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Oltre la vita - Cosa cambia dopo un'esperienza di pre-morte -
(Lucia Pavesi)
Testimonianze autentiche di esperienze reali di persone dichiarate clinicamente morte e poi tornate alla vita
- come si identifica la pre-morte: i nove requisiti-statistiche interpretazioni scientifiche: psichiatriche, psicologiche, farmacologiche-come cambia la vita dopo l'esperienza di pre-morte.
De Vecchi Editore
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COSA CAMBIA DOPO UN'ESPERIENZA DI PRE-MORTE?
Dopo il ritorno nel proprio corpo fisico, i "resuscitati" si sentono completamente trasformati e i loro cambiamenti sono profondi ,quasi positivi . La spiegazione di cio' e' piuttosto semplice, considerando che puo' essere sufficiente un doloroso trauma affettivo per vedere la vita con occhi diversi. Alcuni, dopo aver perduto un amore, aver subito un abbandono drammatico, aver assistito al crollo di un mito in cui credevano, o altro, si sono improvvisamente trasformati da scapestrati in saggi speculatori, da ottimisti in cinici, da creduloni romantici in gelidi scettici.
Quel genere di esperienze puo' incidere profonde ferite nell'animo umano e la vita mostra continuamente episodi di quel tipo. Il discorso, ovviamente, non e' limitato ai traumi affettivi, ma si amplia a quelli piu' drammatici, causati da una guerra, da un terremoto, da un grave incidente stradale, da una caduta pericolosa, da una malattia seria che possono provocare un blocco emotivo molto grave.
Tutti questi piccoli, o grandi, drammi vengono chiamati in psicologia eventi critici.
Anche l'esperienza di pre-morte e' un evento critico, ma non produce gli stessi effetti negativi, instaurando, invece, solo processi estremamente positivi.
Tutti i "rinati" si sentono in dovere di rendere la propria vita un bene prezioso da condividere con altri e arrivano a sovvertire l'ordine gerarchico dei valori della stessa, mettendo al primo posto il rispetto e la lealta'.
Uno degli esempi piu' sorprendenti di crescita personale e' nel racconto di una testimonianza riportata da Moody:
"Il signor Nicola era un artista della truffa e un assoluto criminale, Nella sua vita disperata aveva fatto praticamente di tutto: scippato vecchiette, frodato vedove, svaligiato appartamenti, rapinato banche e trafficato droga . Grazie al frutto sporco dei suoi delitti, Nicola aveva raggiunto una notevole floridita' economica. Possedeva case da sogno, automobili superaccessoriate, abiti eleganti e nessun problema di coscienza che turbasse le sue notti.
Poi, la sua vita cambio' radicalmente. Quel pomeriggio era andato al solito club per giocare a golf. La giornata era grigia e l'aria piuttosto fredda. Improvvisamente scoppio' un violentissimo temporale e, prima che Nicola potesse allontanarsi dal campo, fu colpito 'a morte'da un fulmine.
Prima si libro' al di sopra del proprio corpo, quindi si trovo' ad attraversare velocemente una galleria buia verso un punto luminoso; alla fine emerse in uno splendido scenario pastorale, dove fu accolto da parenti e altri amici che brillavano come lanterne. Incontro' un essere di luce, il quale lo guido' benevolmente nella revisione della sua vita. Rivisse tutta la vita, non solo vedendo le proprie azioni in tre dimensioni , ma vedendo e sentendo gli effetti di quelle azioni sugli altri.
Quell'esperienza trasformo' Nicola. In seguito, durante la convalescenza in ospedale, senti' tutto l'effetto di quell'esame della propria vita. Con l'essere di luce aveva conosciuto l'amore puro. Sentiva che, quando fosse morto davvero, avrebbe dovuto sottoporsi nuovamente all'esame della vita e che tale operazione sarebbe stata molto imbarazzante se non avesse fatto tesoro di cio' che aveva appreso.
'"Adesso, dice Nicola, vivo ogni momento della vita pensando che, un giorno dovro' ripetere quell'esame".
