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 L'America ha ceduto a un ricatto?
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Inserito il - 13/10/2002 : 11:38:56  Mostra Profilo
da Guerra e Pace
di: Alessandra Molteni D'Altavilla - almodal@email.it

L'America ha ceduto a un ricatto?


L'11 settembre 2001, il direttore dell'FBI (Robert Mueller III) allertava il CONPLAN (l'antiterrorismo americano) e tutte le agenzie erano messe in stato di allarme per tenersi a disposizione in qualsiasi momento e per qualsiasi evenienza.

Stato di massima all'erta: red alarm.

All'improvviso, alle 10.00 (circa), il Secret Service lanciava un nuovo, drammatico, allarme: la Casa Bianca e l'Air Force One (l'aereo del presidente degli Stati Uniti) erano stati minacciati.

Il vicepresidente Cheney era condotto d'urgenza al PEOC (Presidential Emergency Operations Center): la sala di comando sotterranea situata sotto l'ala ovest della Casa Bianca.

Scattava il piano d'emergenza CoG (Continuity of Government) e i più importanti dirigenti politici del paese, membri del Governo e del Congresso, erano trasferiti d'urgenza in luoghi sicuri.

I Marines si incaricavano di trasportarli, con i loro elicotteri supercorazzati, in due giganteschi rifugi antiatomici: l'High Point Special Facility (in Virginia) e l'Alternate Joint Communication Center (vicino Camp David).

Gli Stati Uniti d'America erano in situazione d'emergenza, come fossero sotto attacco nucleare.

Il presidente (George W. Bush Jr.), che si stava dirigendo verso Washington, cambiava improvvisamente rotta: l'Air Force One si recava prima alla base di Barksdale (Louisiana) e poi a quella di di Offutt (Nebraska).

Quest'ultima è la sede dell'US Strategic Command, la base militare dove si attiva il potenziale atomico della più grande potenza militare di tutti i tempi.

Gli Stati Uniti d'America erano pronti a lanciare i missili intercontinentali a testata nucleare?

A Offutt, Bush, attraversava le piste a bordo di veicoli blindati per sfuggire ai tiri dei cecchini.

Evidentemente, i servizi segreti, sospettavano che ci fossero degli infiltrati all'interno delle stesse forze armate americane.

Facciamo un salto in avanti di cinque giorni: il 16 settembre, il vicepresidente Dick Cheney veniva intervistato dalla NBC; ecco la sua versione dei fatti: i funzionari della sicurezza mi informarono che ero in pericolo. Un Boeing dirottato sorvolava Washinghton (quindi lo avevano visto!!??) e si temeva che mirasse alla Casa bianca. Contemporaneamente, un altro aereo dirottato, era diretto verso l'Air Force One, con l'obiettivo di centrarlo in volo".

Ma allora, se quell'aereo che volava su Washington era stato avvistato, perchè le due squadriglia di caccia (la 113 Fighter Wing dell'Air Force e la Fighter Attack della Marina, rispettivamente equipaggiate con F16 e F/A18) di stanza alla base presidenziale di Saint Andrew non si erano alzate in volo?

La risposta del tenente colonnello Vic Warzinski, portavoce del Pentagono era stata : " .....non ci eravamo resi conto che quest'aereo si dirigeva verso di noi......!!??"

Non regge!! Il vicepresidente ammetteva che quell'aereo era già stato avvistato e il pericolo era stato, perfettamente, valutato.

Non solo; Cheney metteva nel conto anche un altro aereo diretto verso l'aereo del presidente degli Stati uniti.

E, dunque, si deve supporre che il più sofisticato sistema di radar del pianeta avesse perfettamente localizzato la minaccia aerea e, quindi, avrebbe potuto lanciare l'allarme che avrebbe condotto i micidiali F16, in pochi minuti, ad abbattere l'intruso.

Se il tempo non fosse stato sufficiente a mettere in volo gli intercettori, il Boeing poteva essere abbattuto dai missili terra-aria di cui la base era dotata.

In breve: quell'aereo, ormai individuato, poteva essere abbattuto senza alcun problema.

Invece: il Secret Service correva a far evacuare il vicepresidente in un bunker e conduceva il presidente alla base nucleare di Offutt, come dovesse premere il pulsante nucleare.

