempre più rari: il loro numero si può contare sulle dita di una
mano... Questo vale per tutte le parti del mondo ed è storia vecchia.

Mi piace ricordare a questo riguardo che quasi esattamente un secolo fa il
programma osservativo delle binarie visuali al grande rifrattore di 76 cm di
Pulkovo fu radicalmente ridotto quando Belopovski iniziò le sue misure
spettroscopiche di velocità radiali... Con l'avvento trionfale
dell'astrofisica contemporanea l'interesse dei ricercatori di stelle
binarie, poco per volta, scivolò dalle binarie visuali ai sistemi stretti,
poi alle variabili ad eclisse e spettroscopiche. Infine dall'astrometria
all'astrofisica.".

Bisogna saper leggere tra le righe di queste considerazioni "storiche" sugli
indirizzi della "Ricerca". Innanzitutto va dato qualche elemento per
decifrare il messaggio.

"Binarie visuali" sono le stelle che si possono vedere con telescopio.

"Binarie spettroscopiche" sono quelle che vengono indirettamente scoperte
attraverso gli spostamenti verso il rosso e il blu dello spettro della loro
luce: la stragrande maggioranza di esse non sono visuali, poiché sono molto
strette (orbite con periodo anche fino ad un paio d'ore), oppure troppo
lontane.

"Variabili ad eclisse o doppie fotometriche", anch'esse normalmente non sono
visuali, sono sistemi binari rilevabili indirettamente dalla periodicità
dell'"occultamento" lungo la linea visuale di una stella da parte
dell'altra, quindi dalla periodicità della variazione della luminosità,
quando la direzione dell'osservazione giace sul piano dell'orbita.

E' decisivo osservare che sia il metodo "spettroscopico" che quello
"fotometrico" funzionano solo se le due stelle orbitano l'una attorno
all'altra (condizione solo necessaria, come vedremo) e che il solo metodo
visuale consente di individuare coppie di stelle che non si muovono.

Coll'osservazione visuale alla fine si risolvono sempre due puntolini
affiancati, mentre, con le altre due tecniche, si osserva rispettivamente la
variazione periodica di due serie di righe sovrapposte nello stesso
intervallo di spazio di uno schermo, e la variazione periodica della
luminosità di un'unica sorgente.

La vera ragione del dirottamento della ricerca verso queste diverse tecniche
sta proprio in questo: esse non permettono di rilevare l'eventuale
immobilità delle componenti delle stelle doppie, fenomeno estremamente
imbarazzante per la Scienza contemporanea.

L'imbarazzo esisteva fin dall'Ottocento, da quando non si poteva più
continuare a pensare che le doppie in cielo fossero tutte "ottiche", cioè
risultato di un semplice allineamento prospettico di stelle tra loro
lontanissime. Ma non si poteva di punto in bianco bloccare l'interesse degli
astronomi per il fenomeno delle stelle doppie è questo è stato possibile
solo con l'alibi delle nuove tecnologie d'osservazione, alla fine del
secolo.

Far mancare i fondi o gli incentivi di qualsiasi genere per l'originario e
pericoloso metodo di osservazione è stato poi un giochetto da ragazzi.

Se consultate un qualsiasi dizionario o enciclopedia scientifica che riporti
la voce "Stelle Doppie", scoprirete che si sorvola sulle visuali, delle
quali si dà qualche cenno storico e si approfondisce invece la descrizione
delle spettroscopiche e delle fotometriche, nonché delle tecnologie per la
loro rilevazione, quando le visuali rappresentano la maggioranza delle
binarie osservate. Si tenga presente inoltre che, affinché un sistema
binario si possa osservare con metodo non visuale è necessario che la linea
di visione sia giacente sul piano dell'orbita, o non troppo divaricata da
esso, e questo restringe moltissimo il numero di oggetti osservabili.

Questo implica che esiste un grandissimo numero di binarie non osservabili
visualmente perchè troppo strette e/o lontane e neppure spettroscopicamente
e/o fotometricamente per essere il piano delle loro orbite non
opportunamente allineato con l'osservatore. Quindi non osservabili in
assoluto.

Vista la situazione c'è da sospettare che questa classe di oggetti non sia
entrata nel computo percentuale riferito dalla fonte indicata in nota (1).

Se consultate poi l'enciclopedia più prestigiosa che abbiamo, la Treccani,
fondata nel 1936, scoprite che nessuno degli aggiornamenti successivi (1948,
1960, 1978 e 1992) integra la voce "Stelle doppie" con nuovi dati
osservativi, per cui agli occhi e all'intelligenza del lettore fa fede
quanto riferito nell'edizione originaria di sessant'anni fa, la quale
riporta che le stelle doppie rappresentano il 10% circa del totale (dato
riportato, tra l'altro, con enfasi, che la dice lunga sul tipo di reazione
emotiva che ci si deve attendere da percentuali come l'85%).

Concludendo, il cover-up sulle stelle doppie è uno dei tanti che la scienza
(e chi la gestisce) oggi opera sui fenomeni del mondo fisico: esiste una
miriade di osservazioni (in particolare collegate alle più recenti missioni
spaziali) che ci vengono tenute nascoste. Rispetto a qualsiasi altra
operazione di copertura o insabbiamento, questa ha però dell'incredibile.

E' un pò come se le osservazioni di Copernico, i calcoli di Keplero e le
osservazioni di Galileo, capaci di far cadere la concezione tolemaica,
fossero state tenute nascoste per secoli.

Luciano Buggio

NOTE:

1) "Atlante di Astronomia", Sperling & Kupfer edizioni 1992, pag.147.

2)Isaac Asimov, "Civiltà extraterrestri", Grande Biblioteca Discovery -
Mondadori - De Agostini, 1994.

3) "Atlante di Astronomia", (op. cit.), pag.146.

4) idem, pag. 146.

5) "L'Astronomia", mensile di Scienza e Cultura, ed. Media Presse, n.178
(luglio 1997), pag.55.

6) idem, n.158 (ottobre 1995), pag.17.

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FONTE: Nexus-INformazione, n.18, anno IV

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