Moody non specifica in cosa consista l'attivita' odierna di Nicola, ma assicura che questa e' piu' che onesta. Questa testimonianza ha parecchi punti di contatto con quelle pubblicate nella prima parte di questo volume. E' evidente che il viaggio verso il mondo della luce e della pace segna in modo definitivo e deciso tutti quanti hanno potuto compierlo. Ovviamente, pero', le reazioni variano da individuo a individuo.
Qualcuno di loro, nelle settimane successive, non fa altro che piangere, ripensando con malinconia al luogo magnifico che ha dovuto abbandonare. Altri si riprendono rapidamente: una volta superata la nostalgia e il dolore per cio' che hanno lasciato, ritrovano parte della deliziosa sensazione provata durante l'esperienza. Vi sono poi quelli che, come Silvia, rimuovono completamente il ricordo di quanto hanno vissuto, pur avvertendo un costante senso di incompletezza e inadeguatezza che non sanno definire (vedi pagg. 18-20):
"...mi sentivo particolarmente remissiva e accondiscendente: davvero una bella differenza per chi mi aveva conosciuta prima dell'incidente!... Ero diversa; ero piu' felice, piu' libera. Eppure continuavo a non sentirmi completamente tranquilla: in fondo a me stessa avvertivo un'incertezza senza nome, qualcosa che continuava a mancarmi, una nota stonata che rovinava l'armonia della mia nuova immagine, qualcosa di nascosto che dovevo finalmente ritrovare".
Questo processo di rimozione e' possibile e abbastanza diffuso tra quanti sono reduci da un'esperienza di pre-morte e vari possono essere i motivi che lo scatenano. L'emozione provata puo' essere stata talmente intensa da non essere sopportata dalla parte cosciente. Oppure lo stesso trauma che ha provocato la "morte" puo' essere stato talmente doloroso, o grave, da scatenare un'amnesia.
Generalmente, comunque, la rimozione, prima o poi, viene sbloccata, come per Silvia, da una concomitanza di coincidenze estranee che permettono al ricordo di riaffiorare (vedi le pagg, 20-23).
"Ricomposi il 'puzzle' circa un anno e mezzo piu' tardi...Ora avevo tutte le risposte. Finalmente sapevo che l'incontro con la Luce, con quegli esseri sconosciuti e pieni d'amore, era all'origine del radicale mutamento del mio modo di vivere e di pensare".
Un altro sistema, largamente usato allo scopo, e' l'ipnosi, trattamento durante il quale il paziente viene a trovarsi in uno stato di totale rilassamento e abbandono: la parte logica, non ostacolando piu' l'inconscio , permette il naturale fluire dei ricordi. In ogni caso, la sensazione che interviene dopo un'esperienza di pre-morte e' definitiva e permette alle persone di superare tutte le difficolta' della vita con maggior serenita', di esaminare i problemi con un'ottica piu' disincantata e nello stesso tempo piu' onesta e rispettosa dei diritti altrui. In poche parole, la vita dei "resuscitati" si arricchisce di valori spirituali che si proiettano e si manifestano sul piano psicologico. Tutti noi, nella normale vita quotidiana, siamo imprigionati dalle catene dell'eterna contraddizione tra sentimenti e ragione, tra spirito e materia, tra volonta' e desideri.
Mentre le persone che hanno avuto la possibilita' di "resuscitare", acquisendo la capacita' di interrogarsi sul senso e sui misteri della vita, di occuparsi di quei problemi prima ritenuti inutili, di scoprire in se' insospettate risorse di energia, un nuovo spirito di adattamento e una maggiore comprensione, diventano piu' calme, piu' riflessive, piu' vive e partecipi, piu' intelligenti e sensibili. Probabilmente, in loro viene potenziata la capacita' dell'individuo di conciliare istanze emotive e razionali. Da queste persone trapela una "serenita' luminosa"; composta da una combinazione di "cambiamenti" riscontrabili in ogni testimonianza.