E come mai, allora, si cercava di proteggere Bush dai cecchini?

Gli uomini di Bin Laden si erano infiltrati anche nelle più segrete basi militari americane?

A questo punto, lasciamo la parole ad Ari Fleischer, portavoce del presidente degli Stati Uniti: i servizi segreti avevano ricevuto un messaggio dagli aggressori nel quale dichiaravano di voler distruggere la Casa Bianca e l'Air Force One. Gli aggressori avvaloravano le loro intenzioni utilizzando i codici di identificazione e di trasmissione del Presidente.

In che modo, gli uomini di Bin Laden, avrebbero potuto impadronirsi del codice segreto più protetto del mondo?

O questa è tutta una frottola, oppure c'erano dei traditori ai vertici dell'apparato militare americano: solo loro avrebbero potuto (oltre che impossessarsi dei codici) piazzare dei cecchini all'interno della più segreta base strategica americana.

Adesso fate bene attenzione: per quale motivo gli aggressori avrebbero usato il codice presidenziale?

Evidentemente, volevano che il loro messaggio fosse immediatamente ritenuto credibile.

Per comunicare che due aerei erano in volo per colpire la Casa Bianca e l'Air Force One?

Non regge!

L'unica possibilità è che avevano lanciato un ultimatum agli Stati Uniti d'America e non volevano che ci fossero dubbi circa la sua autenticità.

Torniamo indietro alla base di Offutt nel Nebraska dove il presidente si era rifugiato ed era sotto custodia perché minacciato da probabili cecchini.

Il dispositivo di massima all'erta fu disattivato alle 18.00 di quel giorno (11 settembre 2001); per tutto il pomeriggio, dunque, Bush era rimasto in quella base, sotto sorveglianza.

Ha negoziato con gli aggressori che, probabilmente, lo tenevano ostaggio in quella stessa base?

Ha ceduto al ricatto e, quindi, è stato liberato?

Fantasie?

Sta di fatto che, solo alle 18.00 di quel giorno lo stato di all'erta fù revocato; i presunti kamikaze di Bin Laden avrebbero finito il loro lavoro alle 10.30 di quel mattino: perché, dunque, tenere l'intero apparato militare in allarme per altre sette ore e mezza?

Ancora un piccolo passo indietro: alle 13.04 di quell'11 settembre Bush parlava all'America dalla Base di Barksdale (dove l'Air Force One era atterrato per fare rifornimento prima di dirigersi ad Offutt).

" Io e il vicepresidente, siamo in contato con i principali esponenti del Congresso e con i leaders mondiali per rassicurarli che faremo tutto il necessario per proteggere l'America e gli americani. Domando al popolo americano di unirsi a me nel ringraziare quanti stanno impiegando tutte le loro energie per soccorrere i nostri concittadini e nel pregare per le vittime e le loro famiglie. La determinazione della nostra grande nazione è messa alla prova. Ma non temete: dimostreremo al mondo che superemo questa prova."

Bush evitava accuratamente di dire chi erano gli aggressori e non usava mai la parola terrorismo.

Evocava, però, una "messa alla prova" che sarebbe stata superata: stava forse parlando della possibilità di una guerra?

Ancora più inquietante era il fatto che non spiegava assolutamente la sua assenza da Washington, dando l'impressione di fuggire.

Allora perché era scattato il piano CoG (Continuity of Government)?

Per proteggere il presidente e i membri del Congresso dai traditori oppure era stato messo in atto dai traditori per isolare il presidente e i membri del Congresso?

In effetti, la testimonianza del vicepresidente Cheney era davvero strana; egli affermava che gli uomini del Secret Service lo avevano prelevato dal suo ufficio e l'avevano condotto nel bunker della Casa Bianca senza chiedere il suo consenso.

Non solo; Cheney lasciava intendere ch'era stato così per i principali membri del Governo e del Congresso.

Come si può definire un'operazione in cui i servizi segreti rapiscono gli eletti del popolo e li conducono in un bunker senza chiedere il loro consenso?

Se non è un colpo di Stato è, probabilmente, una congiura di Palazzo.
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