admin
Webmaster
    

Regione: Italy
Prov.: Pisa
Città: Capannoli
24721 Messaggi |
Inserito il - 24/10/2003 : 21:45:26
|
Chi era Madre Teresa?
Tratto da:
MADRE TERESA <IL CAMMINO SEMPLICE> ARNOLDO MONDADORI EDITORE John Cairns, 1995
----------------
(Nel testo che leggerete si parla al presente di Madre Teresa, considerato che la Buona Madre viveva ancora, al tempo in cui queste parole venivano scritte.
----------
Viveva ancora?...Perchè?...Adesso è morta?...)
----------------------------------------------
Comunque la vogliamo definire - missionaria di grande coraggio, o santa vivente - l’impronta che Madre Teresa ha lasciato è incancellabile. Abbiamo tutti un’opinione, un’idea su di lei.
Viene considerata una figura portante del movimento per la pace nel mondo e spesso compare negli elenchi delle dieci donne più ammirate del mondo. Eppure non ha mai preteso di essere un personaggio speciale, né di compiere imprese straordinarie.
Ma, quanto sappiamo davvero della sua filosofia e del suo lavoro?
Se andiamo al di là di ciò che è noto a tutti, scopriamo che la sua fede e la limpidezza dei suoi obiettivi ci possono dare lezioni importanti su come amare, servire e rispettare il nostro prossimo, soprattutto i poveri e gli indigenti.
Ciò che lei predica, lo mette in pratica. Il suo cammino è semplice, e può essere seguito da chiunque.
In passato, abbiamo avuto guide spirituali d’eccezione, inviate tra noi quando il mondo aveva urgente bisogno di un’illuminazione spirituale. Queste persone di grande forza interiore intrattenevano evidentemente un particolare rapporto col divino, e in molti casi portavano un messaggio rivoluzionario.
Una di tali figure carismatiche fu san Francesco d’Assisi che, chiamato da Cristo a restaurare la sua Chiesa, a quel tempo assai ricca e spesso corrotta, esercitò una forte influenza riformatrice e fondò quell’ordine religioso dei Francescani che oggi è tra i più grandi del mondo.
Per la sua epoca, san Francesco fu un radicale, anzi, secondo alcuni, un eretico, perché vivendo da mendicante, affidandosi alla Provvidenza e seguendo strettamente gli insegnamenti dei Vangeli, offrì una nuova visione della vita cristiana.
Un altro tratto insolito è che riuscì a riformare la Chiesa, rimanendo all’ interno dell’istituzione ecclesiastica, anziché rifuggirne.
La vita di Madre Teresa presenta molte somiglianze con quella di Francesco. Anche il suo cammino passa attraverso la povertà, la semplicità e la stretta adesione agli insegnamenti di Cristo, e per questo, nell’attuale contesto fondamentalista della Chiesa patriarcale, è stata considerata una progressista.
Eppure, predica il suo messaggio di amore e di pace attiva in un mondo ancora privo di importanti leader femminili, e da una delle città più grandi, più povere e più degradate dell’Asia.
Nel 1946 Madre Teresa ricevette la chiamata di Dio a servire i più poveri tra i poveri e iniziò con un piccolo gesto, accudendo una persona malata che stava morendo nelle vie di Calcutta.
Oggi è a capo delle Missionarie della Carità, una congregazione religiosa da lei fondata nel 1950 con il pieno consenso del Vaticano.
Nel corso degli ultimi quarantacinque anni, sebbene nella Chiesa cattolica le vocazioni siano andate lentamente declinando, il numero delle sorelle e dei fratelli della congregazione è cresciuto, e ora ammonta a più di quattromila, sparsi in tutto il mondo.
Le sorelle e i fratelli della congregazione affrontano la loro esistenza di povertà con la fede assoluta che ciò li porterà più vicini a Dio. Credono e confidano nella Sua provvidenza, e come Francesco, vivono e lavorano solo grazie alla generosità degli altri.
Sempre come Francesco, nella loro vita mettono in pratica i precetti che insegnano agli altri e non possiedono ricchezze maggiori di quelle dei poveri che servono. I loro pasti sono frugali; hanno solo due cambi di vestiti, un paio di sandali, una tazza, un piatto di metallo, gli utensili fondamentali e semplice biancheria da letto.