CROLLO DEL TABU' DELLA MORTE Anche la persona piu' razionale, piu' intellettuale, piu' saggia, per la quale poche sono le situazioni destabilizzanti, e' costretta ad ammettere di vivere con un certo panico l'inevitabile attesa della morte. Soprattutto nella nostra cultura tecnologica e materialistica, il "grande tabu'" continua a rimanere il mistero dei misteri. Ci sono persone che, addirittura, rifuggono questa naturale paura, cercando di bruciare tutte le tappe, convinte di poter sconfiggere in qualche modo la "nera signora". Altri dichiarano di non pensarci mai e, naturalmente, sanno di mentire.
I piu' folcloristici, al solo sentirla nominare, si producono in una divertente serie di gesti scaramantici. Solo chi e' "rivissuto" ha davvero superato il paralizzante, quanto inevitabile, tabu', perche' per lui non esistono piu' elementi sconosciuti: ormai sa cosa succede! Tutti i "rivissuti" rifiutano categoricamente il concetto di totale "annullamento", espressione solitamente collegata alla morte..
Per loro la fine della vita fisica e' unicamente la possibilita' di accedere a un alto grado di consapevolezza, o di vita spirituale. Ovviamente, alcuni modi di morire rimangono sempre poco desiderabili, e nessuno, tra coloro che ha vissuto un'esperienza del genere, cerca deliberatamente la morte. Al contrario, amano ancora di piu' la vita e ne vogliono cogliere i frutti, ma serenamente, non in modo convulso.
Una donna racconta:
"Poco dopo l'infarto, scivolai sui gradini di casa. Mentre cadevo, cercavo disperatamente un appiglio cui aggrapparmi. E' vero che pensavo: 'Strano! Sai benissimo che se muori vai in un posto meraviglioso! Pero' mi sentivo stringere la gola dal panico. L'istinto di conservazione non scompare, dopo un'esperienza del genere!' Le persone che sono state accolte dalla Luce suprema abbandonano anche il concetto di giudizio-punizione-inferno. In quel luogo fantastico non si sono sentite giudicate: e' semplicemente stato concesso loro di capire gli errori commessi e l'essere superiore si e' limitato a esprimere il proprio desiderio circa il loro cambiamento futuro. Quelle persone sono perfettamente consapevoli di dover portare a termine ulteriori compiti e lo fanno con maggiore determinazione, proprio perche' ne hanno la volonta'. Gli stessi sentimenti vengono vissuti anche nei rarissimi casi di esperienze terrificanti: come l'incontro con demoni o mostri e simili. Molto significative, in questo senso, sono le testimonianze dei suicidi "rinati". Tutti sono concordi nell'ammettere di non provare piu' alcun desiderio di ripetere il gesto.
POTENZIAMENTO DELL'AMORE
Tutte le testimonianze raccolte da persone che hanno vissuto un fenomeno di pre-morte concordano nell'affermare che il piu' valido insegnamento appreso e' la forza dell'amore. Esse dichiarano di aver ricevuto una bellissima lezione su tale sentimento e di avere imparato ad amare il prossimo e la vita e, a riprova di quanto asseriscono, affermano che: "Se l'essere superiore ha deciso il nostro ritorno alla vita, significa che questa merita proprio di essere vissuta e amata. Il mondo e' come un'enorme macchina, l'amore e' il suo carburante. Dipende unicamente da noi farla funzionare. Il segreto della felicita' e' tutto qui!" E' piuttosto facile comprendere da una dichiarazione di questo tipo come cambi radicalmente la scala dei valori di questi soggetti. Se prima erano intolleranti e impazienti, successivamente vedono in ogni individuo una persona da amare e rispettare. Chi aveva posto in cima ai propri interessi il potere e l'ambizione, dopo l'esperienza, impara l'amore fraterno.
