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Inserito il - 25/10/2003 : 12:17:19
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Murdoch e il silenzio dell'opposizione
Perché nessuno si è opposto al nuovo monopolio della Pay Tv.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - Prima Pagina, 17-10-2003]
In Italia nel sistema della comunicazione radiotelevisiva e dell'informazione c'è un'anomalia su cui c'è stato, inspiegabilmente, un grande silenzio ed una grande disattenzione da parte dell'opinione pubblica. Mentre, infatti, ferve un grande dibattito sulla legge, in corso di approvazione al Parlamento, definita "Gasparri", dal Ministro che la propone, sulla riforma del sistema radiotelevisivo nessuno, o quasi, ha discusso molto, e, tanto meno, criticato l'avvento del monopolio privato della Sky Tv nel campo della Pay Tv in Italia.
L'opposizione è impegnata in un deciso ostruzionismo in Parlamento rispetto alla legge Gasparri che consoliderebbe la posizione dominante di Berlusconi nel campo dell'emittenza televisiva privata, con il controllo di tre reti fino alla diffusione della tv digitale terrestre, favorirebbe un ulteriore crescita della raccolta pubblicitaria da parte di Mediaset ed, in generale, della Tv a scapito di altri media, come l'editoria di quotidiani e periodici(come denuncia con forza la federazione degli editori aderenti a Confindustria) e non porrebbe limiti al controllo da parte del Governo della Tv pubblica ed, oggi, il Governo è presieduto dallo stesso azionista di maggioranza del maggiore gruppo televisivo ed editoriale del Paese.
Un deciso ostruzionismo parlamentare, che è accompagnato da una forte mobilitazione di intellettuali, uomini di cultura, sindacati, associazioni, organi di stampa anche non politicamente lontani dal Governo, che potrebbe tradursi in iniziative referendarie, nel caso la proposta Gasparri venisse approvata, e che trova simpatie e convergenze anche in settori della maggioranza che pure, per lealtà di coalizione e fedeltà a Berlusconi, non possono rifiutarla. L'opposizione alla legge Gasparri è il fulcro dell'attività dell'opposizione politica e sociale a Berlusconi.
Perfino la Chiesa italiana, che pure non prende parte alla querelle pro o contro Berlusconi, è critica verso una legge che non affronta il problema di una Tv di qualità e di contenuti.
Bene, mentre il Paese è coinvolto in uno scontro forte sulla Tv in chiaro, terrestre e gratuita(salvo il canone della Tv pubblica e la pubblicità che, comunque, paghiamo tutti in termini di attenzione e di costo di prodotti e servizi), la stessa Italia è stata distratta ed indifferente rispetto all'avvento del monopolio di Rupert Murdoch che si è venuto a creare con la fusione Stream-Telepiù e la nascita di Sky.
I giornali si sono occupati con dovizia del nuovo palinsesto di Sky, del decoder, del settore delle news, ma con un distacco ed una, chiamamola così, "neutralità" con cui non viene affrontato quasi mai niente in Italia.
Mentre le uniche critiche che si sono levate sono state per l'aumento delle tariffe e per la difficoltà di accedere ai Call Center, da parte delle associazioni dei consumatori, non si è registrata nessuna forma di protesta da parte dell'opposizione "ufficiale" politica e sindacale su questo nuovo monopolio.
Rutelli e Fassino si sono limitati ad auspicare che Murdoch non si schieri, rimanga neutrale, perché in questo caso verrebbe visto bene, una smaccata "captatio benevolentiae". Così Rupert Murdoch, proprietario di un impero davvero globale, "sul quale non tramonta mai il sole" come quello di Carlo V dal Nord Europa all'America Latina e che, in questo caso, si estende fino all'Australia, non ha avuto nessun problema: ha avuto il via libera dell'Authority per le Comunicazione che pure non aveva reso facile la vita a Telepiù e a Stram, l'Antitrust italiano di Tesauro e quello europeo di Mario Monti non hanno sollevato problemi, non si ha notizia di ricorsi alla Corte Costituzionale.
Murdoch è socio ed amico personale del Capo del Governo Silvio Berlusconi, socio di Tronchetti Provera che possiede, attraverso Telecom Italia, una importante quota di minoranza in Sky, ed, oggi, ospita sulla sua piattaforma, perfino Iride, il canale satellitare dei Democratici di Sinistra che ha trasmesso in diretta le Feste de l'Unità.
Il ragionamento che è stato fatto deve essere, in sintesi questo: senza l'intervento finanziario di Murdoch la Pay Tv in Italia sarebbe morta, nè i francesi di Telepiù, nè Telecom Italia per Stream volevano più metterci soldi e senza i soldi della Pay Tv il calcio italiano sarebbe morto. Cosa sarebbe stato del Paese senza "il campionato più bello del mondo"? Cosa avrebbero fatto gli italiani la Domenica? Cosa sarebbe stato della Borsa affollata di squadre che sono diventate società per azioni e delle banche con cui queste società sono indebitate?
A parte lo sconquasso finanziario ci sarebbe stata la rivoluzione o, peggio, qualcosa di inimmaginabile dal punto di vista sociale, politico, della psicologia di massa. Murdoch doveva venire,non c'erano alternative: salvare il calcio e la sua industra, cioè salvare l'Italia. Diventa facile il paragone con la vicenda Fiat: mentre la Fiat rischiava il fallimento, quasi tutto invocavano gli americani della General Motors, che non ne volevano sapere niente, o gli europei tedeschi o francesi, salvo Bertinotti che ne chiedeva la nazionalizzazione.
Se si era pronti ad accettare l'acquisto da parte degli stranieri dell'impresa-simbolo del Paese che male c'era se Murdoch diventava il monopolista della Pay Tv. Con qualche contraddizione: mentre si teorizza che la Tv digitale, con la moltiplicazione dei canali, farà sparire, come per incanto, ogni problema di pluralismo radiotelevisivo, si sancisce il monopolio nella Pay Tv satellitare che ha già questa caratteristica tecnica di diversificazione dell'offerta. Ci si oppone ad una legge che consoliderebbe un dupolio in atto e si accetta un'operazione finanziaria ed industriale che crea un nuovo monopolio.
E' evidente che c'è qualcosa che non va nel modo di analizzare i problemi della comunicazione anche in chi si proclama difensore e garante del suo pluralismo.
Pier Luigi Tolardo
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