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Inserito il - 13/01/2010 : 11:07:57
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Conferenze: Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita
Esperienza psicologica di Inferno, Purgatorio e Paradiso per l'uomo contemporaneo
Siena, 29 Gennaio 2010 ore 21.00 Complesso Museale Santa Maria della Scala - Palazzo Squarcialupi (Sala delle Balie), Siena
Relatore: Marco Ferrini, Fondatore e Presidente del Centro Studi Bhaktivedanta
Ingresso gratuito. Si consiglia la prenotazione.
locandina
Informazioni e prenotazioni
Segreteria CSB tel 0587 733730 cell 320 3264838 secretary@c-s-b.org
www.c-s-b.org
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Inserito il - 31/01/2010 : 17:25:17
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Venerdì 29 gennaio al Santa Maria della Scala di Siena, polo artistico della città e riferimento privilegiato per la cultura europea, si è svolto un evento tenuto da Marco Ferrini sul tema: “Il Viaggio di Dante e la Bhagavad-gita. Esperienze psicologiche di Inferno, Purgatorio e Paradiso per l'Uomo Contemporaneo”.
Il dialogo tra terra e cielo, ha spiegato Ferrini, è uno dei temi centrali sia della Gita che della Commedia. “Queste due grandi opere dialogano in maniera straordinaria. Entrambe descrivono e le viltà dell'uomo e i suoi aneliti verso la più alta idealità. Il messaggio spirituale che viene veicolato oltrepassa i limiti del paradigma spazio-temporale; le distanze geografiche e i millenni si dissolvono quando si vede che il percorso dei protagonisti delle due opere, Dante e Arjuna, passa per le stesse tappe: entrambi debbono affrontare inquietudini e dure prove per superare i propri limiti. Seppure in contesti culturali, sociali e politici estremamente diversi, sia Dante che Arjuna partono dalla selva oscura, da uno stato angosciante di confusione e smarrimento, ed entrambi trovano la via che li conduce a vedere la luce dell'anima fino alla realizzazione dell'Amore divino immortale, la bhakti nella tradizione indovedica e nella Commedia l'amor che move il sole e le altre stelle”.
Dopo una contestualizzazione socio-storica e politica delle due opere, Ferrini ha letto passi scelti della Commedia e della Gita, commentandoli e rivelando sorprendenti coincidenze. In alcuni punti gli insegnamenti sembrano quasi sovrapporsi per la loro universalità; ancora oggi essi offrono un grande richiamo all'uomo d'Oriente e d'Occidente per intraprendere il viaggio verso la propria illuminazione interiore e la felicità: un viaggio da realizzarsi in vita, nel mondo, nel qui ed ora, confrontandosi con la società reale. Virgilio guida Dante in questo viaggio evolutivo fino a condurlo da Beatrice, che è rappresentazione dell'anima del poeta, e nella Gita Arjuna viene guidato da Krishna, Manifestazione divina che offre al suo devoto occhi capaci di vedere la realtà oltre le apparenze, fino a realizzare la più alta essenza spirituale. “Ognuno di noi può vivere qui ed ora uno stato di coscienza tipico dell'Inferno, del Purgatorio o del Paradiso. Per uscire dall'Inferno Dante ha dovuto cambiare punto di vista, distaccarsi da identificazioni egoiche, vedere nell'Inferno persone che gli erano care, guardare in faccia i difetti umani, riconoscere nei personaggi infernali che incontra ciò che in lui lo turba o lo frena dall'evolvere, dal salir al bel colle. Fintanto che si addossano ad altri le cause delle proprie sofferenze non si può uscire dall'Inferno: solo facendosi responsabilmente carico dei propri errori e adoperandosi per correggersi possiamo tornare a rimirar le stelle, ad alzare le vele della navicella del nostro ingegno. Le belve che sbarrano il cammino, sia quello di Dante che di Arjuna, sono le medesime: la lonza dalla gaietta pelle, ovvero la cupidigia (kama); il leone rappresentazione della collera (krodha) e l'avidità (lobha), raffigurata dalla lupa che dopo aver mangiato ha più fame che prima. Nelle due opere i protagonisti vengono incoraggiati ed educati a superare questi ostacoli, e così è ispirato a fare anche chi s'immerge nella lettura di questi grandi testi penetrandone lo spirito più profondo”.
L'amore, ha concluso Ferrini, è l'apice dell'insegnamento della Gita e della Commedia: un amore non meramente umano, non coincidente con il sentimentalismo, non di natura esclusiva, ma vissuto come modalità universale che si esprime verso ogni creatura. Un amore che non ha bisogno di aspettative o di contropartite per amare, ma che è sufficiente a se stesso: nella sua purezza trova la forza e l'appagamento totale. Questo amore permette di penetrare quel metaspazio del cuore in cui l'uomo incontra Dio e in cui si possono trovare tutta la bellezza, ricchezza, conoscenza e immortalità che ciascuno di noi ricerca”. Per gli oltre duecento intervenuti all'evento e per tutti coloro che vorranno partecipare ci sarà la possibilità di continuare l'approfondimento dell'affascinante dialogo tra Divina Commedia e Bhagavad-gita con altri appuntamenti che verranno messi in programma. Per informazioni: www.c-s-b.org.
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