Un affermato professionista cinquantenne ha cosi' testimoniato:
"Prima di avere il terribile incidente in macchina, ero un arrivista convinto. Frequentavo unicamente persone che potessero servirmi per la mia scalata al successo. Periodicamente andavo nei 'salotti' piu' 'in', dove potevo conoscere il politico di passaggio nella mia citta', o la contessa con cui potevo concludere un affare. Sono nato molto povero e per me era molto importante trovarmi un lavoro che mi facesse sentire sicuro. Poi l'ambizione comincio' a divorarmi. Non facevo mai un favore se non ero certo di venire abbondantemente ricambiato, eppure non ero mai soddisfatto, perche' poi sulla vetta mi trovavo solo.. Oggi, sono completamente cambiato, ho imparato la gentilezza, il gusto di fare un sorriso spontaneo, il piacere di stare ad ascoltare davvero chi mi espone il proprio problema. Adesso e' tutto meraviglioso: ho tanti amici nuovi e sinceri, un cane adorabile. Ah! Dimenticavo, mi sono finalmente sposato con la donna che da vent'anni mi ama e mi aspettava".
RISCOPERTA DEL VALORE DELLA CONOSCENZA
Da un viaggio compiuto nel mondo dell'aldila', si torna con un rinnovato rispetto per la conoscenza. Nel mondo di luce che hanno abbandonato, i "resuscitati" sono potuti entrare in contatto con la somma sapienza. Numerose testimonianze precisano molto bene questo passo:
"Mi sono trovato immerso in uno stato di conoscenza totale. In quel luogo bastava formulare mentalmente . un pensiero, perche' prendesse forma. Tutto e' comprensibile, anche le nozioni piu' difficili vengono automaticamente assimilate. Per esempio, se avessi desiderato sapere cosa significava essere il re d'Inghilterra, un cencioso mendicante dell'India, o addirittura Einstein, dovevo unicamente pensarci. Inoltre, l'essere di luce mi ha detto che la cultura non finisce con la morte, che continueremo a possederla per l'eternita'".
Per quanto possa essere breve, l'esperienza di "sommo sapere" e' talmente efficace da determinare un cambiamento nella vita di molti "resuscitati", diventati poi convinti assertori della cultura. Spesso, queste persone decidono di cambiare radicalmente la propria carriera lavorativa, abbandonando magari un lavoro ben remunerato, ma ormai poco stimolante. Altri, invece, anche non giovanissimi, riprendono gli studi interrotti.
Tuttavia, nessuno di loro persegue la conoscenza come fine a se stessa, ma unicamente come un indispensabile contributo all'integrita' della persona.
Oltre alle testimonianze presentate in questo libro, che spiegano chiaramente questo punto (Fiorella decide di laurearsi, Silvia cambia lavoro, ecc.), emblematica e' la confessione di una signora di 35 anni:
"Ho passato gran parte della mia vita, almeno quella trascorsa prima della fatale caduta che mi ha condotto in punto di morte, detestando cordialmente gli intellettuali che consideravo degli sfaccendati boriosi. Io lavoravo fino a 10 ore al giorno nella mia ditta di costumi da bagno e trovavo inammissibile che potessero esistere esseri umani che, invece di produrre, passano il tempo con il naso incollato sui libri, sognando di diventare letterati o ricercatori. Quando, durante il mio 'viaggio', ho incontrato la Luce, mi sono sentita piena di vergogna per il mio modo di pensare e la prima cosa che ho fatto, appena uscita dall'ospedale, e' stata quella di tornare al conservatorio per riprendere a studiare musica. Anni prima ero considerata una giovane promessa del pianoforte, ma il mondo degli affari mi affascinava maggiormente. Durante la mia esperienza avevo compreso che il peggiore delitto di un essere umano e' quello di non mettere a frutto il talento concessogli dalla natura. Con grande soddisfazione dei miei genitori e degli insegnanti, oggi sono una concertista affermata e fra un mese partiro' per una tournee in Russia".