La loro vita di comunità si basa sugli insegnamenti del vangelo: è la via cristiana della preghiera, dell’amore, del perdono, dell’astensione da giudizio, dell’umiltà, della verità e dell’abbandono totale alla Parola. Un rapido sguardo ad alcuni dei momenti fondamentali della vita di Madre Teresa può servire a gettar luce sulla sua ricchezza interiore e sugli obiettivi del suo lavoro.
Nata il 16 agosto 1910 a Skopie, una città che allora faceva parte dell’ Albania, con il nome di Agnes Gonxha Bojaxhiu, era l’ultima di tre figli. Ebbe un’infanzia facile e agiata: suo padre era appaltatore edile e importatore, sua madre era severa, ma affettuosa, e possedeva una fede profonda.
Dopo la morte prematura del padre, però, la vita si fece più dura, tanto che, per mantenere la famiglia, la madre si mise a vendere tessuti e ricami.
Da adolescente, Agnes prese a frequentare un gruppo di giovani della parrocchia locale, chiamato La Confraternita e, grazie a queste attività, guidate da un prete gesuita, entrò in contatto con il mondo dei missionari.
La sua prima vocazione come suora missionaria cattolica risale a quando Agnes aveva diciott’anni. La congregazione in cui scelse di entrare fu quella irlandese delle suore di Loreto, nota per l’impegno missionario, soprattutto in India.
Qui, infatti, Madre Teresa aveva sempre desiderato lavorare; ma prima, fu mandata in Irlanda per imparare l’inglese, e solo più tardi venne trasferita come insegnante a Calcutta, presso la Scuola conventuale di Sani Mar.
Ciò avveniva il 6 gennaio 1929, e il 24 maggio 1931, quando prese i voti come suora di Loreto, scelse il nome di Teresa ispirandosi a santa Teresa di Lisieux, “il piccolo fiore di Gesù”.
Sia la decisione di abbandonare la madrepatria per recarsi dall’altra parte del mondo, sia la scelta di Teresa come nome sono due elementi fondamentali per comprendere la forza, la fermezza di carattere e la chiarezza di obiettivi di Madre Teresa.
Il suo fervido desiderio era non semplicemente di diventare una religiosa, ma di svolgere in particolare un lavoro missionario: questa prima chiamata è da lei definita come un “portare la vita di Cristo alla gente”.
Il lavoro missionario richiede fervore, una profonda motivazione evangelica e una intensa fede nell’azione misericordiosa. Madre Teresa ha sempre avuto lo spirito del pioniere. Ma il lavoro di una missionaria non è solo opera di misericordia, e Madre Teresa ci dà un primo segno dell’aspetto contemplativo della sua missione scegliendo santa Teresa di Lisieux come guida spirituale.
Teresa, la figlia minore di un orologiaio francese, era entrata nella congregazione delle Carmelitane nel 1988, alla precocissima età di quindici anni, annunciando che la sua vocazione era l’”amore” e che uno dei suoi grandi doveri era pregare per i preti e i missionari.
Non potendo, per motivi di salute, praticare personalmente la vita missionaria, aveva indicato la “via” di una schietta spiritualità, fondata sulla semplicità, lo spirito di sacrificio e la generosità, ispirata alla verità essenziale dei Vangeli.
“La mia piccola via” scrisse “è la via della fanciullezza spirituale, la via della fede e dell’assoluta abnegazione”.
Si paragonava a “una palla nelle mani di Gesù Bambino”.
Madre Teresa, invece, presenta una visione meno giocosa, più pratica del suo modo semplice di avere fede e di sacrificare se stessa: si definisce “una matita nelle mani di Dio”.
A Calcutta, Madre Teresa insegnò geografia e catechismo alla scuola di Saint Mary e imparò hindi e bengali, diventando nel 1944 direttrice di studi.
Erano tempi duri - il cibo era razionato, i carichi di lavoro sempre più onerosi - e Madre Teresa, che non aveva un fisico molto robusto, si ammalò di tubercolosi. Non potè quindi continuare a insegnare e fu mandata a Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya.
Fu in treno, il 10 settembre 1946, che ebbe la seconda chiamata - “la chiamata nella chiamata”, come la definisce lei:
” E quando succede, non si può fare altro che rispondere “sì”. Il messaggio era assai chiaro: dovevo lasciare tutto e seguire Gesù nelle periferie povere, per servirLo nel più povero dei poveri. Sapevo che era la Sua volontà e che Lo dovevo seguire. Non c’era dubbio che sarebbe stata opera Sua. Dovevo lasciare il convento e lavorare con i poveri, vivendo tra loro. Era un ordine. Ora sapevo qual era il mio mondo: ma non sapevo ancora come arrivarci”. (Nota: E. Egan, Such a Vision of the Street, London, 1985, p.25.)