CURIOSITA'VERSO L'ASPETTO SPIRITUALE DELLA VITA
La straordinaria esperienza vissuta durante il viaggio verso il mondo superiore spinge molti pazienti ad allargare anche il campo dei propri interessi filosofici e religiosi. Ovviamente, cio' non comporta che si improvvisino, o diventino, necessariamente, pilastri della chiesa, predicatori, o bigotti. Solitamente, accade proprio il contrario: possono anche decidere di abbandonare la dottrina religiosa in quanto tale. Moody fa un resoconto particolarmente stimolante di una testimonianza ricevuta da un uomo che, prima di vivere l'esperienza di pre-morte, aveva studiato in seminario:
"Il mio medico diceva che durante l'intervento ero morto. Gli ho spiegato che, invece, avevo visto la vera vita. Grazie a quella visione capii che asino presuntuoso ero stato a fissarmi con la teologia, a guardare dall'alto in basso chiunque non appartenesse alla mia stessa setta, o non aderisse alle mie stesse idee teologiche. Molte persone che conosco resteranno sorprese quando avranno scoperto che al Signore non interessa la teologia.
RITORNO NEL MONDO REALE
Alcuni studiosi hanno definito il riadattamento alla vita terrena "sindrome da rientro". Oltre all'inevitabile nostalgia per il luogo che ha abbandonato, solo una minima percentuale dei "resuscitati" riesce a trovare la comprensione e il sostegno dei coniugi o familiari, quando parla della sua esperienza. Cio' e' abbastanza comprensibile, considerando la moltitudine di quanti, ascoltando il racconto di un'esperienza di pre-morte, arrivano a pensare di trovarsi di fronte a un folle.
Chi e' tornato dall'aldila', invece, non nutre dubbi circa la realta', o l'importanza dell'esperienza; tuttavia, si rende conto che la nostra societa' non e' certo l'ambiente ideale per accogliere con comprensione racconti di tale natura e, temendo di essere considerato pazzo, preferisce non parlarne affatto. Oltre tutto, a prescindere da questa considerazione, non avverte un eccessivo desiderio di esternare quanto ha vissuto. Prova una sorta di pudore, cui si aggiunge una buona dose di reticenza, nel condividere con altri l'emozione vissuta durante l'incontro con l'essere di Luce.
Il cambiamento avvenuto nei "resuscitati" e' tanto radicale e irreversibile da ingenerare, particolarmente nei primi tempi, molti turbamenti e tensioni nella gestione dei rapporti interpersonali e nella vita stessa. Le testimonianze di Francesca (vedi da pag.. 37) e di Paolo (vedi da pag. 113) dimostrano chiaramente quanto sopra esposto. Francesca, dopo essersi confidata con la madre, racconta:
"...Mi risultava ancora piu' difficile accettare l'educata indifferenza con cui accoglieva il racconto della mia straordinaria esperienza..." Ma la madre la interrompe: "...Hai avuto una brutta esperienza, ma ora, grazie al Cielo tutto e' passato. L'ha detto anche il dottore: devi solo cercare di dimenticare tutto..." Paolo, invece, stenta a far capire quanto l'esperienza lo abbia cambiato: "...Cercai anche di farle capire quanto l'avevo sempre amata... ma ogni approccio falliva miseramente..." Chiede aiuto al figlio e si sente rispondere: "...non ti riconosce cosi' diverso...E'convinta che il tuo cambiamento sia dovuto solo alla paura conseguente all'infarto".
Ancora piu' significativa e' la testimonianza di un uomo che dichiara: "Quando 'ritornai' non sapevo cosa fare con me. Prima dell'infarto, ero un tipo irascibile, sia in casa che al lavoro. Bastava un ritardo di mia moglie per farmi esplodere come una polveriera. Non riesco a capire come facesse a sopportarmi. Forse con gli anni ci si era abituata, perche', dopo l'incidente, la mia malleabilita' la metteva a disagio. Non urlavo piu': ero diventato la piu' facile delle persone con cui vivere, ma per lei quel cambiamento era insopportabile. Ci volle molta pazienza da parte mia (qualita' che mi sono scoperto dopo l'incontro con la Luca) per mantenere saldo il nostro matrimonio. Lei continuava a dirmi: 'Sei cosi' diverso dopo l'infarto!' Ma era chiaro che intendeva dire che ero impazzito".
Il metodo migliore per aiutare questi pazienti a mitigare certe tensioni, sarebbe quello di creare una struttura, supportata da medici e psicologi, che permetta loro di incontrarsi, confrontando con altri gli effetti dell'esperienza di pre-morte, particolarmente nell'ambito familiare. Durante un congresso negli Stati Uniti, organizzato nel 1983 dal dottor Moody e a cui parteciparono decine di esperti del fenomeno, furono definiti vari metodi per affrontare tali crisi spirituali.
1. Lasciarli parlare liberamente della propria esperienza, senza approfittare dell'occasione per esprimere teorie personali in proposito. Il vero bisogno di un "resuscitato" e' quello di trovare ascoltatori attenti.
2. Rassicurarli che il loro non e' un caso unico. E' necessario far capire loro che, nonostante non si conosca ancora scientificamente il motivo scatenante di queste esperienze, esiste, pero', la certezza che tutti quelli che l'hanno vissuta ne sono usciti migliori. Spiegare loro esattamente che hanno avuto un'esperienza di pre-morte. Conoscendo la definizione dell'episodio, il paziente comprende e accetta meglio quanto gli e' accaduto. Consigliare qualche lettura sull'esperienza, allo scopo di permettere loro di avere un maggior numero di elementi chiarificatori circa l'episodio sperimentato.
3. Coinvolgere il piu' possibile le rispettive famiglie, perche' e' proprio nell'ambito familiare che nascono le maggiori difficolta'. E' importante, quindi, che i parenti piu' prossimi instaurino un dialogo aperto, scevro da pregiudizi, dimostrando affetto e la massima comprensione.
RISVEGLIO DI FACOLTA'PARANORMALI
I ricercatori che, da anni, studiano con passione i casi di pre-morte hanno constatato che una percentuale statisticamente non trascurabile di pazienti, dopo il risveglio, si e' accorta di possedere facolta' parapsichiche, che forse erano gia' latenti in precedenza, ma non erano state mai rilevate, o forse sono state acquisite in seguito all'esperienza stessa. Francesca (vedi pagg. 44 e 45) e' una di quelle persone:
"...Mi accadeva di sentire avvenimenti passati e futuri riguardanti la vita di persone che non conoscevo minimamente, come i medici, gli infermieri o i degenti dell'ospedale...piu' passavano i giorni, piu' i miei sensi si acutizzavano: mi accadeva di spostare gli oggetti senza toccarli e di incendiare la carta vicino a me senza utilizzare fiammiferi. Addirittura, una volta, capito' che un bicchiere di vetro, appoggiato su un ripiano lontano dal mio letto, si rompesse... mentre lo stavo fissando".
E anche Luca (vedi pag. 68), che dichiara:
"In quel periodo mi accorsi, con crescente stupore, di essere in grado di captare i pensieri delle persone e di poter provvedere, senza fatica, il succedersi degli avvenimenti".
Il racconto che segue riguarda il caso particolarmente interessante capitato a un giovane. Durante la trasmissione di Telemontecarlo "Specchio della vita", andata in onda all'inizio dell'aprile 1988, venne intervistato un giovane romano che, quattro anni prima, in seguito a un incidente stradale, era entrato in com . Ricoverato in ospedale, nel momento in cui senti' i medici dichiararlo morto, si vide proiettato in una "fossa" e, subito dopo, gli parve di vedere una grande luce e delle figure evanescenti. In poche parole, ebbe la completa sintomatologia dei fenomeni di pre-morte. Uscito miracolosamente dal coma, il giovane dimentico' la strana esperienza; solo brevi e confusi frammenti gli riaffioravano ogni tanto alla mente.