Ci vollero un paio d’anni per ottenere il permesso di modificare la sua opera missionaria e diventare, da insegnante, servitrice, passando da una comunità sicura e confortevole al non avere nulla tranne una fede eccezionale e una straordinaria chiarezza di visione.
Molte sorelle che hanno lavorato alla scuola di Saint Mary con l’allora sorella Teresa, nei diciannove anni di attività svolta al convento di Loreto, ne hanno sempre parlato nelle proprie testimonianze come di una persona dalla salute cagionevole e dall’animo semplice.
Oggi invece la si può considerare come il tipo dell’imprenditore pieno di energia che sa cogliere una necessità e agire di conseguenza, costruendo un’ organizzazione a dispetto delle difficoltà, dettandone le regole e creandone ramificazioni in tutto il mondo.
Qui troviamo un altro esempio della coesistenza di elementi evidentemente contraddittori nella sua personalità e nella sua vita. Madre Teresa è una rara combinazione di concretezza e di trascendenza, combinazione resa possibile dalla preghiera che, a suo parere, la aiuta a trovare “il giusto equilibrio tra Terra e Cielo”.
Questo equilibrio tra forza di volontà e assoluta dedizione a Dio è indicativo: come ha avuto occasione di affermare, il suo progresso nella santità “dipende da Dio e da me: dalla Grazia di Dio e dalla mia volontà. Il primo passo per il cambiamento è averne la volontà”.
A chi le chiede di parlare della sua santità, Madre Teresa risponde sempre, in termini molto pratici, che la santità è una necessità della vita e spiega che non si tratta di un lusso per pochi, come quelli che scelgono di condurre una vita religiosa, ma “è un semplice dovere di tutti. La santità è per tutti”.
Il fatto che venga chiamata da molti “santa vivente” può essere probabilmente ricondotto a un concetto che nella vita contemporanea è sempre più apprezzato: l’equilibrio.
Krishnamurti, famoso maestro indiano, ha interpretato la santità come conseguenza della “completezza”, intendendo con ciò che tutte le parti distinte di noi si combinano nella giusta misura per formare la persona compiuta.
Il cammino spirituale di Madre Teresa dimostra quanto sia importante equilibrare la vita contemplativa, di preghiera, con quella pratica, di azione amorevole.
E’ certamente semplice, ma dietro alla semplicità di Madre Teresa ci sono anni di esperienza e devozione che hanno dato luogo a una fede, a una forza di volontà e a una saggezza insuperate.
,Questo equilibrio tra la consapevolezza dei piccoli particolari relativi alla situazione contingente e una visione più ampia, dischiusa sull’ eternità, le consente di essere affabile ma rispettosa, pragmatica e insieme sensibile, vulnerabile e forte, concreta eppure contemplativa e devota.
Le due testimonianze che seguono illustrano la sua capacità di essere generosa e delicata. La prima è quella di un volontario inglese che rimase profondamente colpito quando, da adolescente, conobbe Madre Teresa alla scuola superiore:
“Era in grado di parlare da uguale con noi come con chiunque altro. Fu questo, credo, a farci impressione: era sulla nostra lunghezza d’onda. E’ stato così poi tutte le altre volte che l’ho incontrata. con chiunque stia parlando, per lei quella persona diventa la più importante, non importa se sia un presidente il signor Rossi. Mi piace e credo che la maggior parte delle persona che l’hanno conosciuta provi la stessa sensazione”.
La seconda testimonianza è quella di una donna che a Calcutta aiutava le Missionarie della Carità e che rifletteva sull’indirizzo da dare alla propria vita.
Per caso, incontrò Madre Teresa sul ballatoio fuori dalla sua stanza, nella Casa madre:
“Stava intrattenendosi con alcune persone - davanti a me c’era una coppia indiana - quando d’un tratto, si è girata, mi ha guardato e ha detto: “Quand ’è che ti deciderai?”. Sono rimasta a bocca aperta: io non mi ero mai confidata con lei. In qualche modo, era riuscita a capire chi ero, su un piano molto profondo. Mi aveva davvero colpita. Commossa, ho passato il resto della giornata nella cappella, a piangere e a farmi coraggio. Alla fine ho capito di dover prendere quella decisione sulla mia vita che stavo rimandando da moltissimo tempo”.