Questo racconto suscito' l'ilarita' dei presenti alla trasmissione, che lo accusarono di aver sognato tutto. Il giovane si difese ribattendo che, in punto di morte, non clinica, ma apparente, non poteva certo sognare. Dopo quattro anni, in seguito a una regressione ipnotica, ricordo' completamente l'esperienza e scopri' di possedere facolta' paranormali che non aveva mai sospettato di avere. Da quel giorno, gli capitarono parecchi episodi, tra cui uno piuttosto notevole.
Stava passeggiando con un'amica per le strade della capitale, quando si fermo', paralizzato dallo stupore, di fronte a un palazzo, sul portone del quale vide chiaramente comparire una croce di fuoco. Senza rendersene conto, forse in stato di trance, disse alla sua amica che, proprio in quel momento, qualcuno stava morendo in quel palazzo. L'amica lo guardo' sconcertata, cercando di minimizzare l'accaduto.
Il giorno dopo, pero', spinta da una strana curiosita', si trovo' di nuovo di fronte a quella casa. Il portone d'ingresso era parato a lutto.
In un'altra occasione gli capito' di parlare con la figlia di un uomo deceduto in um incidente stradale, che il giovane descrisse nei minimi particolari, compresi i numeri della targa dell'auto del defunto che, ovviamente, non aveva mai conosciuto. La ragazza, allibita, confermo' che tutto rispondeva a verita'. Un fenomeno ancora piu' particolare, chiamato "flash forward" (scena proiettata in anticipo), e' stato riscontrato in una percentuale piuttosto bassa di casi, ma e' talmente interessante che voglio citarlo ugualmente.
Durante un'esperienza di pre-morte molto intensa, il soggetto ha una visione del futuro, 'il flash forward', appunto.
A volte, quella conoscenza emerge immediatamente dopo il risveglio; in altri casi, dopo un certo periodo di tempo ed e' accompagnata da una forte sensazione di 'deja' vu'(gia' visto). Stefano (vedi pagg. 91 e 92) racconta che, durante il suo incontro con la Luce, pote' assistere a una scena che riguardava il suo futuro:
"...attraverso una nube dorata intravvidi dei ragazzi che facevano sport c n il volto felice e accaldato. Vicino a loro, su una poltrona, c'ero io e la mia mano stringeva quella di una graziosa ragazza bionda... Quando mi dimisero, ero seduto su una sedia a rotelle e avevo al mio fianco Caterina, la bionda infermiera... Ora lavoro in un centro specializzato per paraplegici. Faccio l'allenatore e i miei ragazzi hanno gia' vinto varie medaglie... Caterina e' sempre con me e la vita e' meravigliosa".
Lo studioso che maggiormente si occupo' di trovare una spiegazione a tali fenomeni fu RING, il quale ipotizza l'esistenza di una "quarta dimensione", dalla quale i "morti" vedrebbero la propria vita, come se sorvolassero una catena di montagne: dall'inizio alla fine, ma possono solo vederla non modificarla. Molti altri studiosi si sentono attratti da questo straordinario fenomeno e continuano a valutare ipotesi e teorie, ma ancora nessuno e' giunto a una conclusione valida. Comunque, anche se dopo un'esperienza di pre-morte possono risvegliarsi particolari facolta', o accadere fenomeni eccezionali come il 'flash forward', non sono pero' questi a rivestire l'importanza maggiore. Quello che veramente ha valore e' la crescita spirituale che sempre accompagna il ritorno da un viaggio di pre-morte.
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BIBLIOGRAFIA N.O. Jacobson. Vita dopo la morte?, Milano, 1975 R.A. Moody jr., La vita oltre la vita, Milano, 1975 R.A.Moodyjr., Nuove ipotesi su la vita oltre la vita, Milano, 1977 R.A.Moody jr., Luce oltre la vita, Milano, 1989 P.Vigne, La vita dopo la morte, Milano, 1988 D.Scott Rogo, La mente fuori dal corpo, Milano, 1979 A. Sotto - Virina Oberto, Oltre la soglia dell'aldil., Milano 1979 C. Green, Out of the body experiences, 1976 R. Crookall, Case book of astral projection, 1972 C. G. Jung, Ricordi-sogni-riflessioni, Milano, 1965
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