Dato il rispetto di cui Madre Teresa gode a livello internazionale, da lei ci si attende moltissimo.
Poiché è una donna non potrebbe, ci si chiede, trasformarsi in un portavoce delle più importante istanze femminili, non solo nella Chiesa ma anche nel mondo?
Ma, Madre Teresa non si allontanerebbe mai dalla lettera delle dottrine della Chiesa - non potrebbe, né probabilmente vorrebbe farlo. Quando le vengono poste domande sui temi più scottanti, come quelli relativi all’ aborto, o sulle donne sacerdote, la sua posizione è esplicita.
Sulla prima questione risponde che qualsiasi vita umana, senza eccezioni, è preziosa per Dio; e in risposta alle domande sul ruolo della donna nelle principali funzioni sacre cita Maria, la Madre di Cristo.
Maria, dice, sarebbe stata un sacerdote migliore di tutti noi; e tuttavia chiamava se stessa ancella del Signore, e tale è sempre rimasta. Il ruolo di Maria è il modello a cui si ispirano Madre Teresa e tutte le missionarie della Carità, che a lei pregano con fervore in quanto simbolo di grande santità, purezza, castità, obbedienza e sacra maternità. Questa devozione alla Madre divina è una via femminile al cuore di Cristo.
Una delle preghiere spesso recitate da Madre Teresa e dalle Missionarie della Carità è:
Maria, Madre di Gesù, dammi il tuo cuore, tanto bello, tanto puro, tanto immacolato, tanto pieno d’amore e d’umiltà, cosicché io possa ricevere Gesù nel Pane della Vita, amarLo come tu l’hai amato e servirLo sotto le spoglie del più Poveri dei Poveri.
Il servizio dedicato ai poveri, che Madre Teresa descrive dettagliatamente in questo libro, non si limita all’azione in favore dei diseredati, ma è anche uno stare insieme a loro e alla loro sofferenza, condividendola con Cristo.
Madre Teresa sottolinea spesso che era questo ciò che “San Giovanni e la nostra Benedetta Madre facevano ai piedi della Croce”.
In molte Case delle Missionarie della Carità è possibile vedere grandi statue, a volte appariscenti, di Maria, frequentemente rappresentata con un vestito bianco e azzurro, come era apparsa a Lourdes a santa Bernadette, o come Regina dei Cieli, con un’aureola di stelle e di luci.
I segni dell’ecumenismo di Madre Teresa, tuttavia, sono spesso altrettanto evidenti. A Calcutta, per esempio, proprio all’interno delle porte di Prem Dan, la Casa delle Missionarie della Carità per pazienti tubercolotici e con handicap mentali, c’è una statua in grandezza naturale della Madonna con una cappa azzurra, che tiene in mano il grano di un rosario cattolico; ma se la si guarda con più attenzione, si scopre che ha un volto indiano, una tunica indiana, a ai suoi piedi vi è un enorme fiore di loto rosa.
Molti dei compiti solitamente svolti dai preti, per esempio nella funzione della Benedizione, e in talune parti della Messa quotidiana, vengono eseguiti dalle sorelle e da Madre Teresa stessa e, in generale, ognuno serve Dio senza seguire un protocollo troppo rigido.
Madre Teresa una volta ebbe a dire di se stessa: “Per sangue e origini sono albanese pura. Per cittadinanza sono indiana. Come suora sono cattolica. Per vocazione appartengo a tutto il mondo. E quanto al mio cuore, sono tutta del cuore di Gesù” (nota: Op. cit., pag.357).
Nell’abbracciare il mondo, definisce il proprio ruolo dicendo: “Il nostro lavoro è quello di incoraggiare cristiani e non cristiani a fare opere d’ amore. E ogni opera d’amore, fatta con tutto il cuore, porta sempre la gente più vicina a Dio”.
Il suo mandato di misericordia è diffondere l’amore nel mondo alleviando le sofferenze degli altri, attraverso una congregazione di sorelle e fratelli cattolici che serve una comunità prevalentemente non cristiana, e che non obbliga le persone che aiuta a convertirsi alla fede cattolica.
Madre Teresa ha scelto di amare là dove la maggior parte della gente non è riuscita a farlo,tra i poveri e i sofferenti. E qui ha trovato i frutti della propria fatica, e la traccia per seguire il cammino semplice.
|
|